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Price Cap

Perché il prezzo del gas in Europa continuerà a gasarsi

Il prezzo del gas in Europa è arrivato a 241 euro al megawattora. Le cause e i commenti degli analisti.

 

Prosegue la corsa del prezzo del gas in Europa dopo i due record registrati in chiusura ieri e mercoledì rispettivamente a 241 euro al megawattora ea 227 euro. Certo, siamo lontani dal picco storico intraday raggiunto ancora il 7 marzo a 345 euro.

LE PAROLE DI BESSEGHINI (ARERA) SU PREZZI E GAS

“Il prezzo del gas è stabilmente a valori elevati e questo si trasferirà al sistema, con impatti sulle filiere industriali, sull’approvvigionamento e sulle bollette dei cittadini – ha detto al Corriere della sera il presidente dell’Arera – l’Autorità di regolazione energia reti e ambiente – Stefano Besseghini – con questi livelli di prezzi, tuttavia, il costo dell’energia diventa insostenibile anche per altri settori dell’economia e per le famiglie del ceto medio, a meno che non intervenga la Ue” spingendo “con decisione riduzione dei consumi per ridurre la sulla centralità del gas”, esplicitando “la di un tetto al prezzo del gas o un altro meccanismo che permetta di avere un maggiore controllo sui prezzi al Ttf. Inoltre, potrebbe essere temporaneamente il mercato degli Esercitati, i titoli legati all’emissione di CO2, con effetto in particolare sul mercato dell’energia elettrica. Qualsiasi intervento, europeo o nazionale, deve però tenere conto” della complessità del sistema energetico”.

IL CALDO, LA RUSSIA E IL POCO VENTO

A trainare i consumi la forte domanda per le condizioni meteo, con l’ondata di caldo che costringe le perone a tenere accesi i condizionatori. A spingere le quotazioni al rialzo anche l’offerta in calo per i tagli della Russia e la speculazione. I prezzi sono stati guidati “dal poco vento (per l’energia eolica) e dagli alti costi per l’energia alimentata a carbone e gas”, hanno affermato gli analisti di Rystad Energy. Un po’ quello accaduto esattamente l’estate scorsa, ben prima dell’invasione russa dell’Ucraina, quando iniziò la cosiddetta ‘crisi energetica’ con l’aumento dopo dei costi causati dalla ripresa della domanda della domanda insufficiente.

L’estate particolarmente calda ha limitato la produzione di energia elettrica: le alte temperature hanno colpito i sistemi di raffreddamento delle centrali nucleari e la siccità ha impedito alle chiatte di portare il carbone alle centrali tedesche. Il caldo sta facendo crescere i consumi di energia elettrica per raffreddare gli ambienti e la ventilazione, limitando il consumo calo dei consumi nei mesi estivi.

L’ANALISI DI MIRABAUD E PVM

“Questa potrebbe essere la più grande crisi energetica in Europa per almeno una generazione”, ha affermato John Plassard, analista di Mirabaud. “Ci sono molte ragioni per scommettere su un calo. Ma gli attori del mercato sembravano averle dimenticate”, commenta Stephen Brennock, analista di PVM, aggiungendo che i volumi sono particolarmente scarsi quest’estate, il che favorisce una maggiore volatilità dei prezzi. “Una recessione globale che distruggerebbe la domanda la principale rimane, con alcuni negativi provenienti dall’eurozona e dalla Cina”, ha aggiunto.

PREZZI DEL GAS SUPERIORI DI DIECI VOLTE A UN ANNO FA

Per Mark Dowding, chief investment officer di BlueBay, “i prezzi del gas all’ingrosso in Europa sono ora 10 volte superiori a quelli registrati lo scorso anno”.

LE CONSEGUENZE

Nel frattempo, la recente siccità in Europa sta esacerbando la situazione alimentare e la carenza di fertilizzanti evidenzia il rischio di un ulteriore calo dell’offerta nel prossimo periodo. “A causa di questi effetti”, conclude Dowding, “sembra probabile che l’on dell’Eurozona raggiunga il suo picco solo all’inizio del 2023, mentre nel Regno Unito l’indice dei prezzi al consumo è destinato a rimanere in doppia cifra per i mesi a venire, con un possibile picco intorno al 15% nel primo trimestre del prossimo anno”

LA GERMANIA

La Germania è tra i paesi europei più colpiti a causa della sua dipendenza dalla Russia e ieri ha avvertito che potrebbe non raggiungere l’obiettivo di riempimento degli stoccaggi.

IL GNL, L’ASIA E IL FIUME RENO

Seguendo i prezzi europei, mercoledì i prezzi spot del GNL erano appena al di sotto di 60 dollari per milione di Btu, il livello più alto dall’inizio di marzo. “Un aumento della domanda dall’Asia gli acquirenti si preparano per l’inverno potrebbe aumentare il numero di carichi diretti nella regione nei prossimi mesi”, ha scritto in una nota Lujia Cao, analista di BloombergNEF.

Intanto, si prevede che il livello dell’acqua sul fiume Reno aumenterà nei prossimi giorni grazie alle piogge, che potrebbe fornire una tregua alla crisi che ha limitato il transito delle chiatte sull’acqua. Tuttavia, il fiume è ancora storicamente basso. La situazione sul Reno ha esacerbato la crisi energetica dell’Europa.

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