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Edf

Perché Macron sbrocca su Edf

Che cosa succede tra i vertici del gruppo energetico francese Edf (controllato dallo Stato) e il presidente Macron

Grandi cambiamenti (in corso) in casa Edf, gruppo energetico francese controllato dallo Stato.

La società, come ha svelato il quotidiano Le Parisien, ha già avviato (in sordina) una riorganizzazione interna, nonostante il nuovo piano dovrebbe essere esaminato il 28 maggio e presentato ai sindacati a giugno. I dettagli.

LE DIFFICOLTA’ DELL’AZIENDA

Edf gestisce 58 reattori nucleari, che producono circa il 75% dell’energia elettrica che viene consumata in Francia.

La compagnia, però, ha affrontato, negli ultimi mesi, diversi problemi e ha dovuto interrompere la produzione di energia in decine di impianti nucleari a causa della mancanza di condizioni di sicurezza.

Il costo per la ristrutturazione dei vecchi impianti nucleari, secondo quanto svelato da Reuters, si aggira intorno ai 55 miliardi di euro.

RIORGANIZZAZIONE INTERNA

E proprio con l’obiettivo di assicurare futuri investimenti nel settore nucleare l’azienda statale francese (83,7 per cento appartiene allo Stato) ha avviato una sua riorganizzazione interna. Da tempo il governo francese sta studiando come ristrutturare Edf per proteggere le attività nucleare dalle pressioni di una quotazione in Borsa e dare una spinta al resto della compagnia.

TRATTATIVA PER MOBILITA’?

Il piano di riorganizzazione sembra essere già deciso. E secondo Le Parisien, Edf lo starebbe già mettendo in pratica: il dipartimento delle risorse umane dell’azienda avrebbe già avviato una prima trattativa riguardante un piano di mobilità.

TUTTO IN SORDINA

Peccato, però, che il piano di riorganizzazione verrà esaminato dal comitato di strategia del consiglio di amministrazione di Edf il 28 maggio, per essere presentato a a un gruppo di 200 top manager il 7 giugno e al sindacato il 20 giugno.

L’IRA DI MACRON

Le indiscrezioni di una trattativa per la mobilità avrebbero suscitato l’ira di Emmanuel Macron, che avrebbe preferito svelare le sue carte sul futuro di Edf solo dopo le elezioni europee del 26 maggio (Bruxelles deve autorizzare la ristrutturazione).

Macron “ha espresso la sua ira”, ha rivelato il suo entourage, perché il tema della riorganizzazione di Edf occupino in questi giorni le pagine dei giornali. “Bruxelles avrà davvero voce in capitolo sui termini di questa riorganizzazione. Ed è importante non affrettare i commissari che dovranno occuparsi di questo file”, avrebbero fatto sapere fonti vicine al presidente.

UNA CREAZIONE DI UNA NUOVA HOLDING?

Qualcosa di rilevante bolle in pentola. L’azienda avrebbe affidato alla banca Bnp Paribas lo studio di tutti gli scenari possibili futuri. E l’istituto finanziario avrebbe previsto, tra le altre cose, la creazione di una holding che riunirebbe al suo interno la produzione nucleare e la produzione idroelettrica.

Questa entità sarebbe a capo di una filiale incaricata di gestire la commercializzazione del gas e le energie rinnovabili. La holding manterrebbe una partecipazione di maggioranza della sua filiale, aprendo però ad investitori esterni.

EDF DEVE AFFRONTARE ANCHE PROBLEMI STRUTTURANTI

La strategia di Edf è “mettere il carro davanti ai buoi”, secondo François dos Santos, segretario CGT (il primo gruppo unione) del Comitato Centrale (CEC) di EDF. “Si prevede di separare le attività del FES prima di pensare ai problemi più strutturanti, come la regolamentazione dei prezzi, sia quelli dell’elettricità nucleare prodotta, sia quelli venduti a privati ​​o società”.

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