skip to Main Content

Algeria Cina

Gas, che cosa succede in Algeria per Eni, Enel, Edison e Total

L'approfondimento di Alessandro Sperandio

Molte grandi compagnie energetiche hanno rinnovato i contratti di fornitura gas con l’Algeria: si tratta di aziende come Naturgy, Galp, Botas, Eni ed Enel, tradizionali clienti del paese nordafricano. Mancano all’appello Edison e Total che, tuttavia, potrebbero chiudere delle intese a stretto giro. La novità rispetto al passato è data dai tagli sostanziosi e dalla durata limitata nel tempo degli accordi. Ma anche dalla rigidità di Sonatrach, la compagnia statale algerina, nel mettere in campo nuovi rapporti contrattuali di lungo termine.

SONATRACH NON HA PROPOSTO NUOVE FORME CONTRATTUALI FLESSIBILI

Come riporta Economist Petroleum, “Sonatrach e il governo si sono mostrati intransigenti” nell’accogliere nuove forme contrattuali più flessibili, come accaduto ad esempio con Russia e Norvegia che hanno incluso nei loro accordi prezzi basati in larga parte sugli hub (sostituendo in parte il tradizionale collegamento con il petrolio). “In cambio ci si aspettava che i clienti concedessero una parte della flessibilità incorporata nei contratti take-or-pay, e che potessero ridurre i volumi complessivi per lasciare l’impresa petrolifera e di gas di proprietà statale Sonatrach con una maggiore produzione di gas per il proprio portafoglio di Gnl. E questo potrebbe essere stato il risultato delle rinegoziazioni concluse o di quelle di prossima conclusione. Ma, in tal caso, il governo algerino e Sonatrach non hanno voglia di ammetterlo”, ha evidenziato Economist Petroleum.

PREZZI BASATI SU HUB RISCHIANO DI MINARE SVILUPPO FORNITURE GAS

“L’evoluzione dei prezzi basati su hub ha portato alla volatilità e, in ultima analisi, a prezzi più bassi”, ha dichiarato Fatma Zohra Cherfi-Talantikite, viceministro dell’energia in Algeria, alla conferenza Gastech di Houston a settembre secondo quanto riferito da Economist Petroleum. “Ciò potrebbe ostacolare lo sviluppo di nuove forniture di gas”, ha ammesso, aggiungendo che l’Algeria ha parlato con i partner del Forum dei paesi esportatori di gas e del Forum internazionale sull’energia per risolvere questo problema.

SONATRACH VA PER LA SUA STRADA

E infatti il Ceo di Sonatrach, Rachid Hachichi, nominato ad aprile, ha fatto un’osservazione simile quando ha parlato con Economist Petroleum ad Abu Dhabi a settembre. Ma è rimasto più in generale positivo sulle prospettive dell’azienda. “Come sapete, un contratto gas non è solo una questione di prezzi, ma è un insieme di parametri: sicurezza dell’approvvigionamento a lungo termine, flessibilità stagionale, flessibilità a breve termine e livello di take or pay che tutti i nostri clienti apprezzano. I prezzi basati sui hub non offrono questo insieme di servizi. Nel complesso, quindi, pensiamo che Sonatrach continuerà ad offrire un insieme equilibrato di servizi nei suoi contratti a lungo termine per il gas, con i prezzi che rappresentano solo uno degli elementi”.

