Come ha scritto qualche giorno fa Start Magazine, Elettricità Futura, l’associazione confindustriale che raggruppa in Italia i maggiori produttori di energia elettrica, è nella bufera. I grandi soci, di fatto, hanno sfiduciato l’operato del presidente di Elettricità Futura, Agostino Re Rebaudengo che in teoria doveva restare in sella alla guida dell’associazione sino al 2026 – essendo stato tra i primi ad optare per una proroga a causa della pandemia Covid-19, concessa ai tempi da Confindustria, e che consentiva di allungare di due anni la durata della presidenza. Presidenza che sarebbe scaduta, in termini ordinari, proprio nel 2024.
LE RAGIONI DELLO SCONTRO IN ELETTRICITÀ FUTURA
Ora, in base all’ultima Assemblea generale, che si è svolta qualche giorno fa Rebaudengo ha avviato l’iter per l’elezione del nuovo presidente dell’associazione, come richiesto da 8 grandi aziende del settore (Enel, Edison, Iren, A2A, Cesi, Sorgenia, EP, Engie) anche se non c’è una dichiarazione certa sulle dimissioni che per ora non sono state rassegnate, come testimonia una lettura attenta di questo passaggio del comunicato rilasciato da Ef in data 24 ottobre: “Agostino Re Rebaudengo, Presidente Elettricità Futura, ha comunicato all’Assemblea di aver già avviato la procedura per individuare il prossimo Presidente dell’Associazione, dando seguito alla sua decisione già comunicata nel Consiglio dello scorso 11 ottobre, con l’obiettivo di arrivare celermente all’elezione del suo successore”. Si tratta di un’operazione che potrebbe allungare la vita dell’attuale presidenza di qualche altro mese, a causa dei passaggi procedurali per l’elezione di un nuovo vertice.
COSA HA SCRITTO REPUBBLICA
La bufera che attraversa da qualche mese l’associazione di Piazza Alessandria è diventata anche un caso giornalistico, non confinato all’attenzione delle testate di settore, perché ha trovato spazio (e non poco) anche su importanti testata nazionale. Tra queste, La Repubblica che già qualche settimana fa ha provato a dare una interpretazione politica di uno scontro che invece è pragmatico e di gestione soprattutto di relazioni con le istituzioni centrali e regionali e con le altre associazioni del settore energia. Proviamo a vedere nel merito di cosa si tratta: la narrazione, che immaginiamo non dispiaccia a Rebaudengo, consiste nel passare alle cronache come il difensore strenuo delle rinnovabili, contro i colossi che tentano di sfiduciarlo e che rappresentano business in contrapposizione alle energie rinnovabili. Questa in sintesi la chiave di lettura offerta da La Repubblica che agli inizi di Ottobre pubblica un articolo nelle pagine economiche a firma di Francesco Bei (non proprio un esperto di energia e di politiche energetiche, ma un conoscitore della politica e dei palazzi romani).
L’articolo fa un quadro di Rebaudengo novello San Sebastiano delle rinnovabili: “Tanto è bastato per far montare l’irritazione sia a Palazzo Chigi che dentro i vertici di Confindustria, dove non vedono l’ora di liberarsi di un presidente che sembra più andare d’accordo con le associazioni ambientaliste che con le imprese. Non a caso le obiezioni di Re Rebaudengo sono apparse molto simili a quelle avanzate da Greenpeace Italia, Kyoto club, Legambiente e Wwf Italia, che accusano il piano di puntare sul nucleare …”. La Repubblica vuol fare passare la narrazione che ai piani alti di Palazzo Chigi ci sia preoccupazione per l’operato della presidenza di Agostino Rebaudengo, impegnato a contrastare l’opzione politica del ritorno al nucleare, più volte annunciato dal Governo. Si fatica francamente ad immaginare un fatto del genere con tutti i problemi che tengono impegnati i vertici del Governo.
