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Auto elettriche, sono realizzabili gli obiettivi di Luigi Di Maio?

Un milione di veicoli elettrici sulle strade italiane, entro il 2022. A fissare l’obiettivo (o a sognare?) è il leader 31enne dei 5 Stelle, Luigi di Maio. Il piano rivoluzionario, infatti, potrebbe costare allo Stato quasi 9 miliardi di euro di incentivi, ma renderebbe l’Italia leader europeo delle auto elettriche.

Nel contratto di Governo siglato tra la Lega e il Movimento Cinque Stelle sono previsti degli “incentivi per sostenere l’acquisizione di veicoli elettrici e ibridi ” come è previsto l’addio l’addio ai veicoli benzina e diesel, ma non si parla di date e di numeri.

L’OBIETTIVO A 5STELLE

Quella di Di Maio sembra solo una promessa stile campagna elettorale: il target, per molti osservatori irrealistico, era stato fissato durante una campagna elettorale lo scorso anno, mentre faceva un giro in Sicilia su una Nissan elettrica. L’obiettivo è anche riportato nella piattaforma nazionale dei Cinque Stelle, ma non viene specificato se si tratta di modello full electric.

ITALIA TROPPO INDIETRO

Per, ora, il milione tanto sperato è davvero davvero lontano. Gli italiani lo scorso anno hanno acquistato solo 2.600 veicoli elettrici completamente elettrici, su un totale di circa 2 milioni di auto vendute. Il numero sale a circa 4.800 se includiamo i modelli ibridi plug-in, secondo l’European Automobile Manufacturers Association. Oggi si stima che meno di 5.000 modelli completamente elettrici siano presenti sulle strade del Paese.

COME LA NORVEGIA?

E proprio questi numeri non incoraggiano di certo. Per ribaltare la situazione, e passare da retrovia a primo mercato europeo serve una sterzata poco realistica. L’Italia dovrebbe prendere esempio, fin da subito, dalla Norvegia ed introdurre benefici economici e non. Ma questo potrebbe costare diversi miliardi di euro. E anche questo potrebbe non essere abbastanza.
“Se vuoi 1 milione di auto elettriche sulle strade italiane entro i prossimi cinque anni, l’unica opzione è un enorme beneficio fiscale, come quello norvegese”, ha dichiarato il capo dell’Istituto di ricerca Promotor, Gian Primo Quagliano. “Il Governo starebbe considerando incentivi per circa 8.5oo euro a macchina, come la Francia”, ha detto. “ma anche in questo caso sembra difficile raggiungere l’obiettivo in così poco tempo”.

AIUTI TERZI

Se davvero il governo vorrà raggiungere l’obiettivo, allora potrebbe aver bisogno di aiuto da società private, come Enel, la più grande utility europea, che prevede di investire centinaia di milioni di euro per installare fino a 14.000 stazioni di ricarica in Italia entro il 2022. E l’impresa non è certo semplice.

“Lo sviluppo dell’infrastruttura pubblica è molto più complicato di quanto ci aspettassimo”, aveva affermato Francesco Venturini, numero uno di Enel X , la business unit responsabile delle auto elettriche. “L’industria automobilistica si sta preparando per questo cambiamento, sarebbe bello avere una visione comune anche con il governo”.

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