Nel giorno in cui al Meta Connect Mark Zuckerberg presenta Orion, il primo prototipo di occhiali olografici in realtà aumentata, arriva anche la conferma della collaborazione con il gruppo italo-francese Essilor-Luxottica nella produzione degli occhiali Ray-Ban Meta. Più che nella frase carpita durante l’evento (“Sono i migliori al mondo quando si tratta di lenti ottiche”), Zuckerberg racconta in un’intervista con The Verge una cooperazione che fino a qualche tempo fa era solo un’indiscrezione, descrivendone i contorni e le prospettive future. Che sono rosee, a suo avviso, tanto da spingersi a un paragone impegnativo: Essilor-Luxottica può diventare per l’Europa e per l’Italia in particolare quello che Samsung è diventato per la Corea del Sud.
Zuckerberg descrive i contorni della partnership appunto nella tradizionale intervista autunnale con il vicedirettore di The Verge, Alex Heath, nel corso dello show di Meta Connect, ripresa nel podcast Decoder. Si comincia dalla specifica domanda di Heath sull’acquisizione di una partecipazione in EssilorLuxottica, e Zuckerberg risponde: “Sì, abbiamo parlato di investire nella loro azienda. Non sarà una quota di grande importanza, direi che è più una questione simbolica, ma voglio aggiungere che noi vogliamo sia un partenariato a lungo termine”.
Già a luglio indiscrezioni lanciate contemporaneamente dalla stampa specializzata – il Financial Times da Londra e il Wall Street Journal da New York – avevano raccontato dell’ipotesi di Meta di acquisire una quota di minoranza di EssilorLuxottica, il gruppo nato dalla fusione con la Luxottica fondata da Leonardo Del Vecchio, oggi gigante mondiale delle lenti e delle montature per occhiali. Un investimento da circa cinque miliardi, pari a una quota del 5%, con la possibilità di procedere per gradi, scrivevano i quotidiani economici, descrivendo gli ottimi rapporti tra i due gruppi e soprattutto tra i vertici aziendali: “Zuckerberg ha conosciuto Del Vecchio qualche anno prima della morte del fondatore di Luxottica e ora si confronta con il numero uno di quello che è un gigante italo-francese, cioè il presidente e amministratore delegato di Essilux Francesco Milleri”.
Un rapporto che Zuckerberg conferma nell’intervista, chiamando il ceo di Essilux per nome, Francesco. Ma le parole del numero uno di Meta sono indicative di una collaborazione che potrà andare molto avanti.
Riguardo all’ingresso con una quota di minoranza, operazione che lo stesso Zuckerberg ha definito “simbolica”, dice testualmente “pensavo che questo sarebbe stato un bel gesto e credo fondamentalmente molto in loro. Voglio dire, penso che passeranno dall’essere la principale azienda di occhiali al mondo a diventare una delle principali aziende tecnologiche del mondo”.
Per essere più esplicito, Zuckerberg si affida a un paragone impegnativo: “La mia visione per loro e per come la vedo è che se pensi a come Samsung in Corea ha fatto sì che la Corea diventasse uno dei principali hub per la produzione di telefoni nel mondo. Penso che questa sia probabilmente una delle migliori opportunità per l’Europa e l’Italia in particolare per diventare un importante centro per la produzione e progettazione della prossima grande categoria di piattaforme informatiche”.
Seguono parole di elogio per come la multinazionale italo-francese opera. “Ora siano completamente impegnati su questo fronte perché hanno un ottimo business e una competenza così profonda nelle aree e ho acquisito maggiore apprezzamento su quanto siano forti come azienda tecnologica a modo loro, progettando lenti, i materiali necessari per realizzare occhiali alla moda leggeri ma anche piacevoli da indossare”, spiega Zuckerberg nell’intervista, “portano un enorme valore che credo le persone nel nostro mondo, il mondo della tecnologia, probabilmente non vedono necessariamente. Ma penso davvero che siano ben posizionati per il futuro. Quindi credo nel partenariato. Sono davvero entusiasta del lavoro che stiamo facendo insieme. E fondamentalmente credo che sarà un’azienda di enorme successo in futuro”.
La collaborazione è già avviata, prosegue il numero uno di Meta, realizzazione del design e contenuto tecnologico si incontrano in progetti cui entrambe le aziende prendono parte. “Collaboriamo su tutto quanto, infatti parte del lavorare insieme è costruire col tempo una cultura comune”, racconta ancora Zuckerberg, “ci sono tante persone molto brillanti lì dentro con cui ci sono volute forse alcuni passaggi perché noi riuscissimo veramente ad apprezzarli”. È l’incontro di due universi differenti: “Dobbiamo apprezzare il modo in cui ognuno di noi affronta le cose perché loro pensano davvero al prodotto dalla prospettiva della moda, della produzione e della vendita di dispositivi ottici. E ovviamente noi ci avviciniamo a questo da una sorta di elettronica di consumo, intelligenza artificiale e prospettiva software. Ma penso che nel tempo iniziamo semplicemente ad apprezzare molto di più le prospettive degli altri su queste cose. E voglio dire, parlo costantemente con loro su vari argomenti per ottenere le loro idee su diverse questioni”.
Il segreto del successo delle partnership è quando ci si rivolge agli altri “per avere la loro opinione su cose che non sono attualmente nell’ambito di ciò su cui stai lavorando insieme”. “Io lo faccio frequentemente con Rocco, che gestisce i loro dispositivi indossabili e Francesco, che è il loro ceo, e il nostro team lo fa anche con una grande parte del gruppo di lavoro lì. È un buon gruppo. Loro condividono buoni valori. Sono davvero brillanti. E come ho detto, credo molto in loro e penso che sarà una partnership molto riuscita”.