EXPORTAZIONI DI GAS A QUOTA 51,4 MLD DI MC NEL 2018

Attualmente le esportazioni di gas dal paese sono scese nel 2018, raggiungendo quota 51,4 mld di mc (64 mld nel 2005), il 74% tramite gasdotto e il 26% via Gnl. I due terzi dell’export hanno raggiunto Spagna e Italia. Le stime parlano del fatto che circa il 35-40% dei ricavi realizzati dall’Algeria negli idrocarburi, in totale 40 miliardi di dollari, provengano solo dal gas. “L’Algeria dispone di riserve potenziali immense, che la collocano al decimo posto mondiale nella classifica del gas e al sedicesimo in quello del petrolio. Attualmente sfrutta giacimenti oramai alla maturità e caratterizzati perciò da un rapido declino produttivo – ha sottolineato il direttore delle Relazioni internazionali di Eni Lapo Pistelli su Limes -. Molto diverse sono per le problematiche legate allo sviluppo del potenziale energetico algerino. Gli idrocarburi costituiscono il 96% delle esportazioni algerine (il paese è il terzo fornitore di gas alla Ue) e procurano più della metà delle entrate del bilancio dello Stato – ha aggiunto -. Sonatrach controlla l’80% dell’intero settore produttivo ed è de facto il terzo vertice del triangolo del potere assieme al governo e all’esercito. Tale esposizione rende la compagnia molto sensibile ai mutamenti di equilibrio della politica algerina e infatti sono 7 gli amministratori delegati che si sono avvicendati negli ultimi 11 anni alla guida del colosso petrolifero”.

ANCORA DA CAPIRE L’ORIENTAMENTO DEL NUOVO CEO DI SONATRACH HACHICHI

“Poco prima della tempesta politica che ha portato il 2 aprile alle dimissioni del presidente Bouteflika, Abdelmounmen Ould Kaddour, l’ex ceo di Sonatrach, aveva lanciato il cosiddetto programma Riforma 2030, un robusto pacchetto di interventi finalizzati ad aprire il settore, attrarre 9 miliardi di investimenti per perforare 40 nuovi pozzi di gas e petrolio (inaugurando anche il nuovo filone del gas non convenzionale) che potessero portare un extragettito petrolifero di 67 miliardi di dollari entro il 2030 – ha evidenziato ancora Pistelli -. Dopo le elezioni presidenziali, l’assetto del nuovo governo, l’orientamento del parlamento verso le compagnie straniere e le prime decisioni del nuovo amministratore delegato dell’azienda Rachid Hachichi, ci faranno capire il grado di continuità o discontinuità delle riforme appena ipotizzate le quali – comunque – sono plausibilmente destinate a slittare nel tempo”.

PER L’OXFORD INSTITUTE FOR ENERGY STUDIES EDISON E TOTAL VICINE A CHIUDERE IL RINNOVO DELL’INTESA

Per quanto riguarda gli ultimi due contratti da chiudere, un paper dell‘Oxford Institute for Energy Studies ipotizza che Edison e Total chiuderanno la partita a breve: Edison importa 2 mld di metri cubi l’anno e l’accordo con Algeri scadrà a fine anno. Per Total l’intesa riguarda il Gnl e la scadenza è rimandata al prossimo anno. La domanda che si pone l’autore del paper Mostefa Ouki nasce dai recenti rinnovi siglati con Sonatrach, che hanno confermato tutti cospicue riduzioni: Eni è scesa da 16 a 9 miliardi di metri cubi per circa un decennio, Enel da 6-7 a 3 miliardi di metri cubi. La spagnola Naturgy si è fermata a 8, la turca Botas a 5 e la portoghese Galp a 2,5.

NEL 2020 ARRIVA TAP

La ragione della domanda è molto semplice. Nel 2020 si concluderanno i lavori per il Tap dal quale fluirà gas proveniente dal giacimento di Shah Deniz in Azerbaigian che rifornirà principalmente Edison ed Enel. Per questo, afferma Ouki nel paper, è probabile che se vi sarà accordo con le ultime due compagnie petrolifera, sarà sicuramente a quantità e tempi ridotti rispetto al passato.

RIMANE LA REGOLA “49/51”

Il governo, intanto, ha deciso di confermare la regola di investimento “49/51” nel settore degli idrocarburi, il che significa che l’Algeria deve detenere almeno il 51 per cento delle quote in qualsiasi progetto di investimento con un partner energetico straniero, a condizione che la quota del partner straniero non superi il 49 per cento. Le compagnie straniere hanno criticato questa regola, affermando che avvantaggia il gruppo statale Sonatrach a spese dei partner stranieri. Il governo, tuttavia, ha affermato che il nuovo progetto di legge mira a fornire incentivi agli investimenti stranieri nel settore degli idrocarburi a lungo termine, senza compromettere gli interessi nazionali.

Back To Top