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Sconto Carburanti Germania

In Germania fa flop lo sconto sui carburanti

Ecco perché lo sconto sui carburanti, una delle misure chiave del pacchetto di aiuti del governo tedesco contro il caro energia, sembra essere fallita già pochi giorni dopo la sua entrata in vigore. L'articolo di Pierluigi Mennitti da Berlino

 

Una delle misure chiave del pacchetto di aiuti del governo tedesco contro il caro energia sembra essere fallita già pochi giorni dopo la sua entrata in vigore. Si tratta dello sconto sui carburanti alla pompa realizzato attraverso uno sgravio fiscale sul costo di benzina e diesel attorno rispettivamente ai 35 e ai 17 centesimi.

Dopo un iniziale calo nei primi due giorni dall’entrata in vigore del taglio il 1° giugno, i prezzi alle stazioni di servizio sono tornati a salire, in alcuni casi recuperando tutto il calo iniziale.

LE RILEVAZIONI DELL’AUTOMOBIL CLUB ADAC

L’ultimo rilevamento sui prezzi è arrivato dall’Automobil Club tedesco, ADAC, realizzato dopo il lungo weekend di Pentecoste che aveva portato. A metà della settimana il prezzo medio della benzina premium E10 in Germania era di 1,942 euro al litro. Si tratta di 2,1 centesimi in più rispetto al venerdì precedente, il 3 giugno. Un litro di gasolio costava 1,976 euro, 0,7 centesimi in più sempre rispetto al 3 giugno . Per Christian Laberer, esperto del mercato dei carburanti dell’Automobil Club, le cose sono chiare: “Il taglio delle tasse sull’energia non sta raggiungendo i consumatori come dovrebbe. I prezzi sono ancora molto gonfiati”.

Lo sconto sui carburanti non ha finora avuto successo. “Per ora, la riduzione della tassa sull’energia non sta raggiungendo il suo scopo”, ha ripreso Laberer, “piuttosto il contribuente sta  sostenendo i profitti delle compagnie petrolifere, che a quanto pare stanno sfruttando la situazione di crisi per massimizzare i profitti a spese dei consumatori”.

COMPAGNIE PETROLIFERE SUL BANCO DEGLI IMPUTATI

Le compagnie petrolifere sono sul banco degli imputati, accusate di intascarsi quasi interamente lo sconto governativo che peraltro è pagato dai contribuenti tedeschi. Per i cittadini quindi una doppia beffa.

“Se si esclude il taglio delle tasse dal confronto, dalla fine di maggio il prezzo alla pompa è aumentato più del prezzo del greggio”, ha detto il presidente dell’Autorità federale per la concorrenza e per la tutela dei consumatori Andreas Mundt. Ma allo stesso tempo, intervenendo in un programma della tv statale Ard, Mundt ha smorzato le aspettative di molti sulla sua Autorità: potrebbe intervenire solo se ci fossero accordi concreti sui prezzi da parte delle compagnie petrolifere. Ma finora i guardiani della concorrenza non hanno riscontrato alcun comportamento anti-cartello.

Per tutto lo scorso anno e fino al febbraio 2022, la Super E5 senza tasse non è mai stata più cara di 40 centesimi rispetto al petrolio greggio, ha poi spiegato Mundt. Ma da allora la differenza è aumentata fino a toccare 60 centesimi il 27 maggio: “Questo divario crescente rende chiaro il motivo per cui dobbiamo guardare più da vicino al livello delle raffinerie”.

Anche l’associazione di categoria dei distributori di benzina (TIV) punta il dito sulle compagnie petrolifere, accusandole di sfruttare la situazione attuale per aumentare i profitti. “Le compagnie stanno approfittando di un clima di mercato che consente un prezzo della benzina relativamente alto”, ha dichiarato un portavoce dell’associazione.

LA DIFESA: SENZA SCONTO IL CARBURANTE COSTEREBBE ANCORA DI PIÙ

Le compagnie petrolifere si difendono. L’associazione di settore Fuels & Energie ha rigettato quelle che vengono definite più o meno insinuazioni e ha affermato che lo sconto viene regolarmente ribaltato sui consumatori: “Non un centesimo del denaro delle tasse finisce alle compagnie petrolifere”, ha detto il portavoce dell’associazione Alexander von Gersdorff, “senza la riduzione delle tasse, il prezzo al litro del Super E10, ad esempio, sarebbe oggi di 2,30 euro a causa della situazione del mercato”.

GLI ESPERTI: PER FRATZSCHER (DIW) È UN FALLIMENTO ANNUNCIATO

Marchel Fratscher, direttore del Diw di Berlino, uno degli istituti di ricerca economica più influenti della Germania, alza però il tiro anche nei confronti del governo: “Lo sconto sul carburante è fallito, ed era destino che fallisse. Molti esperti lo avevano previsto”. E in un’intervista alla radio statale RBB spiega il perché: “Una simile riduzione delle tasse funziona solo se c’è una vera concorrenza, ma il mercato della benzina e del gasolio è controllato e dominato da poche compagnie di oli minerali e raffinerie”, dice l’economista, “e se si dispone di un grande potere di mercato, le società si tengono questo taglio fiscale per sé e non lo trasferiscono ai consumatori”.

“Il prezzo del petrolio sul mercato mondiale sta aumentando, e anche questo gioca un ruolo, ed è per questo che non solo non sta diventando più economico ora, ma sta addirittura diventando un po’ più costoso alla pompa”, concede Fratscher, ma solo in parte: “Credo sia giusto dire che la parte del leone di questo sconto sul carburante alla fine non va al consumatore, ma alle compagnie petrolifere e alle raffinerie”.

Per il direttore del Diw il governo deve ritirare la misura: “Spero che i politici siano onesti e dicano che è stato un errore, lo ammettiamo e lo fermiamo subito. Se dopo una settimana vi rendete conto che lo sconto sul carburante è stato un errore, perché volete continuare per altri tre mesi e gettare altri tre miliardi di euro in gola alle compagnie petrolifere?”.

UNA TASSA SPECIALE SUI PROFITTI?

Sul lato politico, mentre a livello federale i partiti discutono senza al momento sapere che fare, su quello regionale il Land di Brema (una delle tre città Stato assieme ad Amburgo e Berlino) ha presentato una mozione al Bundesrat, la Camera dei Länder, per imporre una tassa speciale una tantum sui profitti in eccesso delle società in tempi di crisi e di guerra. Il progetto del sindaco di Brema Andreas Bovenschulte (Spd) prevede che solo alla fine dell’anno si stabilirà quali aziende debbano esattamente pagare l’imposta aggiuntiva, perché solo in quel momento sarà chiaro chiaro chi avrà beneficiato di profitti extra. Un’iniziativa destinata a far più rumore che altro, perché al momento non si intravede una maggioranza nel Bundesrat.

Chi si oppone decisamente a questa o simili iniziative è l’Fdp, il partito liberale. Per il ministro delle Finanze Christian Lindner (che è anche il leader dell’Fdp) un onere fiscale aggiuntivo di questo tipo verrebbe prezzato dalle imprese e finirebbe per ottenere il risultato opposto a quello desiderato, ossia una “spirale inflazionistica incontrollata”.

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