Abbassare rapidamente il costo dell’energia è possibile, ma serve una strategia concreta: investire in capacità di accumulo, rinnovabili e reti di trasmissione. Le tecnologie innovative aprono la strada a nuovi modelli di business e a costi sempre più competitivi, ma non possono diventare un dogma. L’Italia, ancora in ritardo sugli obiettivi di sviluppo delle energie pulite, ma le sole rinnovabili non bastano a garantire la piena sicurezza e resilienza del sistema. Il futuro energetico richiede un mix equilibrato di fonti green, capace di coniugare sostenibilità e affidabilità. Il nostro Paese ha tutte le carte in regola per competere sullo scenario globale: dalle batterie al nucleare di nuova generazione, fino ai data center. Ma deve anche valorizzare le risorse già presenti sul territorio, come l’idroelettrico e la gestione dei rifiuti. È questa la visione emersa durante “L’energia interconnessa”, il Green & Net Zero Talk organizzato da RCS Academy e Il Corriere della Sera, dove esperti e aziende hanno tracciato la rotta per un’Italia più efficiente, innovativa e realmente sostenibile.
PICHETTO: LA VERA SFIDA E’ PRODURRE ENERGIA A COSTI PIU’ BASSI
Gli stoccaggi italiani di gas sono ai livelli più alti d’Europa, secondo il ministro dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica, Gilberto Pichetto Fratin.
“La vera sfida oggi per il Paese è produrre l’energia a un costo inferiore”, ha sottolineato Gilberto Pichetto Fratin. Il decreto Energia risponde a questa esigenza, comprendendo interventi che incideranno sul differenziale tra il prezzo del Ttf di Amesterdam e quello in arrivo in Italia. Gli interventi saranno di varia natura, dal contrasto alle criticità collegate alla rete elettrica fino a misure ad hoc “che avranno un discreto peso sui prezzi” del gas.
COME ABBASSARE DAVVERO I PREZZI DELL’ENERGIA
L’unico modo per abbassare rapidamente il costo dell’energia in Italia è investire in capacità di accumulo, rinnovabili e rete di trasmissione per permettere un’integrazione efficiente delle energie green, secondo Francesco Beccali, Chief Financial Officer di Terna. “L’aumento della penetrazione delle rinnovabili permetterà di sganciare il costo dell’energia dalla volatilità del costo del gas”, ha aggiunto.
Le tecnologie innovative permettono di esplorare business nuovi a costi inferiori, ma non devono “diventare una fede”, secondo Claudio Descalzi, ceo di Eni. “Il settore energetico non è così concentrato in questa duplice allocazione di investimenti per la transizione energetica: innovazione e transizione. Abbiamo dovuto trovare modelli economici e finanziari. La ricerca tecnologica permette di entrare a minori costi in strade completamente nuove. Le tecnologie non devono diventare una fede. Eni ha il primo Supercomputer commerciale al mondo. Siamo riusciti ad allineare i capitali alla valorizzazione delle attività”, ha detto Descalzi.
LE RINNOVABILI NON BASTANO
Il mix energetico del futuro deve trovare un equilibrio tra rinnovabili, generazione termica, batteria, idroelettrico e tutte le altre fonti green, secondo l’ad di Iren, Luca Dal Fabbro. L’obiettivo deve essere “avere fonti in Italia ed essere maggiormente resilienti in caso di crisi sia di prezzo che di disponibilità. Basta vedere quanto accaduto con la questione Russia. Ovviamente per le rinnovabili andrà fatto un investimento maggiore su reti e batterie” ha sottolineato l’ad di Iren.
Il blackout spagnolo ha mostrato l’importanza di “prendere in considerazione i limiti tecnici delle rinnovabili, che vanno combinate con accumuli”, ha detto Agostino Scornajenchi, ad di Snam.
ITALIA IN RITARDO SULL’ENERGIA GREEN
L’Italia è in ritardo sugli obiettivi per le rinnovabili, ha sottolineato l’ad di Edison, Nicola Monti. “Siamo 5 anni di ritardo sull’installazione di potenza fotovoltaica, 7-8 anni sugli impianti eolici, ma sugli accumuli siamo in ritardo di 40 anni. Questo ci dice che se non facciamo la transizione con la stessa velocità rischiamo di spendere i soldi in modo non produttivo”.
In questo scenario, “dobbiamo tenere conto di tutte le tecnologie che ci consentano di raggiungere l’obiettivo della decarbonizzazione al 2050. Tra l’altro nel nucleare ci sono filiere in Europa su cui fare un ragionamento di piattaforma condivisa”, ha aggiunto Monti.
L’UE PUO’ COMPETERE SU BATTERIE, NUCLEARE E DATA CENTER
Se è vero che l’Ue è indietro sulle rinnovabili, batterie e il nucleare possono permettere all’Ue di competere con la Cina, secondo Monti.
