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Ecco come Trump manderà in fumo la politica energetica di Obama

Donald Trump ha predisposto negli scorsi giorni il proprio energetico all'Epa che sconfessa le politiche green e l'accordo sul clima di Parigi. L'articolo di Lorenzo Bernardi

Donald Trump negli scorsi giorni ha predisposto il proprio piano energetico all’Epa, l’Agenzia per la Protezione Ambientale americana, che sconfessa le politiche green di Obama e l’accordo sul clima di Parigi.

Il presidente lo aveva ampiamente annunciato, ma non aveva ancora dato seguito ai suoi propositi. Fino a martedì scorso, quando questi hanno assunto concretezza. Spariscono così gli intendimenti sulla riduzione dell’utilizzo delle fonti fossili, si ridimensionano gli obiettivi di abbattimento delle emissioni e, per contro, crescono le quotazioni delle aziende legate alla filiera del carbone, quelle che più avevano da perdere dall’introduzione di una politica energetica “green”.

LA POLITICA DI OBAMA

Come aveva ampiamente annunciato, il presidente degli Stati Uniti non intende sottostare ai vincoli stabiliti dall’Accordo sul clima di Parigi. Invece, punta a mantenere il dominio delle fonti energetiche tradizionali, allontanando l’America dallo “switch” alle rinnovabili, su tutto il carbone.

È questa una delle principali differenze, per quanto non l’unica, rispetto alla politica di Obama, che puntava in tutt’altra direzione. Aderendo all’Accordo, l’ex presidente aveva disegnato lo scenario di un’America pronta a convertirsi alle fonti rinnovabili e a perseguire l’obiettivo dell’abbattimento delle emissioni di Co2 entro il 2030, per limitare il riscaldamento globale. Il piano disposto da Obama fissava dei limiti alle emissioni derivanti da carbone, e puntava a spingere gli Stati a incentivare energie rinnovabili e a mandare in pensione gli impianti più vecchi. Una mossa che aveva provocato grave scontento fra i minatori del Midwest, che infatti alle ultime presidenziali si è rivolto a Trump.

LA POLITICA DI TRUMP

L’attuale presidente, sin dalla campagna elettorale, aveva promesso di mantenere aperte le miniere. Sta tenendo fede alle promesse, il nuovo piano segna un netto cambio di direzione rispetto a quello di Obama: non prevede obiettivi di riduzione delle emissioni e il tema dei cambiamenti climatici è appena accennato. Invece, il piano raccomanda una serie di misure per aumentare l’efficienza delle centrali. L’Agenzia per la protezione ambientale (EPA) ha dichiarato che se gli Stati procedessero con questo efficientamento – ed è improbabile che lo facciano – le emissioni scenderanno di circa l’1% entro il 2030. Una percentuale non in linea con le richieste di Parigi, e lontanissima dagli obiettivi fissati da Obama (-32%). Si prevede inoltre una lieve crescita della quota di mercato del carbone.

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