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ENi

Come vanno conti e produzione dell’Eni

Numeri, confronti e scenari dopo i dati odierni di Eni sul primo trimestre dell’anno. L’articolo di Luigi Pereira Non hanno entusiasmato troppo la Borsa i numeri del primo trimestre dell’Eni. In particolare l’ammontare dell’utile non ha fatto sprizzare di gioia gli investitori. ATTESE E RISULTATI Nel primo trimestre dell’anno Eni  ha realizzato un utile netto rettificato in…

Non hanno entusiasmato troppo la Borsa i numeri del primo trimestre dell’Eni. In particolare l’ammontare dell’utile non ha fatto sprizzare di gioia gli investitori.

ATTESE E RISULTATI

Nel primo trimestre dell’anno Eni  ha realizzato un utile netto rettificato in aumento del 31% a 978 milioni di euro rispetto al primo trimestre del 2017, l’utile operativo rettificato (adjusted) è stato pari a 2,38 miliardi di euro (+30%), mentre l’utile netto si è attestato a 946 milioni (-2%). Risultati inferiori al consenso Bloomberg che si aspettava un utile operativo rettificato di 2,66 miliardi di euro e un utile netto rettificato di 1,14 miliardi di euro. Vediamo ora tutti i numeri in dettaglio.

L’UTILE DEL PRIMO TRIMESTRE

L’Eni chiude il primo trimestre con un utile netto pari a 946 milioni di euro (-2%) e un utile netto adjusted di 978 milioni (+31%).

COME E’ ANDATO L’UTILE OPERATIVO

Nel primo trimestre 2018 l’utile operativo adjusted (in fondo all’articolo la spiegazione di cosa si compone) si è attestato a 2,38 miliardi (in crescita del 30%) ed è stato trainato, spiega la nota dell’Eni, dalla “solida performance del settore esplorazione e produzione che registra un incremento del 47%, beneficiando del rafforzamento dello scenario petrolifero, peraltro attenuato dal cambio (+8% l’incremento delle quotazioni in euro del marker Brent, +24% la quotazione in dollari) e della crescita produttiva”.

GAS & POWER

Il settore gas and power ha conseguito un utile operativo adjusted di 0,3 miliardi, in linea con il primo trimestre 2017 “per effetto della positiva performance del business GNL (vendite +35% a 2,7 miliardi di metri cubi) che ha beneficiato di maggiori margini e volumi grazie all’integrazione con l’upstream, nonché di ulteriori azioni sui contratti long-term in grado di assorbire l’effetto legato ai proventi una tantum registrati nel 2017”.

RAFFINAZIONE E CHIMICA

Il settore Raffinazione-marketing e Chimica ha registrato una flessione del 59% dell’utile operativo “a causa dello scenario particolarmente sfavorevole, i cui effetti sono stati parzialmente assorbiti da iniziative di ottimizzazione e di efficienza e dalla migliorata performance impiantistica”: nella chimica, in particolare, il gruppo paga anche la flessione dei margini del polietilene, condizionati dall’eccesso di offerta proveniente dai mercati medio orientali.

LA PRODUZIONE DI IDROCARBURI

Nel primo trimestre 2018 l’Eni ha raggiunto una produzione di idrocarburi pari a 1,867 milioni di barili al giorno, in crescita del 4% rispetto allo stesso periodo dello scorso anno.

IL COMMENTO DI ENI

La performance, spiega la nota dell’Eni, riflette il contributo dei ramp-up (la progressione della produzione, ndr) dei progetti del 2017 in particolare in Angola, Egitto, Ghana e Indonesia e degli start-up 2018 (per un contributo complessivo di 238 mila barili al giorno), nonché l’ingresso nei due “Concession Agreement offshore” in produzione di Lower Zakum (5%) e Umm Shaif/Nasr (10%) negli Emirati Arabi Uniti.

