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Che cosa si aspetta il Movimento Sì Triv per l’energia italiana dallo Sblocca Cantieri

Chi c'era e che cosa si è detto alla manifestazione tenuta a Ravenna per l'energia italiana con le richieste al governo in vista del provvedimento Sblocca Cantieri. L'articolo di Andrea Tarroni

Che si trovassero a Ravenna, per una manifestazione sul modello “sì Tav”, era questione di logica. Erano in 2.500 nella piazza del Popolo del capoluogo bizantino a difendere il comparto oil and gas, sabato mattina, provenienti da cinque regioni d’Italia. Nella città di Micoperi, della Rosetti, della F.lli Righini. Dell’Eni, che qui dà lavoro dal 1958 e che ad inizio dell’anno scorso ha annunciato nella città romagnola investimenti (in minima parte già avviati) per 2 miliardi di euro. Proprio in quel comparto upstream che per un emendamento inserito nel dl Semplificazione ora si trova sospeso, come le prospezioni per le ricerche di idrocarburi in tutto il suolo italiano. L’oil and gas, quindi, rappresenta per Ravenna e la Romagna forse ancor più di quanto la Tav non significhi per Torino e il Piemonte: l’alta velocità è anch’essa proiettata nel futuro, ma sulle estrazioni la città della Riviera ha basato lo sviluppo che l’hanno resa ciò che è. È nel suo dna.

Dal palco ci ha pensato il 34enne primo cittadino ravennate, Michele De Pascale, a condensare i desiderata di lavoratori e imprese, ricordando al governo che si attende ancora risposta alla missiva – inviata poche ore prima che si votasse la fiducia al decreto che pone una Spada di Damocle sul comparto – e che recava in calce la firma di sindacati, associazioni di categoria e aziende: “Mercoledì sarà votato lo Sblocca cantieri – ha ricordato De Pascale -. Si può in quella legge tornare indietro: per come siamo fatti in questa terra, chi rimedia a un errore prende solo applausi”. Il sindaco vede come soluzione anche affrettare le tempistiche (identificate nel decreto in un arco di 18 mesi, rinnovabili a 24) per la redazione del “Piano per la transizione energetica sostenibile delle aree idonee”, che motiva la moratoria alle ricerche estrattive inserita nel decreto: “Per comporlo possono bastare tre mesi, e il problema si risolve da sé”. Diversamente il sindaco annuncia alla piazza che “a giorni verrà presentato il ricorso alla Corte costituzionale da parte di diversi parlamentari, con firme trasversali”.

Per comporlo è al lavoro il senatore Dem Stefano Collina, che dovrebbe depositarlo proprio mercoledì, ma prima attende l’adesione di vari colleghi di diversi gruppi parlamentari. Sul palco si alternano rappresentanti nazionali del mondo del lavoro. C’è Stefan Pan, di Confindustria, che ricorda Ravenna come “eccellenza mondiale dell’energia, per raggiungere il 40% di rinnovabili abbiamo bisogno delle tecnologie e del know how del mondo upstream. Che qui – prosegue il vicepresidente di Viale Dell’Astronomia – trova il fulcro delle 57 imprese impegnate direttamente nel settore, le 157 dell’indotto. Con 10mila lavoratori coinvolti nel comparto e 100mila che hanno la loro occupazione legata alle attività del distretto energetico”. Non manca il componente della segreteria di Maurizio Landini, Emilio Miceli, che vede un “accanimento contro le piattaforme, totem contro cui scagliarsi per un governo per il quale non esiste la realtà, ma solo la comunicazione”.

Il collega della Uil, Pierpaolo Bombardieri, esorta a “badare meno ai gilet gialli e venire ad ascoltare i caschi gialli dell’oil and gas” e il membro della segreteria nazionale Cisl Giorgio Graziani, che nel petrolchimico ravennate è cresciuto, chiarisce che “questa piazza non è politica né strumentalizzabile: abbiamo un’idea chiara della democrazia, noi. Ci rivolgiamo a un governo legittimamente in carica”. Ma poi la mette giù dura: “Uno stop di 18 mesi non serve a ragionare, ma a chiudere le imprese – afferma grave il componente del team di Annamaria Furlan -. È  un suicidio, e nemmeno assistito. Questo territorio è un’università di competenze che ci chiedono da tutto il mondo. E adesso siamo noi a mandarle via”.

Salgono sul palco Arturo Alberti di Confimi, Daniele Vaccarino di Cna ma a chiudere la manifestazione è Palma Costi, assessore regionale alle Attività produttive che rivendica il “patto per il lavoro come primo atto della Giunta dell’Emilia Romagna. Questo provvedimento il lavoro lo cancella, peraltro riferendosi a un tema cruciale, strategico e delicatissimo come quello dell’energia. Il gas è la fonte della transizione – ricorda la Costi – e il processo per superare il fossile dobbiamo deciderlo assieme, in un patto fra istituzioni. Noi non vogliamo fare ricorsi, non ci si combatte fra livelli dello Stato. Ma vogliamo ascolto e servono investimenti: qui da 20 anni abbiamo eliminato le centrali a carbone, ma è stato possibile investendo sul metano”.

In quelle stesse ore, a qualche centinaio di chilometri, anche Matteo Salvini indossa un casco giallo, in visita al Centro oil Eni di Viggiano e a favore di microfono afferma come “si può lavorare, rispettando l’ambiente. Non si può bloccare tutto, è evidente”. Benvenuto al casco giallo Salvini – commenta Gianni Bessi consigliere regionale Pd di Ravenna, con un post pubblicato da Startmag.it – ma ora sblocchi anche il cantiere delle attività estrattive.”

La prossima settimana intanto Ravenna ospiterà Omc, la conferenza sull’offshore mediterraneo. L‘evento vedrà partecipi ai panel, fra gli altri, anche Simon Flowers Ceo di Wood MacKenzie, Pratima Rangarajan di Oil&Gas Climat e Marc Benayoun Ad di Edison, ma anche Stefano Cao di Saipem e quello stesso Claudio De Scalzi che un anno fa aveva annunciato l‘investimento miliardario del Cane a sei zampe in Romagna. E sempre al Pala De Andrè ravennate giungeranno ministri di Egitto, Grecia, Libano e Libia oltre al sottosegretario alla presidenza del Consiglio Giancarlo Giorgetti. Per la prima volta l‘evento di presentazione si è tenuto nella sede di Assomineraria e non al Mise, ma l‘autorevole rappresentante governativo, autore della mediazione gialloverde sul dl approvato un mese e mezzo fa, difficilmente potrà esimersi dal dare un proprio parere alla luce della mobilitazione a Ravenna e dell‘espressione del capo politico del partito di sua provenienza.

L’oil and gas italiano ha acceso così una nuova fiammella di speranza.

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