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Tutti gli impacci da evitare per le banche sulla strada del Fintech. Report Bankitalia

Pubblichiamo il primo capitolo del saggio “Banche e Fintech: strategie e modelli di business” a cura di Nicola Ilario Sibilio, Marco Boero, Luca Salerno della Banca d’Italia tratto dalla rivista Bancaria

I cambiamenti in termini di sviluppo tecnologico e nelle preferenze dei clienti hanno incentivato gli intermediari a individuare appropriate strategie per acquisire le nuove tecnologie nei propri modelli di business e a intraprendere iniziative di cambiamento organizzativo. L’implementazione di un livello sempre maggiore di tecnologia all’interno del mercato bancario e finanziario, l’ingresso nel mercato di nuovi attori e la complessiva evoluzione del settore comportano nuove sfide per i soggetti attivi sul mercato e per i potenziali entranti in particolare in materia di pianificazione degli investimenti, gestione della clientela e gestione del rischio.

La portata del cambiamento implica per gli intermediari l’esposizione a varie categorie di rischio. In particolare, le maggiori categorie di rischio associabili al Fintech hanno a che fare con: contrazione improvvisa delle quote di mercato e della redditività degli intermediari tradizionali, in particolare per effetto della disintermediazione; discontinuità operative o di altra natura derivanti dall’uso intensivo dell’automazione; rischi derivanti dalla possibile perdita di controllo sulle attività digitalizzate decentrate o esternalizzate, oltre che rischi legati alla sicurezza informatica (cyber risks) nonché a profili legali e reputazionali; rischi di mis-selling o di cross-selling scorretto; arbitraggio regolamentare, dovuto in particolare all’incertezza normativa esistente tra intermediazione regolamentata e non regolamentata.

Un ulteriore profilo di criticità è rappresentato dalla sostenibilità dei modelli di business degli intermediari tradizionali in funzione del nuovo contesto competitivo definito dal Fintech. Secondo una analisi condotta nel 2018, l’Eba ha individuato i seguenti fattori che possono compromettere la sostenibilità dell’adozione delle nuove tecnologie informatiche nei modelli di business bancari tradizionali: l’attitudine dell’intermediario nell’adottare le nuove tecnologie; l’obsolescenza dei sistemi Ict; la capacità di attrarre e mantenere personale con adeguate competenze; la capacità di apportare i necessari cambiamenti a livello organizzativo richiesti per il successo dei progetti Fintech.

– Gli intermediari possono avere diverse attitudini nei confronti dell’innovazione: proattiva, se perseguono strategie ambiziose che comportano ingenti esborsi in progetti Fintech e profondi cambiamenti organizzativi; reattiva, se perseguono un approccio prudente, cosiddetto wait-andsee, con investimenti e interventi organizzativi limitati; passiva, se sono riluttanti al cambiamento e l’innovazione non rientra tra le loro priorità strategiche.

– Sistemi informatici complessi e pervasivi possono rallentare il passo del cambiamento nell’organizzazione dell’intermediario tradizionale, specialmente se tali sistemi non hanno la possibilità di interfacciarsi con le nuove tecnologie informatiche, quali ad esempio il cloud computing o le Api. Inoltre, le novità normative in tema di trattamento dei dati personali e di cyber security pongono sfide aggiuntive nel campo della gestione dei dati dei clienti.

– Gli intermediari tradizionali dovranno adattare la propria cultura aziendale per abbracciare in maniera più spontanea l’innovazione sia di processo che di prodotto che il Fintech comporta. Dal punto di vista organizzativo, l’adozione di tecnologie Fintech richiede l’attrazione e la gestione di personale con specifiche competenze (ad esempio sviluppatori informatici, esperti di analisi dati).

– La sostenibilità dei cambiamenti apportati dall’innovazione finanziaria ai business model tradizionali degli intermediari bancari e finanziari dipende dalla capacità dell’azienda di allineare le proprie pratiche di gestione delle risorse umane, la propria strategia di comunicazione interna ed esterna, nonché la propria cultura aziendale e il proprio stile di leadership alla strategia e agli obiettivi scelti per i progetti Fintech. L’adozione delle nuove tecnologie e l’eventuale revisione dei business model che ne consegue è inoltre una questione organizzativa: fattori quali la governance, la cultura aziendale, le procedure e i processi interni, nonché la forma della struttura organizzativa dedicata all’innovazione devono essere coerenti con l’approccio scelto per rivedere il business model in funzione del Fintech.

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