Quando qualche settimana fa Ursula von der Leyen aveva promesso a Donald Trump, nell’ambito dell’accordo sui dazi, che la Ue avrebbe acquistato gas dagli Usa per un valore di 750 miliardi di dollari nei prossimi tre anni, erano stati in molti ad aver avuto l’impressione che Ursula aveva voluto imitare Totò nell’atto di vendere la fontana di Trevi all’ignaro turista americano.
Già allora parve chiaro che la Presidente non fosse dotata dell’autorità per garantire acquisti di petrolio, gas o uranio. La Commissione di Bruxelles non dispone di un budget per questo, non è un attore di mercato e non ha alcuna influenza sulle quantità di energia che le aziende europee acquistano, né sui prezzi o dai fornitori. Insomma, vuote promesse, solo per riempire i titoli dei giornali.
Ora il guaio è che – come riporta il quotidiano tedesco Die Welt – il gigante statale tedesco dell’energia SEFE (l’ex Gazprom Germania, nazionalizzata dopo l’invasione russa del 2022) si è messo a fare affari con i cinesi.
Infatti giovedì scorso, durante la fiera internazionale dell’energia Gastech a Milano, il direttore operativo (COO) di SEFE, Frédéric Barnaud, ha incontrato Wang Yuning, vicedirettore generale di UNIPEC, uno dei principali operatori mondiali nel commercio di energia, parte del colosso petrolifero cinese China Petrochemical Corporation (SINOPEC). I due hanno firmato un “accordo di cooperazione commerciale globale” con l’obiettivo di “formalizzare e approfondire ulteriormente la collaborazione esistente sui mercati internazionali del GNL”.
L’obiettivo dei due colossi statali è una “partnership strategica a lungo termine” su scala globale, come si legge in una dichiarazione congiunta: “Sfruttando in modo mirato i punti di forza complementari nelle regioni dell’Atlantico e del Pacifico, entrambe le aziende mirano a ottimizzare i loro portafogli di GNL attuali e futuri e a cogliere nuove opportunità di crescita”. “Questo accordo rappresenta una pietra miliare significativa nella partnership tra SEFE e UNIPEC”, ha dichiarato con soddisfazione Barnaud a Milano. “Unendo le nostre forze, rafforziamo la sicurezza dell’approvvigionamento per i nostri clienti e creiamo nuove sinergie”. Per Yuning, “la firma di questo accordo è un passo importante per portare la nostra partnership al livello successivo”.
Non è del tutto chiaro come questa partnership strategica verrà implementata a livello operativo, è il commento su Die Welt. Infatti, sia la Germania che la Cina agiscono principalmente come acquirenti sul mercato globale del GNL. Sul lato dell’offerta, il mercato è dominato dagli Stati Uniti e dal Qatar. Si tratta forse di coordinarsi su prezzi e quantità, formando una sorta di cartello d’acquisto? Questo andrebbe chiaramente a scapito degli Stati Uniti e potrebbe violare le regole dell’Organizzazione Mondiale del Commercio (WTO).
È altrettanto poco chiaro e desta perplessità, come sia possibile per la Germania ritenere vantaggiosa un’alleanza che crea legami con la Cina. Dopo tutta la dipendenza creatasi nei beni legati alla transizione energetica, perché legarsi anche col gas?
“Questa nuova partnership tedesca nel settore energetico sensibile non rappresenta forse un’eccessiva cooperazione con un alleato della Russia? Il governo tedesco sembra non avere obiezioni”. È il commento del giornale tedesco. Chiara appare invece la convenienza della Cina: infatti collaborando con il trader tedesco, Pechino bilancia la propria dipendenza energetica dalla Russia.
Con l’aiuto di SEFE, la Cina amplia la sua presenza sul mercato del GNL: “La collaborazione con SEFE dà a UNIPEC accesso a capacità di rigassificazione nei terminal europei”, ha spiegato Xiaoyi Deng, esperta di GNL presso l’agenzia di prezzi londinese Argus Media, al Die Welt.
“Questo è vantaggioso per un’azienda che vuole espandere la sua presenza sul mercato globale del GNL e avere maggiore flessibilità nella gestione delle sue consegne”. Tuttavia, resta poco chiaro come questo accordo contribuisca alla sicurezza dell’approvvigionamento tedesco.
Certo è che Ursula a Turnberry in Scozia ha messo sul piatto delle fiches false e i tedeschi non hanno perso tempo a rivelarlo.