Le attuali politiche per contrastare i cambiamenti climatici non si avvicineranno nemmeno agli obiettivi di riduzione delle emissioni di Co2, nonostante la forte crescita di fonti energetiche rinnovabili. Parola dell’Agenzia internazionale per l’energia (Aie) che ha lanciato l’allarme nel suo ultimo World Energy Outlook.
IL PERCORSO ATTUALE NON RAGGIUNGERA’ GLI OBIETTIVI DELL’ACCORDO DI PARIGI

Sempre in questo scenario, le fonti a basse emissioni di carbonio – in particolare l’energia solare ed eolica – aumentano e diventano la principale fonte di energia elettrica entro il 2030. Anche l’uso del gas naturale aumenta notevolmente, mentre la domanda di carbone nel 2040 è leggermente inferiore ai livelli attuali. La domanda mondiale di petrolio cresce, ma si “appiattisce” negli anni 2030. Nel 2040, la domanda è prevista a circa 106 milioni di barili al giorno. Complessivamente, nel 2040 i combustibili fossili rappresenterebbero ancora una quota del 74% del mix energetico globale.
BIROL: SERVE UNA GRANDE COALIZIONE
Per questo, ha spiegato Fatih Birol alla CNBC durante la presentazione del rapporto, il mondo ha bisogno di una “grande coalizione” per affrontare i cambiamenti del clima. Birol ha spiegato che per raggiungere gli obiettivi di sviluppo sostenibile, le soluzioni tecnologiche – energie rinnovabili, energia nucleare e cattura e stoccaggio del carbonio, tra le altre cose – devono essere spinte e sostenute dai governi. “Credo che il mondo abbia bisogno di una grande coalizione che comprenda governi, investitori, industria e tutte le persone del mondo sinceramente interessate e impegnate ad affrontare i cambiamenti climatici – ha affermato -. Per raggiungere gli obiettivi di Parigi, la tecnologia e la volontà politica sono fondamentali”.
INTANTO RALLENTA IL BOOM DELLO SHALE STATUNITENSE
Sempre all’interno del rapporto, ha proseguito Axios, l’Aie ha evidenziato che il boom dello shale statunitense sta rallentando e ciò è importante visto che gli Usa rappresentano l’85% dell’aumento della produzione globale di petrolio entro il 2030, e il 30% dell’aumento della produzione di gas. Tutto ciò rafforza la statura di esportatore degli Stati Uniti, ha detto l’Aie, notando che “entro il 2025, la produzione totale di shale statunitense supererà la produzione totale di petrolio e gas della Russia”.







