(Financial Times, Alice Hancock, Henry Foy e Andy Bounds, 08/10/2025)
L’articolo in breve
- Gli USA chiedono all’UE di abolire i requisiti per le aziende non UE di fornire “piani di transizione climatica” e di escludere le imprese USA dalle norme su due diligence ambientale e sociale, definite un “eccesso regolatorio” che danneggia la competitività.
- Le richieste, senza contropartite, mettono a rischio l’accordo commerciale di Turnberry (luglio 2025) che fissa dazi al 15% sui beni UE; Trump pressa anche su leggi tech e ha spinto per diluire regole climatiche globali.
- L’UE, con von der Leyen che considera le regole un “limite invalicabile”, sta già semplificando leggi su deforestazione e lavoro forzato, ma il Parlamento frena per accuse di deregulation.
Cinque citazioni chiave
1. Documento USA critica la legislazione UE come eccessiva:
«Le regole di due diligence aziendale dell’UE sono un eccesso regolatorio ingiustificato che impone oneri economici e normativi significativi alle aziende USA».
2. Documento USA sugli impatti sulle imprese:
«La portata extraterritoriale, gli obblighi onerosi di due diligence sulle catene di approvvigionamento e i requisiti di piani di transizione climatica danneggeranno la capacità delle imprese USA di competere in Europa».
3. Un funzionario UE sulle richieste unilaterali USA:
«È una strada a senso unico. Gli USA non offrono concessioni in cambio delle loro richieste».
4. Darren Woods, CEO di ExxonMobil, sulle sanzioni:
«Le regole UE minacciano le aziende USA con penalità schiaccianti, fino al 5% del fatturato globale per violazioni delle norme di due diligence».
5. Funzionari USA sull’obiettivo dell’accordo di Turnberry:
«L’accordo quadro di Turnberry segna l’inizio di un processo più ampio per rimuovere barriere commerciali sleali nell’UE».
(Estratto dal blog di Giuseppe Liturri)