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Rinnovabili

Ecco le colpe dell’Ue nella crisi del prezzo dell’energia

Che cosa succede ai prezzi dell'energia?. Il commento di Gianclaudio Torlizzi, analista dei mercati delle materie prime e fondatore di T-Commodity

 

Il 19 luglio il prezzo unico dell’energia ha superato i 500 euro al megawattora. Un prezzo molto alto sulle scadenze a breve lo fa scendere su quelle lunghe: il panico è talmente forte che spinge le scadenze a brevissimo ad avere prezzi elevati.

La curva del mercato elettrico evidenzia una fatica dell’offerta di stare al passo con la domanda, anche nel contesto recessivo attuale.

Il meteo preme al rialzo sui consumi elettrici: paradossalmente è il migliore alleato di Mosca, rende ancora più teso il mercato dell’energia e del gas.

Stimo pagando anni di politica energetica europea fallimentare, che ha escluso il nucleare e fatto eccessivo affidamento sulle rinnovabili.

Questa vulnerabilità ci rende dipendenti dal meteo: con le ondate calore la situazione non può che peggiorare.

In autunno, quando non avremo la spinta estiva dei servizi a compensare un minimo, potremmo assistere a prezzi in forte rialzo pur a fronte di una recessione.

E dopo l’ondata di calore estiva si potrebbe verificare un inverno rigido, con il rischio di arrivare senza scorte di gas a gennaio.

Stiamo pagando la cecità sul nucleare e bisogna rivedere il Green Deal, in una fase in cui la tensione energetica è tale. L

a politica può rivedere il mix energetico, includendo assieme alle rinnovabili anche i combustibili fossili, un po’ come stanno facendo i cinesi.

Così dovrebbe fare anche Bruxelles.

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