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Auto elettrica, come la Norvegia pensionerà benzina e diesel

L'articolo di Lorenzo Bernardi

La Norvegia, il principale produttore di petrolio dell’Europa occidentale, è anche il paese in cui, in percentuale, si vendono più auto elettriche.

L’apparente paradosso emerge dai dati di mercato, che fotografano un quadro chiaro: quattro auto su dieci che si acquistano in questa porzione di Scandinavia (per la previsione il 39%) sono elettriche o ibride. I dati, forniti dall’Agenzia internazionale dell’Energia, sono relativi al 2017 e indicano come la Norvegia sia all’avanguardia anche rispetto agli altri paesi “virtuosi” da questo punto di vista. Al secondo posto della classifica troviamo infatti l’Islanda con appena il 12%, e poi la Svezia con il 6%. Colossi come la Cina e gli Stati Uniti sono fermi al 2% e al 1,2%

OBIETTIVO: STOP ALLA BENZINA NEL 2025

A stupire, però, è soprattutto il trend pluriennale. Nel 2013 la percentuale di auto elettriche o ibride era appena il 6%. Nel 2018, malgrado non siano ancora disponibili dati omogenei, la Norwegian Road Federation ha anticipato che la percentuale si aggira sul 50%. La conquista di quote di mercato delle auto elettriche è stata impressionante, tanto che il paese ha pianificato di porre fine alla vendita di auto a benzina nel 2025. Un obiettivo ambizioso, forse troppo, infatti molti sollevano dubbi in merito.

GLI INCENTIVI

Certo è che la Norvegia ha messo in campo incentivi capaci di spingere il mercato: nessuna tassa di importazione per i mezzi elettrici, benefici fiscali, nessuna tassa di immatricolazione, accesso libero alle strade a pedaggio, parcheggio libero in alcune aree delle città. I dati di vendita sottolineano peraltro che, in termini relativi, decrescono le vendite anche di auto ibride, mentre la corsa dei veicoli puramente elettrici non dà segni di rallentamento. Il modello più venduto è la Nissan Leaf.

GLI OSTACOLI

Naturalmente non mancano gli ostacoli. Gestire un’auto elettrica, anche nell’avanzata Norvegia, non è facilissimo. L’ha spiegato a Reuters Lesse Fridsroem, consulente dell’Istituto dell’economia dei trasporti, che si è dichiarato scettico sul rispetto della scadenza del 2025. «Potremmo arrivare al 75% di quota di mercato, a condizione che le agevolazioni fiscali siano mantenute. Ma non penso sia possibile arrivare alla totalità, perché troppe persone non hanno un parcheggio privato e non comprerebbero un’auto elettrica senza la possibilità di avere una postazione di ricarica a casa propria».

C’è poi il problema della scarsa disponibilità di mezzi. Cristina Bu, al vertice della Norwegian Electric Vehicle Association, ha spiegato che alcuni clienti hanno atteso più di un anno prima di vedersi consegnare le vetture ordinate.

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