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Pandemia

Transizione energetica, il ruolo dell’elettricità e i problemi (strutturali) italiani

Il profilo geografico del Paese (scarsa possibilità di interconnessione con il continente europeo, vincoli di transito tra il Nord e il Sud Italia e con le isole), rende più complessa la gestione del sistema elettrico in vista della transizione energetica

Il settore elettrico riveste un ruolo centrale per il raggiungimento degli obiettivi di decarbonizzazione del sistema energetico complessivo, grazie all’efficienza intrinseca del vettore elettrico e alla maturità tecnologica delle FER. Ad oggi l’elettricità, sebbene si collochi al terzo posto per copertura dei consumi energetici finali in Italia (circa 1/5 del totale), è caratterizzata infatti da una penetrazione di fonti rinnovabili pari al 35%, molto superiore alla quota FER sui consumi complessivi del paese. Ma questo pone una serie di sfide particolarmente importanti. È quanto emerge dallo studio congiunto Cdp, Snam e Terna dal titolo “La transizione energetica in Italia e il ruolo del settore elettrico e del gas”.

UNA MAGGIORE PENETRAZIONE DEL VETTORE ELETTRICO MIGLIORERÀ LA QUALITÀ DELLA VITA

Secondo l’analisi, una maggiore penetrazione del vettore elettrico negli ambiti residenziale, industriale e nel settore della mobilità, insieme con l’incremento della quota delle rinnovabili nel mix di produzione di energia, sono strumenti decisivi per modificare il paradigma energetico e migliorare la qualità della vita nelle grandi metropoli, in cui, già oggi ma sempre più in futuro, si concentrano importanti quote della popolazione mondiale.

OBIETTIVI SFIDANTI NEL PIANO ITALIANO

Nonostante questi risultati, tuttavia, evidenzia ancora l’analisi, la strada della transizione energetica per la decarbonizzazione è ancora lunga e gli obiettivi da raggiungere nei prossimi anni rimangono estremamente sfidanti. Infatti, gli ambiziosi e condivisibili target fissati all’interno della proposta del PNIEC (Piano Nazionale Integrato per l’Energia e il Clima) prevedono, oltre al completo phase out dal carbone entro il 2025, che nel 2030 le FER coprano oltre la metà dei consumi lordi di energia elettrica (55,4%). A tale scopo entro il 2030 sarà necessaria l’installazione di circa 40 GW di nuova capacità FER, fornita quasi esclusivamente da fonti rinnovabili non programmabili come eolico e fotovoltaico. Inoltre, gli scenari Terna – Snam prevedono una ulteriore crescita della quota FER al 2040, compresa tra il 62% e il 65% dello scenario.

CARATTERISTICHE STRUTTURALI DELLA RETE ELETTRICA ITALIANA AMPLIFICANO PROBLEMATICHE

Tali problematiche sono amplificate nei loro effetti dalle caratteristiche strutturali della rete elettrica italiana che, a causa del profilo geografico del Paese (scarsa possibilità di interconnessione con il continente europeo, vincoli di transito tra il Nord e il Sud Italia e con le isole), renderanno ancora più complessa la gestione del Sistema Elettrico nelle nuove condizioni. Il nuovo contesto mette sotto pressione tutte le dimensioni chiave che il TSO deve tenere sotto stretta osservazione per gestire correttamente il Sistema Elettrico: Sicurezza, Adeguatezza, Qualità del servizio, Resilienza, Efficienza. Terna, in questo senso, ritiene che una piena integrazione delle fonti rinnovabili nel sistema elettrico sia perseguibile solo tramite la realizzazione di un set di azioni imprescindibili, coordinate e coerenti tra loro che riguardano Investimenti sulla Rete di Trasmissione Nazionale e sulle Interconnessioni con l’estero, Introduzione di segnali di prezzo di lungo periodo, Capacity Market, PPAs e meccanismi di aste FER, l’installazione di nuova capacità di accumulo Utility-Scale.

SERVONO NUOVI SERVIZI PER CENTRALE L’EVOLUZIONE DEL SISTEMA

Naturalmente, evidenzia l’analisi sulla transizione energetica, occorre anche una evoluzione e integrazione dei mercati, allo scopo di esplicitare nuovi servizi necessari nel nuovo contesto e incentivare la partecipazione di nuove risorse di flessibilità ai mercati elettrici, favorendone l’integrazione a livello europeo. Il Sistema elettrico fino ad oggi ha infatti potuto fare affidamento su una serie di servizi“ impliciti”, forniti da una flotta di impianti rotanti, in particolare termoelettrici. Alla luce degli scenari prospettici, la disponibilità di risorse che continueranno a fornire servizi di questo tipo si ridurrà sensibilmente. Diventa quindi una esigenza imprescindibile per garantire la gestione in sicurezza del sistema elettrico introdurre nuovi servizi di regolazione ed esplicitare servizi in precedenza forniti implicitamente. Inoltre, la crescente penetrazione di rinnovabili e la conseguente riduzione delle ore di produzione degli impianti termoelettrici tradizionali, aumentano la necessità di flessibilità del sistema elettrico nel nuovo contesto e rendono essenziale l’approvvigionamento di servizi di rete anche da nuove risorse di flessibilità. Risorse di consumo (demand response), generazione distribuita, rinnovabili oggi non abilitate e sistemi di storage costituiscono un ampio pool di risorse (oltre 800.000 impianti di produzione e circa 40 milioni di unità di consumo) potenzialmente utili per offrire servizi di flessibilità necessari a garantire l’adeguatezza e la sicurezza di un sistema elettrico sempre
più ampio e complesso.

L’IMPORTANZA DELLA DIGITALIZZAZIONE

A questi aspetti vanno aggiunti investimenti in digitalizzazione e innovazione per la gestione di un Sistema Elettrico sempre più complesso, integrato e distribuito, contraddistinto da una molteplicità di soggetti e relazioni. Con l’aumento esponenziale degli impianti di produzione e consumo e con l’incremento del contributo delle FER non programmabili, stiamo già oggi assistendo a una crescente complessità di gestione del Sistema e a un livello di aleatorietà previsionale maggiore, che aumenteranno ulteriormente in futuro. Al fine di mitigare opportunamente gli effetti di tali fenomeni è indispensabile garantire ai gestori di rete, e in primo luogo al gestore della rete di trasmissione nazionale (che ha la responsabilità della sicurezza del Sistema Elettrico), la disponibilità di informazioni tempestive e affidabili su un crescente numero di risorse connesse al Sistema Elettrico e in grado di influenzarne il comportamento. Fattori abilitanti di questa trasformazione sono da un lato le nuove tecnologie digitali, che consentono di raccogliere informazioni a basso costo (es. IoT, smart meter), di trasferire grandi flussi di dati con soluzioni affidabili di connettività (es. fibra ottica, 5G) e di stoccare e analizzare i dati in maniera efficace (es. advanced analytics), dall’altro gli investimenti in progetti di innovazione che mettono insieme le nuove soluzioni digitali permettendo di affrontare le nuove sfide del contesto energetico.

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