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SAIPEM

Come funziona la tecnologia subacquea per monitorare i gasdotti

Sono pochi i player in grado di operare sott'acqua, per svolgere servizi integrati di ingegneria d’ispezione, manutenzione e gestione in caso di emergenza su gasdotti che si trovano a migliaia di metri di profondità. Per riuscirci in sicurezza, servono mezzi all'avanguardia e tanta tecnologia

 

In pochi ci pensano, ma alcune delle infrastrutture essenziali per l’approvvigionamento energetico si trovano in fondo al mare, per questo sono invisibili ai nostri occhi. Vere e proprie arterie che pompano energia, trasportandola a migliaia e migliaia di chilometri di distanza. Queste opere monumentali si trovano anche a migliaia di metri sotto la superficie marina, fattore che rende ogni operazione di controllo, manutenzione e intervento particolarmente delicata e insidiosa.

Per riuscirci in totale sicurezza e con la dovuta attenzione si fa largo uso della tecnologia più avanzata. Sono però pochi i player internazionali in grado di operare in simili condizioni e ambienti. Uno di questi è italiano: Saipem, prima società al mondo a svolgere attività a oltre 3,850 metri di profondità con robot comandati dalla superficie per operazioni di recupero olio dalla petroliera sinistrata Prestige (Repsol, 2002) nonché la prima società al mondo ad aver qualificato droni sottomarini per attività di intervento ed ispezione fino a 3,000 m di profondità.

L’HUB HI-TECH DELLE OPERAZIONI SOTTOMARINE

Il cuore altamente tecnologico che permette questo tipo di esplorazioni sottomarine è Sonsub, il centro di Saipem per lo sviluppo e l’industrializzazione di tecnologie e soluzioni subacquee e nella progettazione e realizzazione di robot che facciano fronte alle nuove sfide tecnologiche.

Si tratta di un vero e proprio “hub diffuso” dedicato alla Ricerca & Sviluppo nato a metà degli anni ’80 che oggi occupa complessivamente circa 500 persone nelle sue tre sedi di Marghera, in provincia di Venezia (sviluppo e industrializzazione), Trieste (collaudi) e Aberdeen (sistemi).

In Sonsub è stata ideata e industrializzata un’intera flotta di droni sottomarini per attività di ispezione ed intervento in fondo al mare fino a 3.000 m di profondità.

COSA SONO I WROV

I Work Class Remotely Operated Vehicle (WROV), commercializzati con il nome di Innovator, sono veicoli subacquei pilotati da una postazione remota e dotati di funzioni di intervento. Vengono utilizzati da Saipem per la costruzione e la manutenzione di infrastrutture energetiche, anche ad elevatissima profondità, e per compiti di raccolta dati e monitoraggio del fondo marino. La flotta è costituita da diversi mezzi (Innovator 150hp, Innovator 250hp e Innovator 2.0).

A “BORDO” DELL’INNOVATOR 2.0

L’Innovator 2.0 è il risultato di tre anni di progettazione e test in collaborazione con i migliori centri di ricerca italiani ed europei e si avvale della produzione di componenti da parte di aziende italiane specializzate.

Il motore elettrico è capace di fornire 210 cavalli di potenza che, grazie all’efficienza dell’impianto di propulsione, garantiscono una forza di tiro di 1.100 chili in ogni direzione, una velocità massima di 3,5 nodi e la capacità di sollevare oltre 600 kg di peso agganciato alla parte anteriore del telaio (valori certificati da DNV-GL).

MEZZI PILOTATI DA REMOTO

Tali mezzi subacquei pilotati da remoto costituiscono la nuova frontiera della tecnologia dal momento che consentono all’operatore di prescindere da cavi di connessione e di alimentazione e anche del mezzo navale di appoggio. Saipem ha ideato e industrializzato un’intera flotta di droni sottomarini autonomi per attività di ispezione ed intervento in fondo al mare fino a 3.000 m di profondità.

Il programma, definito Hydrone, include veicoli – anche grandi come una Fiat 500 – in grado di operare in completa autonomia grazie all’Intelligenza artificiale che consente di gestire i processi. Tutte le operazioni sono eseguite in modalità wireless e tutti i droni sono in grado di operare in fondo al mare continuativamente fino a 12 mesi alternando 12 ore di lavoro e 12 ore di ricarica grazie a docking station collocate sul fondale.

LE OPERAZIONI IN FONDO AL MARE

Tutta questa tecnologia viene utilizzata per fornire servizi integrati di ingegneria d’ispezione, manutenzione e gestione in caso di emergenza nei gasdotti che attraversano i fondali marini a migliaia di metri di profondità.

Saipem per esempio si è appena aggiudicata il contratto per garantire la sorveglianza e i servizi di intervento sottomarino del gasdotto GreenStream, infrastruttura sottomarina fondamentale per l’approvvigionamento energetico italiano, lungo le tratte offshore e onshore presso i terminali di Mellitah, in Libia, e Gela, in Sicilia. Le operazioni subacquee saranno gestite da Sonsub ed eseguite in coordinamento con il Saipem Engineering Hub situato a Fano, in provincia di Pesaro.

I lavori ottimizzano la gestione integrata dei dati delle ispezioni e dei ricambi critici, la fornitura di servizi di ingegneria specializzati per l’integrità degli asset e quelli di intervento per il ripristino in caso di danno per un’ampia gamma di scenari. In particolare, gli interventi di ripristino in caso di danno saranno eseguiti tramite la tecnologia SiRCoS, un sistema di riparazione da remoto industrializzato da Sonsub e qualificato per operare in acque profonde fino a 2.200 metri.

IL GREEN STREAM

Il gasdotto GreenStream, lungo 516 km, rientrante nell’ambito del più ampio progetto ‘Western Libyan Gas Project’, collega con il terminale di ricevimento a Gela, in Sicilia (punto di ingresso nella rete nazionale di gasdotti), la stazione di Compressione di Mellitah, sulla costa libica, dove arriva il gas libico proveniente da due giacimenti. Il primo, Bahr Essalam, offshore a 110 chilometri dalla costa libica; il secondo, Wafa, situato nel deserto libico vicino al confine con l’Algeria.

GreenStream, posato sempre da Saipem, è il più lungo gasdotto sottomarino del Mar Mediterraneo. La profondità e la pendenza del fondale marino, la grande attenzione all’ambiente e i tempi stretti hanno reso il progetto GreenStream una vera e propria sfida in termini di progettazione e complessità: l’infrastruttura infatti attraversa punti vicino a Malta dove la profondità raggiunge i 1.150 metri. Con questo progetto, tra l’altro, Saipem ha stabilito il record della posa più profonda con ancoraggi. Per operare in acque profonde, sono state apportate specifiche modifiche al mezzo navale per la posa di condotte Castoro Sei e all’intero sistema di ormeggio della nave.

Un rimorchiatore a spinta anteriore ha fornito una forza di avanzamento costante, mentre due Anchor Handler laterali – collegate al Castoro Sei tramite cavi di ormeggio – hanno fornito stabilità mantenendo e tirando la forza necessaria al mezzo per eseguire le operazioni di posa delle condotte a quella profondità. Un risultato che sarebbe stato impossibile da ottenere con un sistema di ancoraggio tradizionale.

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