Qualcosa si muove sottotraccia su Internet, ignorato dai più. È l’opera instancabile dei pirati informatici, quotidianamente affamati di dati da rubare e da rivendere nel Dark Web. I dati Clusit, l’Associazione italiana per la sicurezza informatica, mostrano un incremento degli attacchi nel mondo del 110% dal 2019 al 2024. Per comprendere il balzo dell’ultimo periodo si pensi che nel primo semestre del 2024 si è verificato il 13% dei reati cibernetici portati a termine nei cinque anni.
LA SITUAZIONE ITALIANA
La pandemia ha reso evidente la necessità di digitalizzare le infrastrutture del Paese. Uno Stato moderno che voglia definirsi tale deve infatti continuare a operare anche “da remoto”, in caso di lockdown. Ma collegarsi al Web significa anche esporsi alle intrusioni dei malintenzionati. Bisogna avere difese robuste, poter contare su esperti e programmi aggiornati.
Una situazione che in Italia risente della frammentazione delle strutture, di un uso sempre più promiscuo dei device dovuto anche all’aumento dello smart working, di pochi investimenti pubblici e privati nella cybersicurezza della rete e, non ultima, della mancanza di formazione delle persone.
Fortunatamente, anche grazie alla spinta del Pnrr, il fondo di ricostruzione post pandemico che ha come obiettivo sanare le debolezze infrastrutturali emerse durante l’emergenza sanitaria, gli investimenti e la ricerca in materia stanno aumentando. Perché proteggere le reti pubbliche e private, ma soprattutto i dati che custodiscono, è un tema non più rinviabile e strategico.
UNA LOTTA TITANICA
In questo scenario, le competenze tecnologiche diventano determinanti. Engineering, tra gli attori cui è stata affidata la trasformazione digitale delle aziende e della Pubblica amministrazione italiana, è un Gruppo formato da oltre 20 aziende. Tra queste c’è Cybertech, specializzata in strategie di Cyber-resilienza, che opera con oltre 300 specialisti e con un Soc (Security Operation Center) dove l’Intelligenza artificiale è un’arma di difesa fondamentale per contrastare attacchi hacker sempre più raffinati e pericolosi.
Nella quotidiana lotta al cybercrimine risultano poi fondamentali e strategiche le attività di ricerca nelle quali Engineering investe oltre 30 milioni di euro l’anno per portare avanti progetti in collaborazione con le più prestigiose Università e organizzazioni italiane e internazionali. Come Titan, che ha l’obiettivo della lotta alla disinformazione attraverso l’Intelligenza artificiale. Il progetto utilizza nuove tecniche per fermare la condivisione e la diffusione involontaria di fake news.
UNA BUSSOLA NEL MARE MAGNUM DELLE FAKE NEWS
In questo modo si dà pieno supporto ai professionisti dei media nel fornire informazioni corrette. Titan aiuta inoltre le persone comuni, che potrebbero non essere troppo accorte nella cernita delle fonti di una notizia, a giungere alle proprie conclusioni riguardo la correttezza o affidabilità di una dichiarazione online. Il nome scelto rimanda alla cosmogonia ellenica non per caso, dato che si è di fronte a un nemico immane e mutevole, quasi mitologico. Ogni epoca ha la sua battaglia da vincere, anche quelle cyber.
L’IMPORTANZA DEL CAPITALE UMANO
Solo un approccio olistico che coniuga tecnologia, alfabetizzazione informatica e gestione strategica del rischio rende le organizzazioni più resilienti: per sviluppare un livello di cyberesilienza adeguato, il gruppo Engineering investe anche sulla formazione del proprio capitale umano, puntando sulla preparazione di figure specializzate ma anche sulla consapevolezza e sulle competenze di base in tema di sicurezza cibernetica.
Attraverso la IT Management Academy vengono organizzati oltre 20 cicli di formazione, tra corsi sulla sicurezza informatica e corsi specialistici e di certificazione. I corsi non sono rivolti solo ai dipendenti del gruppo, ma anche ai clienti che abbiano necessità di rafforzarsi in tale ambito.
I numeri del resto rendono chiara l’urgenza di muoversi in tale ambito: si è contato che a livello europeo manchino circa 300mila specialisti in ambito Cyber. La formazione è quindi un punto di partenza imprescindibile per raggiungere una indipendenza tecnologica sostenuta da esperti in grado di tenere testa alle minacce cyber sempre più insistenti, sempre più evolute e perciò sempre più insidiose. Come i mitologici “villain” della escatologia greca, appunto.