LE CRITICHE ALLA GESTIONE DI RE REBAUDENGO
Inoltre, lo scontro presunto tra la presidenza di Rebaudengo e la presidenza di Confindustria di Orsini presenta dei tratti paradossali per chi conosce i fatti che hanno portato all’elezione del vertice di Viale dell’Astronomia. Fu proprio Rebaudengo a schierarsi con Orsini ben prima dello svolgimento delle elezioni di Confindustria, facendo irritare un altro big dell’energia che concorreva per la presidenza di Confindustria come Edoardo Garrone (proprietario di Erg, azienda facente parte di Elettricità Futura, tra le altre cose). Un quadro che delinea una certa goffaggine nel portare avanti i rapporti con gli associati e le istituzioni.
Ed è proprio questo uno dei punti che i grandi big di Elettricità Futura contestano a Rebaudengo. L’attività dell’associazione si è offuscata: il peso dell’associazione è calato in occasioni come la discussione sul DL Agricoltura, che blocca la realizzazione di impianti a terra in aree classificate come agricole a prescindere dalla verifica dell’effettivo utilizzo che ne viene fatto. Stessa debolezza verificata sul dibattito delle Aree idonee che ha dato alle regioni un’ autonomia decisionale ben superiore alle attese, con facoltà di mettere in discussione anche l’idoneità di aree già individuate come tali e con il rischio di rappresentare un ulteriore ostacolo alla crescita delle rinnovabili; la moratoria regionale della Sardegna, che ha bloccato i progetti in realizzazione e in sviluppo sul territorio. Tutti punti questi che riguardano le energie rinnovabili di cui Rebaudengo si considera difensore.
ELETTRICITÀ FUTURA E LE ALTRE ASSOCIAZIONI DI SETTORE
Inoltre, Energia Oltre, solo qualche giorno fa ha messo sul tavolo un altro elemento che ha suscitato accesi dibattiti interni in seno ad Elettricità Futura: la mancata integrazione di EF con altre associazioni del settore elettrico: “Leggendo tra le righe del resoconto del Consiglio Generale dello scorso 20 febbraio di Elettricità Futura, che Energia Oltre ha analizzato, tuttavia, le motivazioni che metterebbero a rischio la presidenza Re Rebaudengo sembrerebbero altre, che non una semplice spaccatura tra i “rinnovabilisti” e i big, chiave di lettura proposta nel passato che oggi dà La Repubblica con nomi che sostituirebbero Rebaudengo. In un passaggio del resoconto si cita testualmente: “… il Presidente, nel ricordare come i numerosi e noti tentativi di integrazione con le altre associazioni non abbiano condotto ad alcuna concreta definizione …”.
IL COMUNICATO DEL 23 OTTOBRE
Non contento però Rebaudengo alla fine dell’Assemblea generale del 23 ottobre scorso rilascia un comunicato entusiastico sulla sua gestione.
“Tutti gli Associati intervenuti nel dibattito hanno ringraziato il Presidente e manifestato grande apprezzamento per il suo lavoro, il suo impegno e i risultati raggiunti nei quattro anni. L’Assemblea – si legge ancora nella nota – ha riconosciuto al Presidente Re Rebaudengo la sensibilità di aver saputo interpretare il confronto interno sollecitato recentemente da 8 aziende tra le oltre 500 associate – e non dall’80% degli Associati come erroneamente riportato in numerosi articoli stampa”. L’Adnkronos ha marcato questo elemento raccogliendo da fonti, molto qualificate, una ricostruzione sul malcontento degli associati: “Una ricostruzione che può essere però considerata come una ricostruzione personale. A sostenere la tesi di un profondo e ampio dissenso maturato nel tempo ci sono infatti proprio i numeri che emergono con chiarezza andando un po’ più in profondità. Le 8 società, che sarebbero gli Associati più grandi, avrebbero raccolto ulteriori adesioni da parte di numerose aziende iscritte e convinte dell’opportunità di un cambio di governance, al punto che in prossimità dell’assemblea straordinaria, convocata per il 14 ottobre, tra gli iscritti a partecipare si potevano contare voti pronti a favore della revoca per quasi l’80%. E la percentuale fornisce quindi un chiaro orientamento dell’associazione”.
Il dubbio che Rebaudengo non mollerà facilmente la poltrona a qualcuno comincia a venire, tra l’altro lo stesso presidente di Elettricità Futura ha anche evocato il ricorso alle carte bollate, pur di far valere le sue posizioni.
(Articolo pubblicato su Policy Maker)