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Vi racconto il kamasutra fra politici, tecnici e costruttori a Milano

Che cosa sta emergendo dall'inchiesta della procura di Milano sull'urbanistica. Estratto di un commento di Stefano Feltri tratto da Appunti

La Procura di Milano guidata da Marcello Viola sta smantellando quello che considera un sistema di corruzione e abusi che ha letteralmente cambiato la faccia della città con grattacieli che non dovevano essere costruiti.

Questa tesi accusatoria, contestata dai soliti giornali garantisti pronti a difendere gli interessi imprenditoriali leciti e illeciti, è già stata validata da diversi giudici.

Adesso la Procura ha chiesto l’arresto dei grandi protagonisti di quel sistema: l’immobiliarista Manfredi Catella (nella foto), l’assessore alla Rigenerazione urbana Giancarlo Tancredi, l’ex presidente della commissione per il Paesaggio Giuseppe Marinoni, assieme a un altro componente, l’architetto Alessandro Scandura.

La vicenda è complessa, ma nelle richieste della Procura si trova una sintesi efficace della natura sistemica del problema e della corruzione contestata.

In pratica, i pm di Milano dicono che il sindaco di Milano Giuseppe Sala – e quindi il problema arriva fino a lui e ha rilevanza politica nazionale – ha attribuito dei poteri valutativi discrezionali alla Commissione per il Paesaggio, che è un organo composto di architetti, di professionisti privati, non di funzionari pubblici. Questi poteri sono stati delegati contra legem, scrive la Procura, cioè in modo illegale.

Questa specie di governo ombra della città aveva il potere – di derogare al piano di governo del territorio (PGT) e concedeva ai costruttori di costruire con semplici comunicazioni, cioè con una SCIA, invece che chiedendo i permessi richiesti dalla legge che spesso vengono concessi solo con alcuni vincoli e con l’obbligo di realizzare opere compensatorie a beneficio della città.

Questa commissione ha usurpato – dice la Procura – i poteri del Consiglio e della Giunta comunale, “consentendo agli organi amministrativi di stipulare convenzioni urbanistiche in deroga alle norme del PGT”. E sempre la commissione, forte del peso politico del sindaco Sala, ha tentato di rendere legale quello che invece era illegale promuovendo la norma nota come Salva Milano che era passata alla Camera dei deputati prima di saltare a un passo dall’approvazione finale.

Tutto questo è stato possibile, scrivono i pm, per “un allarmante predominio degli interessi privati su quelli pubblici, a causa di croniche situazioni di conflitto di interessi in capo ai pubblici ufficiali chiamati ad assumere le decisioni urbanistiche del Comune di Milano”.

In pratica: Sala ha delegato alla Commissione per il Paesaggio il compito di prendere decisioni in deroga al piano ufficiale e in violazione della legge, e nella commissione c’erano architetti a libro paga degli stessi costruttori che presentavano i progetti.

E questi architetti in conflitto di interessi incassavano decine di migliaia di euro, perfino milioni. In alcuni casi il Comune ha addirittura concesso il patrocinio ai progetti privati che secondo i pm erano l’oggetto del patto corruttivo.

Questi sono fatti, ai giudici il compito di stabilire se siano anche reati.

(Estratto da Appunti)

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