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Santanchè Turismo Aci

Visibilia, perché i magistrati non mandano in visibilio Santanché

Falso in bilancio e non solo: tutti i dettagli sulla richiesta di processo per la ministra Daniela Santanché.

Inchiesta Visibilia: ecco i capi di accusa di cui dovrà rispondere la ministra del Turismo Daniela Santanchè.

Non hanno dubbi i pm di Milano, Marina Gravina e Luigi Luzi Tutti, che si sono occupati del “caso Visibilia”: la ministra Santanché conosceva le presunte irregolarità dei bilanci e non ha fatto nulla per evitarle. I magistrati, quindi, hanno ribadito la richiesta di rinvio a processo per falso in bilancio per la ministra del Turismo e altri imputati, tra cui l’attuale compagno della ministra, Dimitri Kunz, l’ex compagno Canio Giovanni Mazzaro e la sorella Fiorella Garnero. Sui venti imputati, per 17 persone i magistrati hanno chiesto il rinvio a giudizio. Federico Celoria, ex consigliere di amministrazione, ha chiesto di patteggiare e due società, ossia Visibilia Editore ed Editrice, hanno concordato una sanzione amministrativa.

IL CASO VISIBILIA E L’INDAGINE DI FALSO IN BILANCIO: LA RICOSTRUZIONE

Nell’ambito dell’indagine sul falso in bilancio lo scorso luglio la Procura di Milano aveva chiesto il rinvio a giudizio per la ministra del turismo Daniela Santanché, il compagno Dimitri Kunz, la sorella Fiorella Garnero, la nipote Silvia Garnero e altre 13 persone. L’inchiesta era partita dalla denuncia di azionisti di minoranza, tra cui l’imprenditore Giuseppe Zeno, assistiti dall’avvocato Antonio Piantadosi, e che tra l’altro in sede civile ha portato al commissariamento di Visibilia Editore spa. Invece, le indagini sul filone in merito alla bancarotta del gruppo sono state chiuse lo scorso aprile, perché nessuna delle tre società è fallita.

LA PRESUNTA TRUFFA AI DANNI DELL’INPS

La Procura ha chiesto il rinvio a giudizio per la parlamentare di Fratelli d’Italia, il compagno Dimitri Kunz e Paolo Giuseppe Concordia, collaboratore esterno con funzioni di gestione del personale di Visibilia Editore e Visibilia Concessionaria, per la presunta truffa ai danni dell’Inps sui fondi Covid. Gli indagati avrebbero richiesto e ottenuto indebitamente la cassa integrazione in deroga per 13 dipendenti per oltre 126mila euro. L’Istituto di previdenza è stato ammesso come parte civile nell’udienza preliminare iniziata davanti al gup di Milano Tiziana Gueli.

Sul punto la trasmissione di Rai 3 Report dedicò una puntata, intervistando anche la manager, e accusatrice della ministra, Federica Bottiglione, la quale ha raccontato di aver ricevuto denaro dalla sua titolare, a titolo di rimborso spese, nel periodo dell’emergenza Covid. In quel periodo, formalmente, si sarebbe dovuta trovare in cassa integrazione a zero ore. La manager, inoltre, avrebbe smentito le dichiarazioni rilasciate in Senato dalla ministra sul fatto che Bottiglione non avrebbe “mai messo piede in Visibilia dall’entrata della sua cassa integrazione”. Per questo procedimento ci vorranno mesi prima che venga sciolto, in Cassazione, il nodo della competenza territoriale, per sapere se il procedimento resterà a Milano o andrà a Roma.

L’ACCUSA DI FALSO IN BILANCIO PER LE SOCIETÀ DEL GRUPPO VISIBILIA

Per quanto riguarda l’accusa di falso in bilancio, gli inquirenti ritengono che la ministra Santanché, gli altri ex amministratori, consiglieri e sindaci di Visibilia Editore, avrebbero “consapevolmente” esposto nei “bilanci di esercizio della società riferibili agli anni 2016, 2017, 2018, 2019, 2020, 2021 e 2022” fatti “materiali rilevanti non rispondenti al vero” per “un ingiusto profitto”. Gli uomini del Nucleo di polizia economico finanziaria della Gdf di Milano, che hanno lavorato alle indagini, hanno individuato diversi periodi nei quali si sarebbero concretizzare le azioni illecite in merito ai bilanci delle società: per Visibilia Editore spa dal 2016 al 2022, per Visibilia srl (in liquidazione) dal 2016 al 2020, per Visibilia Editrice srl dal 2021 al 2022.

BILANCI TRUCCATI PER NASCONDERE PERDITE MILIONARIE

I bilanci, secondo gli inquirenti, sarebbero stati truccati per nascondere “perdite” milionarie e permettere al gruppo Visibilia di rimanere in piedi, ingannando gli investitori, e di conseguenza continuare a trarre “profitto” da aziende ancora attive. Secondo l’accusa, “la corretta formazione dei bilanci avrebbe evidenziato una perdita del capitale sociale per Editore dal bilancio 2016, per Visibilia srl da quello 2014 e per Visibilia Editrice dal bilancio 2021”. In particolare, un passaggio delle contestazioni riguarda l’iscrizione “nell’attivo dello stato patrimoniale”, nei bilanci di Visibilia Editore spa dal 2016 al 2020, della “voce avviamento”, il valore intrinseco della società, per cifre che vanno dagli oltre 3,8 milioni di euro a circa 3,2 milioni, “senza procedere” alla “integrale svalutazione” già nel dicembre 2016.

IL PROSSIMO 26 NOVEMBRE LA DECISIONE DEL GUP SULLE ACCUSE DI PRESUNTE FALSE COMUNICAZIONI DELLA MINISTRA SANTANCHÉ

Quindi, la ministra Santanchè dovrà rispondere delle accuse di false comunicazioni sociali per la spa e per la srl in liquidazione. La decisione del gup Anna Magelli non arriverà prima del 26 novembre, ultima udienza fissata, mentre nelle prossime parleranno le difese.

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