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Hpc4

Come funzionerà (e a cosa servirà) il nuovo supercalcolatore HPC4 dell’Eni

Fatti, numeri e dettagli del processo di trasformazione digitale di Eni. L’articolo di Start Magazine Il Cane a sei zampe abbraccia in toto la tecnologia e prova ad anticipare il futuro. Meglio, ad essere esempio e guida per le aziende italiane e non. Il big energetico ha avviato una trasformazione digitale basata sulle competenze e…

Il Cane a sei zampe abbraccia in toto la tecnologia e prova ad anticipare il futuro. Meglio, ad essere esempio e guida per le aziende italiane e non. Il big energetico ha avviato una trasformazione digitale basata sulle competenze e che è ora nella sua fase cruciale, grazie all’avvio del nuovo supercalcolatore HPC4.

Di tutto questo si è parlato all’evento “Imagine Energy. Storie di dati, persone e nuovi orizzonti”, che si è tenuto presso il Green Data Center Eni (GDC) di Ferrera Erbognone e nell’ambito del quale sono intervenuti l’amministratore delegato di Eni, Claudio Descalzi, il presidente del Consiglio Nazionale delle Ricerche (CNR), Massimo Inguscio, esponenti del mondo scientifico e rappresentanti di Eni.

DIGITALIZZAZIONE, UN PERCORSO LUNGO 30 ANNI

Il processo di digitalizzazione è iniziato circa trent’anni fa in Eni ed è destinato a coinvolgere tutte le aree dell’azienda, prima che nell’industria si cominciasse a parlarne. Attualmente si contano 150 progetti trasversali a tutte le aree di business e oltre 150 manager coinvolti.

Tra i primi approcci al mondo digital, quelli con i primi calcolatori potenti e software proprietari associati al calcolo e trattamento di enormi quantità di dati: sia quelli geologici relativi all’esplorazione, sia quelli alla base delle simulazioni fluido dinamiche in giacimento. Successivamente, la società ha avviato lo sviluppo di algoritmi ‘proprietari’ nelle attività di esplorazione. Negli anni 2000, Eni ha poi riscritto i propri algoritmi, ingegnerizzandoli secondo una struttura dell’hardware integrata (CPU+ GPU) che consentisse di superare la logica sequenziale e di lavorare per cluster di calcolo. In questo modo, ogni elaborazione viene scomposta in diversi “job” che vengono poi ricomposti alla fine, permettendo di lavorare in parallelo più velocemente.

GLI OBIETTIVI

Perché Eni ha scelto la via del digitale? I motivi sono molteplici, come gli obiettivi che si intende raggiungere: dal miglioramento della sicurezza e della salute degli operatori della società, all’aumento ulteriore del livello di affidabilità, operabilità e integrità tecnica degli impianti, con benefici sia in termini di sicurezza che di impatto ambientale; dal rafforzamento delle performance economico-operative, allo sviluppo di nuovi modelli di business e all’incremento della rapidità dei processi decisionali, che diventeranno sempre più data driven.

I SUCCESSI DEL DIGITALE

Grazie al mix tra tecniche tradizionali e digitale, Eni è già riuscita, come spiega la nota diffusa dalla società “a raggiungere risultati straordinari, come per esempio la storica scoperta egiziana di Zohr, la più grande mai effettuata nel Mar Mediterraneo”.

IL SISTEMA DI CALCOLO PIU’ POTENTE DEL MONDO

Grazie al supercomputer HPC4, che sorge all’interno del Green Data Center (tra i primi in Europa per tipologia e dimensione e tra i primi al mondo per efficienza energetica), Eni può vantare il sistema di calcolo più potente al mondo a livello industriale. La compagnia ora ha un’infrastruttura di calcolo con una capacità di picco pari a 22,4 Petaflop, vale a dire 22,4 milioni di miliardi di operazioni matematiche svolte in un secondo.

UN IMPORTANTE RISPARMIO ENERGETICO

Il Green Data Center, alimentato dalla centrale termoelettrica di Enipower e da un parco fotovoltaico da circa 1 MW installato presso la struttura, ospita una infrastruttura di supercalcolo ibrida capace di assorbire la metà dell’energia di un sistema tradizionale, e di ridurre le emissioni di CO2. Nel 2017, in particolare, è stato raggiunto un grande traguardo in ottica di risparmio energetico, ottenendo un PUE (Power Usage Effectiveness) di 1,175 rispetto ad una media mondiale di 1,8 (dato EPA, US Environmental Protection Agency). Di conseguenza la quantità di CO2 risparmiata all’atmosfera nel triennio 2014-2017 è stata di 18.000 Ton e l’elettricità risparmiata nello stesso periodo ammonti a oltre 50.000 MWh.

L’IMPORTANZA DELLE PERSONE

Il processo di digitalizzazione di Eni non esula la società dal servirsi delle competenze umane. “Ma se il progresso tecnologico oggi offre opportunità fino a poco tempo fa impensabili, senza le persone e le competenze – spiega la nota – si tratterebbe di uno strumento estremamente potente ma improduttivo. La trasformazione digitale di Eni è quindi una storia di integrazione tra persone, competenze, tecnologia e informatica”.

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