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Repsol, Shell, Total: come i Big Oil si preparano all’auto elettrica

Tutti i dettagli degli investimenti “green” di Repsol, Shell, Total e non solo

Anche i Big dell’Oil&gas si preparano all’avvento dell’auto elettrica. E a darci un’idea di quello che presto sarà il futuro è una stazione di rifornimento che si trova sulla Calle de Alberto Aguilera di Madrid: qui i clienti possono ritirare il proprio pacchetto Amazon, mentre ricaricano l’auto elettrica e bevono un caffè. La stazione, ovviamente, continua a rifornire anche le auto a benzina.

Se la mobilità cambia, dunque, cambiano anche le stazioni di rifornimento. E ai big del settore non resta che adattarsi. Come Repsol, sono pronti a cambiare pelle anche Royal Dutch Shell e Total.

GLI AFFARI ELETTRICI DEI BIG OIL

“L’elettricità sarà uno dei principali business di tutte le grandi compagnie energetiche”, ha dichiarato Antonio Brufau, presidente di Repsol. L’elettricità “rappresenta la maggior parte della crescita energetica primaria”.

Ed per questo che Repsol, ma anche le rivali Royal Dutch Shell e Total sono scese in campo per fare affari lungo la filiera elettrica (dalla generazione di energia ai punti di ricarica elettrica). “Questi investimenti rappresentano una copertura per queste società: nessuno sa come si evolve il settore dell’energia o a quale velocità. C’è una convinzione, però, che i Big Oil devono evolversi con il mercato per non svanire nell’oscurità”, ha commentato al Financial Times Tom Heggarty, consulente della divisione Power and Renewables di Wood Mackenzie.

SERVE GESTIRE IL CAMBIAMENTO

Ad oggi i veicoli elettrici rappresentano ancora una piccola percentuale del totale, ma la loro crescita (almeno secondo previsioni) dovrebbe essere esponenziale, spinte anche dalla futura diffusione delle auto a guida autonome e dallo sharing.

“Il petrolio è così legato alla mobilità, che è il più esposto ai cambiamenti nei consumi”, ha detto Antonio Brufau. “Dobbiamo capire come gestire questo cambiamento”.

(ALCUNE) STRATEGIE DEI BIG OIL

Adattandosi al mercato e a quello che sarà, Repsol ha già deciso di investire nella filiera della batteria, installando una rete di punti di ricarica, dando vita a Wible, a Madrid, in collaborazione con Kia Motors, acquisendo gli asset energetici di Viesgo in Spagna.

Anche Shell ha fatto importanti passi verso l’elettrificazione: ha acquisito First Utility, fornitore di energia elettrica nel Regno Unito a febbraio, e New Motion, una delle più grandi aziende europee di ricarica di veicoli elettrici.

EUROPA VS USA

C’è da dire che i gruppi europei come Total, Shell, Equinor, BP ed Eni sono impegnati, più dei loro concorrenti americani, a dar vita ad una economia a basse emissioni di carbonio. L’Europa, in realtà, farebbe meglio anche di Cina e Russia, secondo uno studio condotto da CDP non profit.

Su 24 società, le major europee si sono dimostrate molto più preparate per la transizione verso un’economia a basse emissioni di carbonio di tutte le altre concorrenti.

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