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Petrolio

Come e perché l’Opec fa zampillare Eni e Saipem in Borsa

L'Opec plus raggiunge l'accordo sull'aumento di produzione del petrolio. E il comparto festeggia in Borsa. I numeri a Piazza Affari di Eni e Saipem

 

Dal 2021 la produzione di petrolio dell’Opec Plus tornerà ad aumentare. Gradualmente. Da gennaio arriveranno sul mercato 500mila barili al giorno. L’accordo trovato, a fatica, tra i paesi produttori fa correre il comparto del greggio a Piazza Affari e nelle altre piazze europee.

Tutti i dettagli.

IL COMPARTO ZAMPILLA IN BORSA

Partiamo dalle immediate conseguenze. Il comparto del greggio registra importanti segni “+” in Borsa. L’indice di settore è il migliore del Vecchio Continente: +2,43% l’Euro Stoxx 60 Energia.

Bene anche i singoli titoli. Al momento in cui scriviamo (ore 15), Eni fa registrare un più 2,7% a Piazza Affari, mentre Saipem ha toccato anche il più 4% e Tenaris il +2%. Royal Dutch Shell si fa notare nella piazza di Amsterdam, con più 2,49% (sempre alle 15.00), e Bp, a Londra, viaggia oltre il +3%.

L’ACCORDO OPEC+

Lo zampillìo festante è dovuto al raggiunto accordo sulla produzione tra i paesi produttori di petrolio aderenti all’Opec plus (Paesi Opec e paesi terzi guidati dalla Russia). Dal prossimo anno, emergenza Covid o no, la produzione tornerà a salire. Niente estensione, dunque, dei tagli attuali (7,7 milioni di barili al giorno) per i primi mesi del 2021.

AUMENTO GRADUALE

Ma anche niente forte aumento di produzione invocato da alcuni Paesi. L’aumento, infatti, sarà graduale. A gennaio il rialzo della produzione sarà di soli 500mila barili al giorno di greggio e non di 1,9 milioni di barili come prevedevano i piani stilati la primavera scorsa.

CONTINUI VERTICI PLENARI

Nei mesi a venire l’aumento di produzione crescerà, ma sempre per gradi e le tappe saranno stabilite in continui vertici plenari tra i paesi Opec plus: fissato un incontro al mese per il primo trimestre 2021.

Obiettivo, spiega il russo Alexander Novak è essere pronti “a fattori positivi che negativi, perché l’aggiustamento si può fare in entrambe le direzioni”.

LA BENEDIZIONE DEGLI ANALISTI

L’accordo, raggiunto con non poche difficoltà a causa dell’ostruzionismo degli Emirati arabi uniti che non hanno digerito in questi mesi il comportamento di Russia ed Iraq, ha ricevuto la benedizione degli analisti.

“Dopo negoziati molto tesi, è stato scongiurato lo scenario peggiore che gli investitori temevano”, hanno detto gli analisti di Rystad Energy.

“Il nuovo accordo ha implicazioni positive nel breve termine per il prezzo del Brent in quanto elimina, al momento, il rischio di un incremento significativo dell’output, anche se rimangono comunque i problemi legati agli scartellamenti”, scrivono gli analisti di Equita.

“Esistono forti contrasti con un equilibrio incerto nei prossimi mesi. A seguito della nomina di Joe Biden alla presidenza degli Stati Uniti, si aggiungono anche i rischi di un ritorno delle forniture iraniane e venezuelane”, aggiunge Equita.

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