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Bollette

Come la Germania aiuterà i tedeschi sulle bollette

L'articolo di Tino Oldani su Italia Oggi

Il potere logora chi non ce l’ha, diceva Giulio Andreotti. Vero. Altrettanto vero è che il potere rafforza chi ce l’ha. Olaf Scholz, il cancelliere tedesco, ne è la prova. Descritto per mesi come privo di carisma e indeciso a tutto, una sorta di nullità al confronto con Angela Merkel, padrona in Europa oltre che in Germania, nelle ultime settimane Scholz ha compiuto una metamorfosi sorprendente, di cui va preso atto: prima ha fatto un discorso solenne, affermando che d’ora in poi il principio cardine del suo governo sarà «La Germania prima di tutto». Poi ha dato seguito alle parole con i fatti, fino ad imporre la propria leadership all’interno della coalizione semaforo, dove i Verdi e i liberali litigano su ogni questione e lui fa da mediatore, uscendone vincitore.

Tra le decisioni forti, di grande impatto sociale, la prima riguarda il salario minimo, che il governo Scholz ha elevato a 12 euro l’ora, misura in vigore dal primo ottobre. In precedenza, era di 9,82 euro (epoca Merkel), con un primo ritocco vero l’alto a 10,45 euro dal primo luglio scorso. Secondo uno studio dell’Istituto per la ricerca economica e sociale (Wsi), ne hanno beneficiato 6,64 milioni di lavoratori, dei quali 2,25 milioni a tempo pieno, 1,81 milioni a tempo parziale e 2,29 milioni titolari di un mini-job.

Lo studio ha verificato che l’aumento salariale ha portato benefici non solo nelle regioni povere della ex Germania Est, ma soprattutto in quelle occidentali, le più popolose e industrializzate, come la Renania Settentrionale-Vestfalia (1,3 milioni di beneficiati) e la Baviera (930 mila beneficiati). Quanto alle grandi città, Berlino ha avuto il numero più alto di beneficiati (305 mila persone, il 17,8% del totale), seguita da Amburgo (160mila), Monaco (107mila) e Colonia (94mila). Gli analisti concordano sul fatto che questo aumento salariale arriva nel momento giusto e sarà di aiuto per i meno abbienti nel fare fronte al forte aumento dei prezzi dell’energia e del cibo. Di fatto, Scholz si è guadagnato la gratitudine di milioni di famiglie, e non è un caso che il suo partito, la Spd, abbia vinto con il 33% le elezioni regionali in Sassonia del 9 ottobre.

Non meno forti le decisioni di Scholz su altri due fronti: il contrasto alla crisi dell’energia e all’alto prezzo del gas da un lato, la politica estera dall’altro. Per aiutare le famiglie e le imprese tedesche di fronte al forte aumento delle bollette, Scholz ha varato un maxi-piano di 200 miliardi di euro. E, nonostante il diluvio di critiche arrivate da tutta l’Europa, in testa quelle di Mario Draghi e dei 15 paesi che, insieme all’Italia, chiedono da mesi all’Ue un price cap sul gas, il cancelliere tedesco ha tirato dritto. Così, senza aspettare che Bruxelles si accordasse, dopo mesi di rinvii, una misura di compromesso chiamata «price cap dinamico», varata ieri e considerata da molti l’ennesima «supercazzola» dell’euroburocrazia, Scholz ha spiegato che i primi 91 miliardi, dei 200 stanziati, saranno spesi dallo Stato in due fasi. Prima pagherà la bolletta mensile del gas di dicembre per tutte le famiglie e le piccole e medie imprese, con un esborso di 66 miliardi di euro per le bollette private delle famiglie e delle piccole imprese, più 25 miliardi di sussidi per la grande industria.

Da marzo 2023 a fine aprile 2024, la seconda fase: le famiglie tedesche pagheranno 12 centesimi a kwh per il primo 80% del consumo di gas calcolato sulla media dello scorso anno. Le industrie, dal primo gennaio 2023 alla fine di aprile 2024 pagheranno 7 centesimi per kwh per il primo 70% del consumo, sempre riferito alla media dell’anno precedente. In soldoni: per una famiglia che consuma 20mila Kwh di gas l’anno, la bolletta senza sconti sarebbe di 4.108 euro l’anno. Con l’aiuto del governo, la bolletta annua scenderà a 2.742 euro, con un risparmio di 1.366 euro. Un ristoro considerato valido sia in chiave anti-inflazione, sia come sostegno ai consumi. Il pacchetto Scholz è stato accolto con favore dal mondo industriale, in quanto foriero di una «nuova normalità», che consente di pianificare il futuro e consolidare il primato dell’industria tedesca in Europa. Di fatto, con queste misure, la Germania ha già introdotto un proprio tetto al prezzo del gas sul mercato privato, infischiandosene dei contorcimenti dell’euroburocrazia sul price cap. E lo ha fatto con un bilancio ombra, fuori dalla contabilità ufficiale, fregandosene delle regole Ue. Se lo fa la Germania, perché non copiarla?

Rivelandosi altrettanto abile sul piano dell’immagine, Scholz non ha perso l’occasione offertagli quando la rediviva Greta Thunberg, icona dell’ambientalismo, ha detto che le centrali nucleari sono meglio del carbone nella transizione verso il green. Così il cancelliere ha deciso che le tre centrali nucleari tedesche, destinate a chiudere il 31 dicembre, resteranno in funzione fino al 15 aprile 2023. Una soluzione di compromesso, che ha messo a tacere i due litigiosi alleati di governo: I Verdi che le volevano chiudere, mentre i liberali le volevano tenere aperte.

Oltre a ignorare l’Unione europea sul gas, Scholz sta facendo altrettanto in politica estera, soprattutto nei rapporti con la Cina, dove Xi Jinping è stato confermato al potere per altri cinque anni. Nei suoi 16 anni di cancellierato, la Merkel era stata in Cina cinque volte. E Scholz non ha perso tempo per seguirne l’esempio: il 3-4 novembre sarà a Pechino, accompagnato da una folta delegazione di imprenditori. Prima della visita, ha detto di considerare «sbagliato» il decoupling economico dalla Cina, chiesto con enfasi dagli Stati Uniti, e di riflesso anche da Bruxelles. Una linea a favore dei «mercati aperti», quella di Scholz, su cui la Germania ha costruito la propria potenza economica. Una linea che, secondo alcuni, potrebbe irritare gli Usa e spaccare l’Ue. Tema caldissimo, per ora sotto traccia.

 

Articolo pubblicato su italiaoggi.it

 

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