skip to Main Content

Tassonomia

A cosa serve la tassonomia Ue e a che punto è?

La Commissione europea ha aperto una consultazione pubblica fino al 3 maggio su quattro dei sei obiettivi climatici e ambientali relativi alla tassonomia verde Ue, il sistema di classificazione degli investimenti sostenibili europei. Tutti i dettagli

 

La tassonomia dell’Unione europea, ovvero una classificazione delle attività economiche considerate “ecosostenibili”, è stata presentata nella sua forma generale nel 2020, tuttavia, da allora la Commissione ha lasciato agli atti delegati la definizione dei dettagli dei criteri sulle singole attività.

Gli atti delegati sono una normativa europea secondaria che non prevede una discussione legislativa ma dà solo quattro mesi di tempo, estendibili a sei, ai due co-legislatori di Parlamento e Consiglio per bocciarla con maggioranze diverse, senza possibilità di emendarla.

Ora, è stata aperta la consultazione pubblica per quattro dei sei obiettivi climatici e ambientali per arrivare a pubblicare l’ultimo atto delegato.

I QUATTRO OBIETTIVI DELLA CONSULTAZIONE

I quattro obiettivi climatici e ambientali sui quali è possibile pronunciarsi fino al 3 maggio riguardano: l’uso sostenibile e la protezione delle acque e delle risorse marine; la transizione verso un’economia circolare (“riutilizzare, riparare, riciclare”); la prevenzione e la riduzione dell’inquinamento; e la protezione e il ripristino della biodiversità e degli ecosistemi.

Gli altri due obiettivi previsti nella tassonomia Ue sono la mitigazione e l’adattamento al cambiamento climatico.

DI COSA HA BISOGNO UN’ATTIVITÀ PER ESSERE ECOSOSTENIBILE

Per essere considerata ecosostenibile, spiega Eunews, un’attività economica deve soddisfare quattro condizioni: dare un contributo sostanziale ad almeno uno dei sei obiettivi; non recare danno significativo a nessuno degli altri cinque obiettivi ambientali (dunque, rispettare il principio del ‘do not significant harm’); rispettare le garanzie minime e i criteri di vaglio tecnico stabiliti negli atti delegati della tassonomia.

IL COSTO DI UNA FINANZA SOSTENIBILE

“La tassonomia – spiega Il Sole24Ore – fornisce la base per il European Green Bond Standard, che definisce i criteri da rispettare per emettere obbligazioni ‘verdi’, cioè destinate al finanziamento di attività sostenibili: queste dovranno essere allineate alla tassonomia”.

L’obiettivo, che fa parte della Strategia per la Finanza sostenibile della Ue, è infatti quello di indirizzare gli investimenti finanziari verso attività economiche che possono contribuire alla transizione ambientale. Non a caso la Commissione Ue descrive la tassonomia come “una guida pratica per politici, imprese e investitori su come investire in attività economiche che contribuiscano ad avere un’economia che non impatti negativamente sull’ambiente”.

Finora, infatti, ricorda Il Sole, se un investimento è stato ritenuto Esg (Environmental, Social, Governance), ovvero conforme ai criteri di sostenibilità, lo hanno stabilito iniziative di mercato, che potrebbero però favorire il fenomeno del greenwashing e, dunque, un ambientalismo solo di facciata.

“La Commissione Ue – afferma il quotidiano economico – ha stimato che il raggiungimento degli obiettivi fissati nel percorso verso una economia più rispettosa dell’ambiente (Agenda 2030) richieda investimenti annui pari a circa 520 miliardi di euro: le risorse pubbliche non bastano, occorre mobilitare anche quelle private”.

L’ITER E I RALLENTAMENTI DELLA TASSONOMIA

In seguito alla pubblicazione del regolamento generale in Gazzetta Ue nel giugno 2020, l’esecutivo europeo ha presentato ad aprile 2021 il primo atto delegato della tassonomia che riguardava i primi due dei sei obiettivi (mitigazione e adattamento al cambiamento climatico) in riferimento a più di dieci settori, dall’energia rinnovabile alla silvicoltura passando per la ristrutturazione degli edifici e i trasporti.

Sotto la pressione delle industrie e degli Stati membri sulla questione, in quella occasione, ricorda Eunews, la Commissione europea ha scelto di non decidere sul gas e sull’energia nucleare che pure rientrano in questi primi due obiettivi, sui quali però si è infine pronunciata a favore – non senza contestazioni – nel secondo atto delegato del febbraio 2022.

Adesso è dunque arrivato il momento di decidere i criteri sui restanti obiettivi con un ultimo atto delegato, in modo che entrino in vigore prima della scadenza della legislatura nel 2024.

Back To Top