I FATTORI

Questi fattori, però, sono stati da altre voci come le fermate programmate in Algeria, il rallentamento dell’attività in Venezuela, nonché il declino di giacimenti maturi. Escludendo l’effetto prezzo nei contratti Psa (Production sharing agreement), inoltre, la produzione è in crescita del 4,4%. In particolare, la produzione di petrolio è stata di 885 mila barili al giorno, con una crescita di 53 mila barili, pari al 6,4%, rispetto al primo trimestre 2017 dovuta ai ramp-up del periodo parzialmente compensati dall’effetto prezzo e dalle fermate programmate.

LA PRODUZIONE DI GAS

La produzione di gas naturale è stata di 152 milioni di metri cubi al giorno con una crescita di 3 milioni, pari al 2% rispetto al primo trimestre del 2017 per effetto dei ramp-up produttivi parzialmente compensati dal declino di giacimenti maturi.

LE PREVISIONI

Per quanto riguarda l’intero 2018, l’Eni conferma la revisione al rialzo del 4% per la produzione, corrispondente a un livello di circa 1,9 milioni di barili al giorno. L’incremento sarà sostenuto dal ramp-up degli avvii 2017 in particolare in Egitto, Indonesia e a Kashagan, dagli start-up di nuovi progetti in particolare in Angola e Ghana, dalla stabilizzazione di Goliat (Norvegia) e dal contributo dell’iniziativa negli Emirati Arabi, in parte compensati prevalentemente dai declini delle produzioni mature.

LE PAROLE DI DESCALZI

Ecco come il capo azienda di Eni, Claudio Descalzi, ha commentato i conti del gruppo: “Nel primo trimestre i risultati economici e finanziari di Eni “sono stati eccellenti, migliorando in misura più che proporzionale rispetto allo scenario petrolifero. Rispetto al primo trimestre 2017, con un incremento del prezzo Brent in euro dell’8%, l’utile operativo adjusted di gruppo è aumentato del 30%, mentre la generazione di cassa da risultato è cresciuta del 22%”. Questi risultati, ha aggiunto, “sono stati ottenuti principalmente grazie alle maggiori produzioni di idrocarburi, che hanno spinto il risultato operativo E&P con un incremento del 47%. Nel primo trimestre sono inoltre proseguite le azioni di ottimizzazione del nostro portafoglio assets con l’ingresso negli Emirati Arabi Uniti, una delle aree piu’ produttive al mondo, e la vendita di un ulteriore 10% del campo di Zohr in Egitto. Anche i business Mid-Downstream hanno ottenuto risultati importanti nel trimestre, nonostante uno scenario per loro meno favorevole rispetto al 2017, beneficiando delle azioni di rafforzamento e sviluppo messe in campo negli ultimi 3 anni. In particolare il GNL ha conseguito risultati di rilievo, frutto dell’accresciuta integrazione con le altre attivita’ di gruppo. Sulla base di questi risultati e della strategia annunciata con il Piano 2018-2021, confermo per il 2018 l’obiettivo di una cash neutrality a un prezzo del Brent pari a 55$ al barile”.

Utile operativo e utile netto adjusted

L’utile operativo e l’utile netto adjusted sono ottenuti escludendo dall’utile operativo e dall’utile netto reported gli special item e l’utile/perdita di magazzino, nonché, nella determinazione dell’utile netto dei settori di attività, gli oneri/proventi finanziari correlati all’indebitamento finanziario netto. Ai fini della determinazione dei risultati adjusted dei settori, sono classificati nell’utile operativo gli effetti economici relativi agli strumenti finanziari derivati attivati per la gestione del rischio connesso all’esposizione dei margini industriali e dei debiti e crediti commerciali in valuta ai movimenti dei tassi di cambio e le relative differenze di cambio di traduzione. L’effetto fiscale correlato alle componenti escluse dal calcolo dell’utile netto adjusted è determinato sulla base della natura di ciascun componente di reddito oggetto di esclusione, con l’eccezione degli oneri/proventi finanziari per i quali è applicata convenzionalmente l’aliquota statutory delle società italiane.

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