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Temperature Estate 2024

Il mondo dopo la rovente estate del 2024. Report Le Monde

L'estate del 2024 è stata la più calda mai registrata al mondo e anche i luoghi più freddi del pianeta, come la Lapponia e l'arcipelago norvegese delle Svalbard, hanno raggiunto temperature record. L'articolo di Le Monde

 

È stata un’estate estrema, un’estate di pericoli, scrive Le Monde. Su scala francese, questi aggettivi possono sembrare eccessivi, visto quanto sono sembrati cupi gli ultimi mesi in Francia, soprattutto nel nord del Paese. Ma a livello globale, il periodo da giugno ad agosto è stato il più caldo mai registrato. Secondo l’ultimo bollettino del Servizio europeo Copernicus per i cambiamenti climatici (C3S), pubblicato venerdì 6 settembre, il periodo da giugno ad agosto è stato il più caldo mai registrato: 0,69°C in più rispetto alla media 1991-2020, battendo di poco il precedente record stabilito nel 2023. […]

TEMPERATURE RECORD ANCHE IN LAPPONIA

Con una temperatura media di 16,82°C, l’agosto 2024 è stato il più caldo dall’inizio delle registrazioni, ex aequo con il 2023. Continua una serie quasi ininterrotta di quindici mesi, ognuno dei quali ha superato il proprio record – con l’eccezione di luglio nel dataset di Copernicus, ma non in altri, come quello della US National Oceanic and Atmospheric Administration. Agosto è stato anche il tredicesimo mese in un periodo di quattordici mesi consecutivi a superare le medie preindustriali di 1,5°C, il limite più ambizioso previsto dall’Accordo di Parigi. […]

Per tutta l’estate il mercurio è salito alle stelle, senza risparmiare nessun continente. L’Australia ha registrato temperature record in pieno inverno, con temperature fino a 41,6°C sulla costa nord-occidentale. Il Paese ha appena registrato il suo agosto più caldo, così come la Spagna e alcune province cinesi. In Giappone, l’intera estate è stata un’ondata di caldo record (pari a quella del 2023), così come in Corea del Sud. Il 7 luglio, più di 70 milioni di americani erano in stato di allerta per un’ondata di calore, che ha causato diversi decessi. A giugno, oltre 1.300 persone sono morte durante il pellegrinaggio alla Mecca in Arabia Saudita, dove la temperatura ha raggiunto i 51,8°C.

Anche in Europa si è registrata l’estate più calda mai vista, anche se la situazione varia da Paese a Paese. Nella parte occidentale del continente, come in Francia, le temperature sono state più basse rispetto agli anni precedenti, anche se in Francia sono state comunque più calde del normale, con due ondate di calore. D’altra parte, nell’Europa meridionale e orientale, in Romania, Croazia, Albania, Italia e Grecia, le persone sono soffocate sotto una serie di ondate di calore che hanno regolarmente sfiorato i 40°C. A Roma, l’ondata di calore è durata fino a quarantadue giorni consecutivi, come mai si era vista prima. Il 16 agosto, il Mediterraneo ha raggiunto temperature senza precedenti, con una media di 28,56°C. Questa intensa ondata di calore marino ha fatto temere una mortalità di massa di alcune specie, come gorgonie, ostriche, cozze e coralli.

Questo surriscaldamento non ha risparmiato le aree normalmente più fredde del pianeta. La Lapponia finlandese ha registrato un caldo senza precedenti nei mesi di giugno, luglio e agosto. Allo stesso modo, l’arcipelago norvegese delle Svalbard ha vissuto l’estate più calda per il terzo anno consecutivo. Il termometro ha superato i 20°C nella capitale Longyearbyen, la città più a nord del pianeta. […]

All’altro capo del globo, l’Antartide, dove il ghiaccio marino è al secondo livello di estensione più basso mai registrato, ha visto temperature fino a 20°C al di sopra della norma a partire da metà luglio e per la maggior parte di agosto. […]

IL CAMBIAMENTO CLIMATICO AGGRAVATO DA EL NIÑO

L’aumento della temperatura del mare e dell’aria è dovuto principalmente al cambiamento climatico, causato dal continuo aumento delle emissioni di gas serra legate alla combustione di combustibili fossili (carbone, petrolio e gas) e alla deforestazione. […]

La crisi climatica è stata aggravata dall’impatto di El Niño, un riscaldamento del Pacifico equatoriale che ha aumentato le temperature globali e reso più probabili alcuni eventi estremi. Questo fenomeno naturale è durato un anno, dal giugno 2023 al giugno 2024.

Gli scienziati si aspettavano una ripresa del riscaldamento all’inizio del 2024, con il secondo anno di El Niño ancora il più caldo. Tuttavia, continuando a giugno, luglio e agosto, i record mensili di caldo globale “stanno durando più del previsto e più a lungo di anni simili a El Niño come il 1998 e il 2016”, secondo Zeke Hausfather, climatologo del Berkeley Earth Institute. A suo avviso, la combinazione di riscaldamento globale e El Niño non è sufficiente a spiegarli. […]

MAGGIORE È LA CRISI CLIMATICA MAGGIORI SONO LE INSICUREZZE

Dal 2023 gli scienziati sono divisi sulla questione se la crisi climatica stia sfuggendo al controllo. Per il climatologo americano, “ci sono sempre più prove” che il riscaldamento globale sta accelerando, anche se rimane “coerente” con le previsioni dei modelli climatici.

Christophe Cassou, dal canto suo, non vede nulla di strano nei dati attuali, che sono “in linea con la traiettoria del riscaldamento”. Stiamo anche assistendo alla persistenza degli effetti di El Niño, mentre le previsioni stagionali avevano previsto un passaggio a La Niña”, aggiunge. Sarei sorpreso se i record continuassero fino all’inizio dell’inverno”. […]

Come sottolinea Cassou, ogni decimo di grado in più “si traduce in una maggiore insicurezza”, sia in termini di salute, alimentazione, economia, società o politica.

Riferendosi a un “allarme rosso”, Celeste Saulo, direttrice dell’Organizzazione meteorologica mondiale, ha dichiarato mercoledì a Singapore: “Siamo preoccupati ma non paralizzati. Questo significa che abbiamo bisogno di più azione. È urgente limitare le emissioni di CO2 e adattarsi alle conseguenze della crisi climatica, il che significa aumentare massicciamente i finanziamenti per il clima”. Questo tema molto delicato sarà al centro della prossima conferenza mondiale sul clima, la COP29, che si terrà a novembre a Baku, in Azerbaigian.

(Estratto dalla rassegna stampa estera a cura di eprcomunicazione)

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