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Tutte le tensioni in Spagna dopo la figuraccia elettrica

Cosa scrivono i giornali sulle cause del blackout in Spagna, mentre il gestore della rete nazionale viene accusato di scarsa trasparenza. Estratti dalla rassegna stampa sul canale Telegram di Liturri.

Spagna: il blackout e le accuse di insabbiamento al governo socialista

Il blackout che ha colpito la Spagna il 28 aprile 2025, uno dei peggiori in un paese sviluppato, ha sollevato sospetti di un insabbiamento da parte del governo socialista di Pedro Sánchez. Fonti di Bruxelles suggeriscono che le autorità stessero conducendo un esperimento per testare l’affidabilità delle rinnovabili in vista della dismissione nucleare prevista per il 2027, senza adeguati investimenti in una rete intelligente. Red Eléctrica, gestore della rete, è accusato di poca trasparenza e di essere controllato dal governo tramite una “golden share”, con a capo una politica socialista senza esperienza. Le oscillazioni di tensione, con picchi fino a 250 kV, hanno preceduto il blackout, causando spegnimenti di sicurezza. L’industria elettrica (Aelec) critica l’inchiesta, limitata a 20 secondi, ignorando problemi strutturali. La Spagna ha investito poco nella rete rispetto alle rinnovabili, a differenza di Germania e Regno Unito. Le accuse di mancanza di inerzia nella rete sono negate, ma la gestione è giudicata negligente. Il governo Sánchez è sotto pressione per la sua politica anti-nucleare e per presunte manipolazioni, mentre l’opposizione e il “vecchio” settore energetico sfruttano il caso per attaccare il green. Senza chiarezza sulle cause, il Partito Socialista rischia gravi conseguenze politiche.

(The Daily Telegraph, Ambrose Evans-Pritchard)

Aumento di 4 euro sulla bolletta dopo il blackout

Il blackout del 28 aprile ha spinto Red Eléctrica de España (REE) ad attivare misure di sicurezza, come un maggiore uso di centrali a gas, per evitare nuovi blackout. Ciò ha causato un aumento di circa 4 euro sulla bolletta di maggio per un terzo delle famiglie spagnole nel mercato regolato (PVPC), con un incremento dell’8% rispetto ai 50 euro di aprile. L’aumento deriva dai “servizi di aggiustamento”, passati da 2,3 a 3,59 centesimi per kWh, secondo José Luis Sancha, esperto energetico. Tuttavia, l’abbondante produzione da fonti rinnovabili (eolico e fotovoltaico) ha ridotto i prezzi del mercato all’ingrosso, mitigando l’impatto. A maggio, il costo dell’elettricità è sceso a circa 14 euro/MWh, vicino al minimo storico di 13,6 euro/MWh di aprile 2024. Francisco Valverde prevede che il costo dei servizi di aggiustamento resterà stabile o aumenterà leggermente entro fine mese. I consumatori del mercato libero, due terzi del totale, non subiranno l’aumento a breve termine, ma potrebbero risentirne al rinnovo dei contratti. Nonostante il costo extra, il mercato regolato resta più conveniente quando i prezzi all’ingrosso sono bassi, grazie al boom delle rinnovabili.

(El País, Ignacio Fariza)

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