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Che cosa (non) va nel programma M5s-Pd su energia e ambiente. Parla Sileo (I-Com)

Conversazione di Start Magazine con Antonio Sileo, direttore Osservatorio Innov-E dell'Istituto per la Competitività (I-Com), sul programma energetico del governo Conte 2

 

Rinnovabili sì, nuove concessioni di trivellazioni no. Sì ad impianti di riciclaggio, ma no inceneritori. Il programma di governo M5S-Pd indica quali saranno le prossime mosse in tema di ambiente ed energia. Ma nulla è scontato. E, soprattutto, niente è così semplice.

Start Magazine ha avviato una serie di approfondimenti sulla parte che riguarda l’energia e l’ambiente contenuta nel programma del governo Conte 2. Dopo l’intervista a Davide Tabarelli, presidente di Nomisma Energia, ecco la conversazione con Antonio Sileo, direttore Osservatorio Innov-E dell’Istituto per la Competitività (I-Com)

Milano Finanza ieri ha scritto che il Green New Deal del neonato governo giallorosso potrebbe concretizzarsi anche in una nuova tassa da 10 miliardi. In Senato è pronto un disegno di legge per l’istituzione di una carbon tax che, modificando il testo unico sulle accise, introdurrebbe una tassa indiretta sul carbone…

Sì, potrebbe. Per l’introduzione della carbon tax c’è già un provvedimento in esame, ma è precedente alla crisi. Bisogna dunque aspettare e vedere quali saranno le intenzioni del nuovo governo, che diciamocela, da ottobre sarà impegnatissimo con la sessione Bilancio. L’introduzione di questa imposta è difficile che venga realizzata nel breve termine.

Perché?

L’introduzione di una carbon tax ha bisogno di messa a punto dettagliata, serve tempo non è una cosa così semplice ed immediata. Certo, non si può escludere a priori che proprio in fase di sessione bilancio si parli di carbon tax, ma non è tema da far entrare dalla finestra.

Quale l’impatto su imprese e cittadini?

Difficile stimarlo senza dettagli, sicuramente aumenterebbe i costi di produzione avendo un importante impatto sui conti delle imprese e nelle bollette. Sarebbe meglio che questa imposta, se ci deve essere, venga pensata ed introdotta a livello sovranazionale.

Nel programma è previsto lo stop a nuove concessioni per le trivellazioni. Si aspettava una misura di questo tipo?

Il Movimento 5 Stelle ha sempre fatto del “No Triv” la sua bandiera, mentre mi aspetto che il Pd assuma in merito una posizione più articolata.

Cioè?

Il provvedimento Sblocca Trivelle, inserito nello Sbocca Italia, che poi ha portato al referendum che non raggiunse il quorum, è a firma di Matteo Renzi, quindi Pd.

Lo stop alle trivelle potrebbe far perdere consensi al Pd? Ad esempio in Emilia Romagna…

Sì e no. A Ravenna hanno già manifestato il dissenso contro lo stop alla concessioni, mentre in Abruzzo ne sarebbero felici. Vede, un caso criptico è la Basilicata, dove al referendum hanno votato, superando il quorum, lo stop alle trivelle e alle elezioni hanno fatto vincere il centrodestra, che in campagna elettorale ha sposato la posizione sviluppista. La questione, comunque, non è semplice e mi aspetto dibattiti su questo fronte…

In che senso?

Le concessioni non sono tutte uguali, di questo bisogna tenerne sempre conto quando si parla di stop. Potrebbero essere concessioni per studio e ricerca, concessioni di esplorazioni…

Il programma parla di “indirizzare l’intero sistema produttivo verso un’economia circolare, che favorisca la cultura del riciclo e dismetta definitivamente la cultura del rifiuto”. Crede che rifiuti zero sia un obiettivo realistico?

È un obiettivo a cui tendere, certo, ma non credo sia realistico: in generale, produrre meno rifiuti non è semplice. Come dimostrano i Paesi più virtuosi e come afferma lo stesso pacchetto per l’economia circolare della Ue. Senza contare che, per molti aspetti, più che un argomento da programma di governo, è questione di educazione civica. Capisco però che parlando di rifiuti zero sia facile trovare consenso.

Cosa vuole dire?

Oggi più che mai è molto sentita la lotta alla plastica (che però rappresenta solo lo 0,7 per cento dei rifiuti prodotti in Europa). Ed anche uno dei cavalli di battaglia di Grillo è stato l’attacco ai camion che viaggerebbero su e giù per la penisola per trasportare bottiglie d’acqua. Le aziende produttrici di acqua in bottiglia, però, sono sempre più attente agli impatti ambientali e, per esempio, per ridurli si utilizzano a camion alimentati a GNL.

Parlando sempre di rifiuti, nel programma c’è l’impegno a favorire la realizzazione di impianti di riciclaggio e, conseguentemente, a ridurre il fabbisogno degli impianti di incenerimento. Cosa ne pensa?

Non è semplice trovare una soluzione alternativa agli inceneritori, bisogna prenderne atto. La chiusura di quelli esistenti o la non realizzazione di quelli già approvati significa spostare il problema altrove, non risolverlo. Anzi se “rifiuti zero” resta un obiettivo ideale, ma oggi impossibile, “discarica zero” è una strada già praticata in diversi paesi europei, che però si servono proprio dei termovalorizzatori.

Che cosa secondo lei Pd e M5S devono assolutamente fare?

Cercare di interloquire con gli attori del mercato, quello che fino ad oggi è mancato e che ha portato all’approvazione di norme molto criticate e che potrebbero danneggiare i cittadini.

A cosa si riferisce?

Al bonus/malus sulle auto, per esempio. É stata introdotta una norma scopiazzando la Francia, senza tenere conto che in Francia non si paga il bollo ed in Italia sì. Sono state penalizzate le auto indipendentemente dal loro utilizzo: una vettura viene tassata in base alle sue caratteristiche e non in base a quanti chilometri percorre. E poi c’è l’efficienza energetica, tutti ne parlano e tutti la vogliono ma bisogna concretizzare.

Parla dell’eco-bonus?

Sì, il M5S all’opposizione intendeva stabilizzare la normativa, ma nella Legge di Bilancio 2019 al posto della solita proroga di un anno non si è andati oltre i tre anni. Evidentemente si è scontrato con i conti, se questi non tornano, non tornano. Quello che mi auguro, anche per il disegno di legge Energia, di cui si è parlato, è che si mettano d’accordo su poche cose e che le realizzino. Che non si ripeta quello che è avvenuto con i Decreti sulle Rinnovabili, che abbiamo atteso per troppo tempo. Il tempo è prezioso, anche per le imprese..

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