“Il nucleare, su cui c’è già del know-how importantissimo in Italia e in Europa. La seconda tecnologia è il mondo il mondo delle batterie. Questo settore oggi è cinese, però è in così grande sviluppo che l’industria europea può giocare questa sfida, per evitare di passare da una dipendenza energetica ad una dipendenza tecnologica, come i pannelli solari”.
Quello del mini-nucleare “è senza dubbio un percorso fattibile, stiamo parlando di una riduzione di scala di reattori più grandi, e cercare di costruire questi reattori in modo modulare, con un discorso di licensing europeo per ridurre tempi e costi. Se riusciamo a farli a livello europeo potremmo avere quell’effetto di efficienze e scala che ha portato la Cina a essere leader nei pannelli solari”, secondo Nicola Monti, ad di Edison.
“Purtroppo c’è stata l’asta sulle batterie che si comprano solo in Cina, non abbiamo trovato il modo di avere una ricaduta sull’industria nazionale né europea. Dobbiamo farci una domanda”, ha sottolineato Monti.
ITALIA PROTAGONISTA NEI DATA CENTER
I data center sono un’altra realtà che può vederci protagonisti nel mondo, secondo Renato Mazzoncini, amministratore delegato di A2A.
“Non è ancora una partita persa, possiamo giocarcela. L’Italia è il 13º Paese al mondo per data center installati e abbiamo già 60 miliardi di euro di PIL collegati a questa economia digitale. Per fare un esempio della richiesta di nuovi data center in Italia, è di 30 in Lombardia e di 20 a Milano, quindi Milano da sola concentra quasi tutte le domande di sviluppo di nuovi data center. Se il tasso di successo sarà tra il 5% e il 10%, che più o meno è il tasso di successo delle rinnovabili – ha aggiunto Mazzoncini -, vuol dire che in Italia arriveremo ad avere tra i 2 e i 5 GW di potenza complessiva in tutto il Paese”, ha sottolineato Mazzoncini.
ENERGIA, IDROELETTRICO RISORSA NAZIONALE
“L’idroelettrico è importante perché siamo il terzo produttore di energia dopo Francia e Norvegia: è il miglior storage possibile, una riserva nazionale e siccome è preziosa, oggi pensare che questo bene così prezioso possa essere messo a gara non è buona pratica liberistica, non è modernità ma è stupidità”, ha tuonato Luca Dal Fabbro, ad di Iren, suggerendo di seguire l’esempio francese per non dilapidare una risorsa degli italiani.
“In Francia hanno trovato la quadra. Noi abbiamo vari schemi da utilizzare, dato che le multiutility hanno dimostrato di saper gestirle: va bene riassegnarle a loro con un Ppp o il sistema francese ma un’asta indiscriminata per un bene strategico è una stupidità”, ha aggiunto Dal Fabbro, anticipando che a dicembre Utilitalia lancerà il primo summit a porte chiuse per parlare dei rischi cyber, identificare le criticità e le strategie di mediation del rischio.
L’ITALIA PUO’ AIUTARE AD ABBANDONARE IL GAS RUSSO
L’Italia può giocare un ruolo centrale nella strategia europea per la riduzione delle importazioni di gas dalla Russia, secondo Scornajenchi.
“Fino ad oggi l’Italia è stato una destinazione finale del gas, oggi possiamo aiutare ad emanciparci dal gas russo”, ha sottolineato.
IDROGENO TRA I PROTAGONISTI DEL FUTURO DELL’ENERGIA
L’idrogeno oggi non è competitivo, ma è possibile creare un ecosistema che ruota intorno a questo vettore, secondo Paolo Gallo, ceo di Italgas.
“Nel giro di un anno distribuiremo presso i clienti residenziali il 20% di idrogeno. La transizione si fa con i fatti, dobbiamo uscire dall’approccio ideologico degli ultimi anni. Attiveremo altri 60 impianti di biometano nel 2026. C’è la volontà di investire in questi impianti, ma bisogna superare la mancanza di chiarezza post Pnrr. Serve quindi un quadro regolatorio per regolamentare questi impianti”, ha detto Gallo.
IL POTENZIALE DEI RIFIUTI
Una delle sfide principali del futuro sarà trasformare i rifiuti in risorse. “Siamo i leader del consorzio internazionale per la realizzazione del termovalorizzatore di Roma che cambierà il paradigma della gestione dei rifiuti nella Capitale. Stiamo lavorando a interventi per la flessibilità della rete elettrica di Roma”, ha detto Pierfrancesco Latini, Chief Risk Management e Sustainability di Acea.
“Siamo passati dall’essere dei semplici venditori di energia a provider di servizi e soluzioni, abbiamo energy management, impianti rinnovabili e valorizziamo gli scarti trasformandoli in materia prima seconda”, ha dichiarato Orazio Iacono, amministratore delegato del Gruppo Hera.