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Big Oil

Eni, Saipem e Tenaris brinderanno per l’aumento del petrolio. Report Mediobanca

Tutti gli effetti di un incremento del prezzo del petrolio sui titoli energetici secondo gli analisti di Mediobanca Securities.

Corre il prezzo del petrolio con il salire della tensione tra Iran e Stati Uniti. Il Brent segna un rialzo del 2,80% a 63,55 dollari al barile, mentre il Wti è arrivato a 55,88 dollari (+3,54%), dopo la notizia che un missile iraniano terra-aria ha abbattuto un drone militare statunitense nello spazio aereo internazionale sopra lo Stretto di Hormuz.

L’abbattimento del drone era stato annunciato inizialmente dai Pasdaran sul loro sito web, Sepah News. Un portavoce dello US Central Command ha risposto alle accuse dell’Iran dicendo che “nessun drone degli Stati Uniti stava operando nello spazio aereo iraniano” e sottolineando che il Global Hawk US RQ-4 abbattuto si trovava piuttosto nello spazio aereo internazionale, sopra lo Stretto di Hormuz.

Ma non è solo l’aumentata tensione internazionale a sostenere il prezzo del greggio. Infatti Mediobanca Securities sottolinea come i dati pubblicati ieri dall’Energy Information Administration hanno mostrato una riduzione delle scorte Usa maggiore delle attese, infatti c’è stata una contrazione di 3,1 milioni di barili (mentre il consensus si aspettava una riduzione di 1,3 milioni) per il petrolio grezzo, un dato che secondo gli analisti può essere spiegato da un aumento dell’esportazione.

Mentre le importazioni dall’Arabia Saudita sono scese al livello più basso dal 2010. Inoltre l’Eia ha anche comunicato un’inattesa riduzione delle scorte di gasolio, con la domanda che ha toccato i massimi da sempre. Nel complesso le scorte totali di petrolio e prodotti derivati dal petrolio sono scese di 0,4 milioni di barili settimana su settimana.

Gli analisti di Mediobanca Securities scrivono: “Anche se ci vorranno più dati affinché ci sia la conferma di un’inversione di trend, crediamo che la storia di crescita delle scorte Usa sia finita, con l’aumento dei tassi di raffinazione e con la domanda che sta vivendo i soliti livelli alti stagionali. Crediamo che questo potrà supportare i prezzi del petrolio nel terzo trimestre”. A questo si aggiungono l’effetto delle sanzioni sulle importazioni dall’Iran che potranno portare a un rapporto più stretto tra domanda e offerta. Non solo.

Secondo gli analisti di Mediobanca Securities ci potrà anche essere una revisione al ribasso del tasso di crescita della produzione Usa come un altro fattore che può spingere al rialzo il prezzo del greggio. Il numero di impianti operativi si è infatti ridotto e i dati più recenti sulla produzione sono stati più deboli delle attese.

“Manteniamo la nostra attesa per il Brent a 65 dollari al barile, ma vediamo dei rischi al rialzo, soprattutto nel caso di un aumento dei rischi geopolitici, come la minaccia di chiusura dello stretto di Hormuz”, dicono gli analisti che aggiungono: “Tra i titoli che copriamo crediamo che i maggiori beneficiari di un aumento del prezzo del petrolio siano Tenaris, Saipem e Eni”. Su tutti i tre titoli Mediobanca Securities ha un giudizio outperform. Eni a Piazza Affari tratta a quota 14,39 euro (+1,21%), Saipem a 4,41 euro (+2,34%) e Tenaris a 11,33 euro (+2,44%).

 

Articolo pubblicato su MF/Milano Finanza

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