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Elezioni Politiche

C’è la blockchain nel futuro del voto elettorale?

Le prime sperimentazioni sono partite negli Stati Uniti che stanno cercando i modi per rafforzare la sicurezza del voto a distanza in vista della elezioni di midterms di novembre L’obiettivo per ora è quello di far votare il personale militare stanziato oltremare e rafforzare la sicurezza informatica nell’esercizio del proprio dovere alle urne. Un compito…

L’obiettivo per ora è quello di far votare il personale militare stanziato oltremare e rafforzare la sicurezza informatica nell’esercizio del proprio dovere alle urne. Un compito non facile per il Segretario di Stato della West Virginia Mac Werner che ha intenzione di aumentare la quota di partecipanti – solo il 20% dei militari ha fatto il proprio dovere nella tornata delle presidenziali del 2016 – senza perdere nulla in termini di sicurezza.

IL TEST PILOTA DURANTE LE PRIMARIE DI MAGGIO

Il primo programma sperimentale ha avuto luogo durante le primarie di maggio durante le quali la tecnologia blockchain ha permesso di votare il figlio del Segretario Scott, un tenente di stanza a Vicenza, grazie al suo smartphone. Lo racconta a Bloomberg lo stesso militare: “Nello stesso tempo in cui avrei potuto guardare un video su YouTube – ha ammesso Scott Warner – ho svolto il mio dovere civico”.

LA WEST VIRIGINIA STA TESTANDO IL NUOVO METODO

La West Virginia sta testando un nuovo metodo, che utilizza la tecnologia blockchain per memorizzare e garantire i voti digitali, in un momento di crescente preoccupazione per le ingerenze esterne. Funzionari dell’intelligence statunitense hanno più volte avvertito che la Russia potrebbe interferire nelle elezioni di midterms del Congresso il 6 novembre, mentre lo scorso 31 luglio Facebook ha annunciato che sta studiando in che modo si propagano le interferenze sulle piattaforme di social media, similmente a quanto visto durante le elezioni presidenziali del 2016. L’esperimento della West Virginia potrebbe, insomma, aiutare a determinare se la blockchain ampiamente utilizzata nelle monete digitali, può avere un ruolo anche nella sicurezza elettorale. Anche se i tecnici informatici avvertono che il voto mobile è rischioso.

L’EX DI UBER TUSK INTERESSATO AL VOTO TRAMITE BLOCKCHAIN

Il programma pilota è stato finanziato con 150 mila dollari dalla Tusk/Montgomery Philanthropies Inc., una fondazione creata dal venture capitalist ed ex consulente di Uber Technologies Bradley Tusk. Quando ha sentito parlare dell’interesse di Warner, ha chiesto a uno dei suoi team di studiare la questione del voto mobile scegliendo poi la Voatz Inc. con sede a Boston, come start-up per lanciare il programma. L’obiettivo più ampio di Tusk è quello di espandere la partecipazione degli elettori negli Stati Uniti consentendo un maggior numero di votazioni mobili. (Nel 2009 è stato responsabile della campagna per l’ex sindaco di New York Michael Bloomberg, fondatore e proprietario di maggioranza di Bloomberg). “Ho due bambini di 9 e dodici anni, e per loro sarebbe folle non votare al telefono”, ha detto Tusk che ha intenzione di cominciare a testare il voto mobile con gruppi come i militari, poi trovare funzionari “disposti a provare qualcosa di diverso”, per rendere, infine, la pratica mainstream.

COME FUNZIONA IL VOTO ATTRAVERSO BLOCKCHAIN blockchain

Warner e il responsabile delle elezioni statali, Donald Kersey, hanno lavorato con Voatz per realizzare l’app, che utilizza un software di riconoscimento facciale per confermare l’identità degli elettori, in conformità con le leggi della West Virginia. I voti sono poi memorizzati sulla blockchain, all’interno di quello che i dirigenti Voatz chiamano un “digital lockbox” sul cloud. Il giorno delle primarie, gli impiegati della contea hanno utilizzato dispositivi di autenticazione biometrica per sbloccare e raccogliere i voti. Due contee, Harrison e Monongalia, hanno guidato il test a cui hanno partecipato solo un esiguo numero di elettori all’estero. La tecnologia blockchain distribuisce e memorizza i voti in 16 indirizzi, tra cui il cloud, utilizzando vari provider. Un hacker dovrebbe entrare, in sostanza, in tutti e 16 i punti per accedere a uno qualsiasi dei voti, secondo Kersey.

PER GLI SCETTICI TROPPI PROBLEMI DA RISOLVERE

Gli scettici dicono che il voto tramite blockchain non migliorerà la sicurezza. È per lo più un “hype”, dice J. Alex Halderman, un professore di informatica dell’Università del Michigan noto per essere un esperto di hacking elettorale. Secondo il suo parere che ci sono ancora molti problemi di sicurezza fondamentali che il voto attraverso blockchain non risolve, come la conservazione dell’anonimato e il trasferimento dei voti da smartphone infettati da malware. È “degno di ricerca e di studio, ma potrebbero passare decenni prima di arrivare” a una soluzione, dice Halderman. Questi sistemi mobili sono anche privi di un supporto cartaceo, il che rende difficile verificare i voti, secondo Audrey Malagon, un professore di matematica che lavora con il gruppo di advocacy Verified Voting Foundation: “Spero che riconoscano che non si è ancora pronti per un uso diffuso”.

PER IL MOMENTO I TEST HANNO DATO RISULTATI POSITIVI

Da maggio, l’applicazione Voatz ha resistito agli audit di cinque società di sicurezza, dicono Kersey e Tusk. Anche la tecnologia blockchain è stata oggetto di una revisione esterna all’inizio di agosto; i risultati non sono ancora stati resi noti. La West Virginia metterà a disposizione degli elettori stranieri di tutte le 55 contee il voto mobile per le elezioni di novembre, nonostante le critiche. Tusk sta contribuendo con circa 400 mila dollari a questo sforzo parlando con altri Stati per avviare analoghi programma pilota.

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