Nuova politica di investimento in casa Bei. La Banca europea per gli investimenti, presieduta dal tedesco Werner Hoyer, a partire dalla fine del 2021 non finanzierà più progetti basati sui combustibili fossili, gas incluso (qui il documento Bei). Il voto è passato con il sì tra gli altri di Germania e Italia. Voto contrario invece di Polonia, Bulgaria e Romania.
FINO UN TRILIONE DI EURO DI INVESTIMENTI
Partiamo dai numeri, importanti. I finanziamenti della Bei innescheranno “un trilione”, cioè mille miliardi di euro, di investimenti nel prossimo decennio.
STOP ALLE FOSSILI
Ma quella che prima, in buona parte, venivano spesi per finanziare progetti in petrolio e gas, ora saranno dirottati sulle energie rinnovabili (e non solo). Stop, ovviamente, anche ai finanziamento della generazione di energia attraverso il carbone e la lignite.
5 PRINCIPI
In particolare, la nuova politica creditizia nel settore energetico sarà basata su cinque capisaldi: efficienza energetica; decarbonizzazione; produzione decentralizzata di energia, stoccaggio innovativo e mobilità elettrica; investimenti nelle reti; rafforzamento delle interconnessioni transfrontaliere.
NUOVI STANDARD
Non si tratta solo di mancati investimenti. La Bei, avviando la nuova strategia, ha scelto anche di fissare nuovi standard di emissioni: 250 grammi di CO2 per kilowattora (KwH) di energia prodotta, rispetto al limite precedente di 550 g per KwH.
IN LINEA CON POLITICHE UE
La scelta della Bei non ha stupito gli addetti ai lavori. La banca, infatti, nata nel 1958, si è posta da sempre l’obiettivo di finanziare i progetti in linea con gli obiettivi politici della Cee, in passato, e dell’Ue, ora.
LOTTA AI CAMBIAMENTI CLIMATICI
Priorità della Bei è la lotta ai cambiamenti climatici. Il clima “è il problema principale dell’agenda politica del nostro tempo. Gli scienziati stimano che ci stiamo attualmente dirigendo verso un aumento delle temperature di tre-quattro gradi centigradi entro la fine del secolo”, ha detto il presidente della Bei Werner Hoyer, che ha aggiunto che se ci saranno davvero questi aumenti, allora “grandi porzioni del nostro pianeta diventeranno inabitabili, con conseguenze disastrose per i popoli in tutto il mondo”.
“La banca dell’Ue – continua Hoyer – è stata la banca europea del clima per molti anni. Abbiamo deciso di fare un salto quantico in questa ambizione. Smetteremo di finanziare i combustibili fossili e lanceremo la più ambiziosa strategia di investimento sul clima di qualsiasi istituzione finanziaria pubblica in qualunque luogo della terra”.
UNA LINEA PER LE BANCHE PRIVATE
La nuova strategia, spera l’eurodeputato olandese dei Verdi Bas Eickhout, influenzerà quelle delle banche privati: “Ciò che decide la Bei segnala quello che le banche private faranno in seguito. Del resto, non è questo il ruolo di una banca pubblica? L’abbiamo creata per questo. Da quello che sentiamo, alcuni temono”, ha detto Eickhout.
SCELTA NON CONDIVISA DALL’ITALIA
Lo stop anche al finanziamento di progetti nel settore gas non era condiviso da tutti gli Stati membri. L’Italia, ma anche tra gli altri Germania, Polonia, Romania erano contrari ad una politica energetica così restrittiva. Il gas, per molti, sarebbe il candidato ideale per affiancare le rinnovabili nella transizione energetica.
EMISSIONI: NUOVO RECORD NEL 2018
Quella della Bei è una scelta obbligata e sensata secondo Andrew McDowell, vicepresidente della Banca: “Le emissioni di anidride carbonica dell’industria energetica globale hanno raggiunto un nuovo massimo nel 2018. Dobbiamo agire con urgenza per contrastare questo trend. L’ambiziosa politica creditizia per il settore energetico adottata dalla Bei è una pietra miliare cruciale nella lotta contro il riscaldamento globale”, ha detto McDowell.