Skip to content

Vi spiego qual è il vero potere negoziale dell’Ue con gli Stati Uniti dopo i dazi di Trump

L'intervento di Massimo Balducci, già full professor allo European Institute of Public Administration di Maastricht.

Nell’executive order del 2 aprile “Regulating Imports with a Reciprocal Tariff to Rectify Trade Practices that Contribute to Large and Persistent Annual United States Goods Trade Deficits Executive Orders” si fa specifico riferimento alle non tarfiff barriers. L’acrimonia che Trump ed il suo staff hanno spesso espresso nei confronti dell’Ue lasciano ragionevolmente supporre che queste non tariff barriers siano riferite prevalentemente, se non esclusivamente, all’Ue. Credo sia importante cercare di capire quale sia l’oggetto del contendere anche perché temo che la cosa non sia chiaramente percepita a Roma mentre lo è certamente a Bruxelles e alla corte di Lussemburgo.

Il libero mercato non è mai completamente libero. Quello che rende possibile il libero mercato è la possibilità/necessità di confrontare e sostituire reciprocamente i beni disponibili nella libera arena del mercato. Per avere questa intercambiabilità/sostituibilità (in cui si concretizza il libero mercato e la concorrenza) è indispensabile che i vari beni disponibili sul libero mercato rispettino alcuni standard tecnici che garantiscono la sostituibilità/compatibilità.

Orbene sono proprio questi standard tecnici ad essere oggetto del contendere. Questi standard tecnici nei secoli passati venivano imposti dalle corporazioni (il lavoro eseguito “a regola d’arte” rispettava questi standard), susseguentemente gli Stati sono intervenuti nel gioco. Con l’affermarsi dei mercati mondiali questi standard venivano imposti dalle multinazionali: Sony, Monsanto, Basf, Microsoft ecc.

Le multinazionali hanno perso bruscamente questo potere quando la costruzione europea è passata dal concetto di mercato comune a quello di mercato interno imponendo degli standard uniformi su tutto il proprio territorio. Dal momento che quello dell’Ue è il mercato più ricco del mondo gli standard validi nella Ue diventano gli standard validi in tutto il globo terraqueo.

Caratteristico è il caso del telefonino. L’Ue adottò a suo tempo lo standard GSM. Gli Usa adottarono i loro standard. Dal momento che lo standard GSM era lo standard del più vasto e ricco mercato mondiale, Russia, Cina, Giappone, Corea del Sud, Sud est asiatico, Australia, Sud America ecc., adottarono lo standard GSM. Al punto che gli Usa, per avere i loro telefonini integrati nel sistema mondiale (imposto dall’Ue), devono adottare un sistema doppio “dual band”. Caratteristica degli standard adottati dalla Ue è quella di essere il risultato di un complesso (spesso opaco) processo di negoziazione in cui tutti gli stakeholders (imprenditori, sindacati, consumatori, portatori di handicap ecc.) fanno sentire la loro voce. La cosa ovviamente non piace alle grandi multinazionali (prevalentemente Usa).

Qui non va confusa l’ingerenza della Commissione Ue nell’imposizione di politiche di dubbio valore (quale il così detto green deal) con la politica degli standard cui sono collegati tutta una serie di strumenti volti a garantire il consumatore ed i lavoratori – si pensi alla banca dati ECHA (l’agenzia Europea delle sostanze chimiche presso la quale si deve dichiarare la composizione dei vari materiali).

L’Ue sta tentando di estendere questo potere di regolazione degli standard anche al settore dei servizi. Quando si afferma, un po’ superficialmente, che gli Usa realizzano e l’Ue regolamenta, andrebbe capito che l’Ue (i) lascia libero il mercato di realizzare ma regolamenta gli standard, innanzitutto per permettere un vero libero mercato e minimizzare i rischi di abuso di posizione dominante e (ii) poi per garantire la sicurezza di consumatori e lavoratori.

I dazi di Trump hanno aperto un dibattito che prima o poi avrebbe dovuto essere affrontato. In maniera particolare solleva la questione dei rischi impliciti in una libera circolazione tra Paesi che non rispettano le stesse regole relative ai diritti umani (pensiamo alla Cina) come pure sollevano la questione delle iperfinanziarizzazione delle nostre economie. A questi temi che si possono leggere in filigrana nel dibattiti in corso va aggiunto il tema degli standard. Qui forse il potere negoziale dell’Ue è molto forte e c’è spazio per una negoziazione tra pari.

Torna su