Vladimir Putin a San Pietroburgo è di casa: proprio lì ha mosso i primi passi da politico, quando la città nel nome ancora manteneva un ultimo flebile legame con il suo passato rivoluzionario. Il leader russo allora era il consigliere del sindaco per gli affari internazionali, l’esperienza che ha lanciato la carriera dell’ex tenente colonnello del Kgb. A San Pietroburgo ritorna volentieri, come è successo recentemente per aprire la V edizione dell’International Arctic Forum all’ExpoForum, la kermesse che ha avuto come tema appunto “Artico: territorio di dialogo”. Ed è la dottrina artica, come House of zar ha provveduto a indicare per tempo, uno dei temi al centro dell’agenda del leader russo.
Alla convention hanno partecipato soprattutto operatori commerciali e investitori da ogni parte del mondo.
Le giornate del forum si sono svolte su macro-aree: territori costieri; oceani aperti; sviluppo sostenibile e i panel tematici si sono occupati di energia, ambiente, connettività, turismo, trasporti, infrastrutture. E non è mancato il business: e tanto visto che sono stati firmati in 30 accordi per un totale di 1 miliardo e 100mila di dollari.
La mosca di House of zar, intenta a posarsi sui muri delle stanze dove si riuniscono i grandi per origliarne i segreti, stavolta ha volato lungo la Prospettiva Nevskij intrufolandosi in bar e ristoranti alla moda della moderna San Pietroburgo per carpire qualche anticipazione su come sta andando il quarto mandato dello Czar della grande repubblica russa. E l’argomento più caldo nelle discussioni tra una vodka e l’altra è la lotta interna tra i colossi energetici russi con Gazprom che pare tema la concorrenza del GNL di Novatek. Guardiamo i dati. Come riporta il portale Biznesalert, sui 7,6 milioni di tonnellate di GNL consegnati da Novatek nel 2018, 4,9 milioni sono stati acquistati dal mercato europeo. E a febbraio 2019, è stato il principale fornitore di gas liquefatto in Europa mentre Gazprom ha ridotto le esportazioni nel Vecchio Continente del 13% su base annua, cosa che ha portato una perdita di 30 miliardi di rubli in tasse e tariffe.
Insomma, qualcosa si sta muovendo sul fronte del mercato del gas russo. L’agenzia Interfax riferisce che Vitaly Markelov, responsabile delle finanze di Gazprom, ha ammesso che in Europa settentrionale e occidentale le forniture di GNL dalla penisola Yamal, che ha una capacità produttiva di 150 milioni di tonnellate di gas liquefatti all’anno, stanno rimpiazzando il gas di Gazprom. Markelov cita anche il fatto che Yamal LNG gode di un esonero dalle tasse minerarie e ha tariffe più basse e che nonostante ciò il prezzo del gas è sempre inferiore all’offerta di fornitura di GNL. Lo scontro si fa serio, quindi, al punto che il responsabile delle finanze del colosso russo del gas ha proposto la supervisione del Ministero delle finanze sull’esportazione di GNL di Yamal verso i mercati esteri, chiedendo anche che vengano rimossi i privilegi fiscali.
Ovviamente la risposta di Novatek non si è fatta attendere: i rappresentanti dell’azienda, intervistati da Kommersant, sostengono che le forniture di gasdotti non sono minacciate e possono crescere insieme al “previsto aumento della capacità del gasdotto”. Nel frattempo, la maggior parte del GNL Novatek è stato posto sul mercato spagnolo e in Asia, dove la materia prima ancora non raggiunge Gazprom, nonché trasbordo nei porti dell’Europa occidentale, dove ha raggiunto i nuovi mercati.
I duellanti sono agguerriti, come si conviene; nella prossima puntata ancora informazioni sulla lotta per accaparrarsi i mercati tra i giacimenti del permafrost siberiano e quelli della grande penisola dell’artico di Yamal.
(1.continua)