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Accise

Accise sul gasolio, troppa benzina sul fuoco delle polemiche

Fatti, numeri e discussioni (spesso farlocche) su un prossimo, possibile, aumento delle accise sul gasolio. Il punto di Liturri

Bisogna ammetterlo, siamo un Paese dalle risorse infinite. Tra cui spicca l’eccellenza nel discutere sui giornali, per giorni e giorni, del nulla. Per esempio del presunto aumento delle accise sul gasolio.

Di ufficiale non c’è nulla. Ci sono solo dei passaggi nel piano strutturale di bilancio di medio termine (Psbmt) presentato dal ministro Giancarlo Giorgetti e trasmesso alle Camere, dove sarà discusso nella prossima settimana. Un documento buono solo per accontentare i burocrati di Bruxelles a cui piacciono i documenti che gli danno ragione, nonostante contengano previsioni che non si avvereranno mai. Ancor di più alla luce delle fibrillazioni in corso in Francia sulla legge di bilancio.

In quel documento, in premessa a pagina 11 leggiamo «l’Italia effettuerà un riordino delle spese fiscali in attuazione della legge delega di riforma fiscale (legge n. 111/2023), al fine di migliorare l’efficienza del sistema fiscale, ridurne la complessità e le potenziali distorsioni e allinearlo agli obiettivi di sostegno ai carichi familiari, crescita economica e transizione ecologica in un’ottica pluriennale». Qui fa capolino solo quel «transizione ecologica», per ricordare che il sistema fiscale debba essere “allineato” anche agli obiettivi di transizione ecologica.

Poi si salta a pagina 104, dove leggiamo che «In relazione alla riforma fiscale, si intende: i) promuovere il concordato preventivo e l’adempimento collaborativo; ii) confermare quale misura strutturale la rimodulazione delle aliquote IRPEF e gli effetti del cuneo fiscale; iii) provvedere, in un’ottica pluriennale, al riordino delle spese fiscali, in considerazione degli obiettivi di sostegno ai carichi familiari, crescita economica e transizione ecologica in un’ottica pluriennale; iv) completare il processo di efficientamento del sistema della riscossione.». Sostanzialmente nulla di più rispetto al paragrafo precedente, se non «ottica pluriennale» ripetuto ossessivamente.

E arriviamo così a pagina 119, dove leggiamo che il riordino delle spese fiscali avrà, tra gli altri, il seguente obiettivo: «utilizzare il riordino delle spese fiscali (tax expenditures) in determinati ambiti di tassazione, come l’allineamento delle aliquote delle accise per diesel e benzina e/o politiche di riordino delle agevolazioni presenti in materia energetica, come leva strategica per conseguire simultaneamente gli obiettivi di incremento dell’efficienza del sistema fiscale italiano e sostegno al pieno raggiungimento della strategia di transazione energetica e ambientale a livello europeo e nazionale».

Se la lingua italiana non è un’opinione, noi qui comprendiamo che il famoso «allineamento» delle accise e «altre politiche di riordino delle agevolazioni in materia energetica», saranno «leva strategica» per conseguire i due «obiettivi dell’incremento dell’efficienza del sistema fiscale italiano e del sostegno al pieno raggiungimento della strategia di transizione energetica e ambientale».

A noi appare una (molto) generica «supercazzola» forse nemmeno degna del miglior Ugo Tognazzi. Ma da qui a parlare di «stangata» la distanza ci appare davvero notevole. Soprattutto perché non si parla di solo di accise ma anche di altre agevolazioni in materia energetica, e si parla anche di «obiettivi di efficienza del sistema fiscale». Frase che lascia intendere che la manovra sarà di ampia portata e toccherà anche altre tasse e tributi, il cui modesto gettito non le rende certo campioni di efficienza fiscale. Allora non sarebbe meglio attendere che queste azioni e questi complessi obiettivi siano definiti e spiegati prima di partire in quarta? Che senso ha prendere una frase avulsa dal suo contesto e montarci sopra un caso?

Invece il dibattito è subito partito con una ridda di interpretazioni, di voli pindarici. Si sono scatenati virtuosi commentatori che – come facevano gli aruspici nell’antica Roma – dalla lettura di poche parole sono stati miracolosamente capaci di trarre conclusioni e previsioni di gettito. Si sono sprecate le interviste ai rappresentanti degli autotrasportatori – che giustamente non sapevano nemmeno cosa fosse il Psbmt – finalizzate a enfatizzare il loro “allarme”. Si è gridato subito alla “stangata”. È partito un altro surreale dibattito sui Sad (sussidi ambientalmente dannosi) che la sinistra vorrebbe cancellare e tra cui c’è, paradossalmente, proprio la minore accisa del gasolio rispetto alla benzina.

Ma di nero su bianco con un qualche valore giuridico non c’è nulla. Non ci riferiamo alla Gazzetta Ufficiale, ma anche soltanto a un annuncio di decreto legge, una bozza di disegno di legge. Nulla. Zero col bicchiere.

Ma ormai in assenza di un testo o anche soltanto di un comunicato ufficiale, è possibile affermare tutto e il contrario di tutto.

Potremmo riempire pagine e pagine per raccontarvi questo dibattito surreale. Senza voler togliere nulla agli altri protagonisti, prendiamo ad esempio il Fatto Quotidiano del 2 ottobre che ha titolato «Addio accise scontate, diesel come la verde, stangata da 3 miliardi per gli automobilisti». Nell’articolo però si legge «questa la brutale sintesi di quello che il governo ha deciso di piazzare le Piano strutturale di bilancio con cui intende «utilizzare il riordino delle spese fiscali in determinati ambiti di tassazione». Cosa significa in soldoni per gli automobilisti? Anche se non è scritto chiaramente se l’allineamento sarà verso l’alto o verso il basso. Non sono belle notizie. Vista la disperata ricerca del governo di Giorgia Meloni di trovare coperture per la manovra, è più probabile che venga cancellato lo sconto rispetto alla benzina e, quindi, che si sia un aumento dell’accisa sul diesel».

Quindi miracolosamente quello che «non è scritto chiaramente” ed è solo «più probabile» è già diventato una «stangata da 3 miliardi», così certa che ne hanno calcolato pure l’ammontare. Nemmeno Mandrake sarebbe arrivato a tanto.

Non è allora proprio vero che siamo un Paese dalle risorse infinite? Alla fine, le accise sul gasolio potrebbero anche aumentare ma leggere prima un articolato di legge e valutare quell’aumento all’interno di un’azione di più vasta portata, no?

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