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Petrolio

Perché l’Arabia saudita alza la pressione su Opec+

Come si muove l'Arabia saudita sul petrolio

L’Arabia Saudita ha alzato la pressione sui produttori di petrolio riuniti nell’accordo Opec plus che stanno venendo meno ai loro impegni di ridurre la produzione di greggio nell’ambito dell’intesa raggiunta ad aprile dall’alleanza per effettuare massicci tagli alla loro produzione e sostenere i prezzi. Per questo i ministri del Petrolio del cartello, che raccoglie paesi Opec e non Opec, si sono nuovamente riuniti in settimana per controllare il rispetto ai tagli sulla scia della preoccupazione secondo cui una ripresa economica globale possa essere frenata da una seconda ondata di pandemia da Covid-19.

L’ARABIA SAUDITA AMMONISCE CHI NON FA TAGLI

Secondo quanto riferito dal Financial Times, il principe Abdulaziz bin Salman, ministro dell’energia saudita ha ammonito chi ‘usa tattiche per produrre in eccesso e nascondere la non conformità’, usate ‘molte volte in passato e finite sempre con un fallimento. Non ottengono nulla e danneggiano la nostra reputazione e credibilità’”. Pur non avendo fatto nomi precisi, “il principe Abdulaziz ha pronunciato le sue osservazioni seduto accanto a Suhail Al Mazrouei, il ministro dell’Energia degli Emirati Arabi Uniti, che negli ultimi mesi è stato tra i paesi che hanno prodotto in eccesso di centinaia di migliaia di barili”, ha proseguito Ft.

“Il JMMC (Joint Ministerial Monitoring Committee) ha osservato che la ripresa non si è verificata in tutto il mondo e un aumento dei casi di COVID-19 è apparso in alcuni paesi – si legge in una dichiarazione dell’Opec ripresa dalla Cnbc -. “Nell’attuale contesto, il JMMC ha sottolineato l’importanza di essere proattivi e preventivi e ha raccomandato ai paesi partecipanti di essere disposti ad adottare ulteriori misure necessarie quando necessario”. L’Opec + non ha annunciato ulteriori tagli alla produzione durante la riunione di giovedì, in linea con le aspettative degli analisti ma il JMMC “ha ribadito l’importanza fondamentale di aderire alla piena conformità e di compensare i volumi in eccesso il prima possibile”.

RECUPERO PIU’ LENTO

Il ministro russo dell’Energia Alexander Novak ha descritto l’aumento della domanda più lento del previsto come “allarmante”. Mentre la rinnovata spinta di Riad sul settore comporta l’attuazione dei cosiddetti tagli “di recupero” promessi dai produttori che non sono riusciti a raggiungere i loro obiettivi tra maggio e luglio, in particolare in Iraq e Nigeria, sottolinea Ft.

PREZZI IN ALTALENA

Intanto, i prezzi del greggio sono saliti dopo la riunione dell’Opec+ in linea con l’intento dell’accordo del gruppo, vale a dire tagliare 7,7 milioni di barili al giorno fino alla fine dell’anno per aumentare i prezzi del greggio Brent e del WTI. Anche se poi si è verificato un rimbalzo verso il basso.

POSSIBILI ULTERIORI INTERVENTI

Malgrado il principe Abdulaziz si sia rifiutato di commentare eventuali ulteriori azioni nei prossimi mesi per stabilizzare il mercato per mantenere l’effetto sorpresa, ha evidenziato Ft, alcuni report hanno prospettato la possibilità che vengano fatti nuovi passi per restringere l’offerta sul mercato, secondo quanto riferito da Axios. La dichiarazione congiunta in effetti ha sottolineato la necessità di soppesare “ulteriori misure necessarie quando necessario”.

“Sebbene l’Opec+ non abbia proposto alcuna modifica all’attuale accordo di taglio dell’offerta… il gruppo dei produttori ha dato l’impressione di non voler spazzare i problemi sotto il tappeto”, ha detto Bjornar Tonhaugen di Rystad Energy in una nota.

Tuttavia, l’analista della VI Investment Corp. Will Sungchil Yun ha detto a Bloomberg che nonostante l’incontro abbia aiutato i prezzi, l’effetto “potrebbe essere temporaneo, poiché c’è bisogno di un segnale forte e coerente sul fatto che un reale recupero della domanda stia effettivamente avvenendo”.

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