skip to Main Content

Azerbaigian

Il governo Conte non tocchi Tap, Ilva, Tav e legge Fornero. L’appello di Boccia (Confindustria)

L’Italia rischia di perdere “irrimediabilmente” la sua centralità “rimettendo in discussione scelte strategiche per il nostro futuro. A partire dal terzo Valico, dalla Tav e la Tap. Condannando così il nostro Paese, i suoi cittadini e le sue imprese, a una posizione di marginalità e isolamento e a un enorme perdita di credibilità”. E’ uno…

L’Italia rischia di perdere “irrimediabilmente” la sua centralità “rimettendo in discussione scelte strategiche per il nostro futuro. A partire dal terzo Valico, dalla Tav e la Tap. Condannando così il nostro Paese, i suoi cittadini e le sue imprese, a una posizione di marginalità e isolamento e a un enorme perdita di credibilità”.

E’ uno degli allarmi frammisti ad auspici lanciati oggi dal presidente Vincenzo Boccia nella sua relazione all’assemblea annuale di Confindustria. Messaggi inviati indirettamente ai due partiti – Movimento 5 Stelle di Luigi Di Maio e Lega di Matteo Salvini – che si apprestano a dare vista a un governo.

Ecco in sintesi alcuni dei passi salienti della relazione tenuta da Boccia.

LE INFRASTRUTTURE STRATEGICHE

Dall’Ilva alla Tav, su industria e infrastrutture “occorre superare il blocco ideologico”, dice il leader degli industriali, Vincenzo Boccia. Chiede di non fare passi indietro sulle infrastrutture “a partire dal terzo valico, dalla Tav e dal Tap”. Sulla Torino-Lione “l’Italia si e’ battuta con vigore”. Si rischia “isolamento”, “una enorme perdita di credibilita’”: sono infrastrutture che “portano lavoro, democrazia, commercio, crescita”

TRUMP, L’ACCIAIO E L’ILVA

Sull’Ilva, e più in generale sul ruolo dell’industria, Boccia ha fatto un parallelo di fatto fra quanto si rischia in Italia e quanto avviene al contrario negli Stati Uniti: “In America il declino della manifattura ha creato grandi squilibri sociali, e ha lasciato molti territori indietro. Ma oggi si lavora per riportare le fabbriche nel Paese, creare posti di lavoro tagliando le tasse alle imprese, attrarre investimenti esteri, mettere dazi a chi importa e incentivare chi produce all’interno dei confini nazionali. Si parla di produrre più acciaio, mentre da noi si vuole chiudere l’Ilva, la più grande acciaieria d’Europa”, ha detto  Boccia.”Possiamo non condividere il loro protezionismo – ha aggiunto il presidente di Confindustria – ma l’obiettivo è chiaro: costruire un’economia forte per una politica forte, anche attraverso un riequilibro della bilancia commerciale”.

I TIMORI SUI CONTI PUBBLICI

C’è anche un altro timore che attanaglia la confederazione degli industriali: lo stato e le prospettive della finanza pubblica. Perché? Perché “non è affatto chiaro dove si recuperano le risorse per realizzare i tanti obiettivi e promesse elettorali”, ha detto il presidente di Confindustria, Vincenzo Boccia.

LE PREOCCUPAZIONE SULLA DECRESCITA

C’è una preoccupazione anche culturale in Confindustria: “Possiamo progredire lungo la strada della crescita o possiamo fare passi indietro e tornare ad una Italia povera e agricola che i nostri nonni e i nostri genitori hanno saputo trasformare, dalle macerie del dopoguerra, nell’Italia che tutti ci invidiano, patria del bello e del ben fatto”.

DOSSIER EUROPA

Altra stilettata indiretta a Movimento 5 Stelle e Lega: “L’Europa è imprescindibile. Possiamo criticarla per quello che non fa, per la lentezza delle sue decisioni, per il bizantinismo con il quale a volte legifera. Per gli uomini e le donne che sono al vertice che dobbiamo spingere a fare di più è meglio. Ma non mettiamo in discussione il principio che solo insieme potremmo continuare a generare benessere coesione sociale”. Così il presidente Vincenzo Boccia nella sua relazione all’assemblea annuale di Confindustria. “E, soprattutto, non ci lamentiamo con l’Europa – aggiunge – se non siamo presenti e non vigiliamo su i nostri interessi”, ha aggiunto.

CAPITOLO DEBITO

Anche nella parte del discorso di Boccia sul debito pubblico italiano si rintracciano accenni indiretti di fatto rivolti a Lega e Movimento 5 Stelle viste le bozze, poi modificate, del Contratto per il governo di cambiamento, in cui figuravano ipotesi controverse su modi per ridurre il debito pubblico: “Occorre una politica che rassicuri sulla graduale riduzione del debito pubblico creando le precondizioni per la crescita e la creazione di lavoro, vera missione Paese. Questo significa – ha detto Boccia – uscire dalla doppia incertezza: europea e internazionale da una parte, italiana dall’altra”.

GLI AUSPICI SU PENSIONI E LAVORO

Infine, un accenno anche alle pensioni: “Meno enfasi sulle pensioni e piu’ sul lavoro, che acquista una centralità assoluta”, ha auspicato il presidente di Confindustria, Vincenzo Boccia, nella relazione all’assemblea annuale, sottolineando che “occorre ricucire lo strappo intergenerazionale, spostando l’attenzione oggi troppo rivolta alle pensioni”. Che, aggiunge, “sono importanti, un diritto acquisito e sacrosanto. Ma non possiamo scaricarne l’onere sui giovani, già gravati”.

Back To Top