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Verisure

Perché il Garante suona l’allarme contro Verisure

L'Antitrust ha imposto una sanzione di 4,2 milioni di euro a Verisure Italy, società che fornisce sistemi d'allarme e di vigilanza, per pratiche commerciali scorrette. Tutti i dettagli.

Sanzione di 4 milioni e 250mila euro a Verisure Italy per quattro pratiche commerciali scorrette che violano il Codice del consumo. Lo ha deciso l’Autorità garante della Concorrenza e del Mercato che ha ricevuto numerose segnalazioni sia da singoli cittadini sia da associazioni di consumatori (Altroconsumo e Codici Lombardia). Lamentele di analogo tenore, riferisce l’Authority, sono emerse sui vari siti di opinione consultati (Trustpilot, Recensione Italia e Altroconsumo).

CHI È E COSA FA VERISURE

Attiva in Italia dal 2013, Verisure fornisce di sistemi d’allarme e servizi di vigilanza da remoto tramite una centrale operativa di ricezione allarmi. I servizi comprendono uno studio di sicurezza presso l’abitazione; l’installazione e attivazione dell’allarme fornito in comodato d’uso gratuito; il suo collegamento con la Centrale Operativa; il monitoraggio dei vari segnali; i servizi di risposta e allerta, se necessario, delle Forze dell’Ordine; servizi di aggiornamento software e manutenzione; l’accesso all’app per il controllo da remoto del sistema d’allarme e l’utilizzo dei servizi cloud per la gestione e conservazione di immagini e video. L’offerta Verisure, come ricorda la stessa Autorità, è caratterizzata da un corrispettivo da versare una tantum a fronte dell’installazione, attivazione e collegamento del sistema d’allarme con la Centrale Operativa e un canone di abbonamento mensile per i servizi di sorveglianza e i servizi opzionali offerti dalla società.

Nel 2022 il fatturato di Verisure Italy ha superato i 107 milioni (era di poco superiore a 61,3 milioni nel 2018) e l’utile i 5 milioni (registrata perdita di quasi 14 milioni nel 2019). Come affermato dalla stessa società in un comunicato stampa, per celebrare i 10 anni di attività in Italia, Verisure ha deciso di raddoppiare gli investimenti per arrivare, entro il 2030, a 5.000 dipendenti e a 1 milione di clienti.

LE PRATICHE SCORRETTE DI VERISURE

L’Autorità presieduta da Roberto Rustichelli ha dunque accertato che, a partire dal 2021 e fino al 30 ottobre 2023, Verisure ha omesso o non evidenziato, nell’attività promozionale, l’informazione relativa al comodato d’uso gratuito del sistema di allarme Verisure. “L’assenza e/o la mancata evidenziazione di tale informazione sul sito web del professionista – si legge nel provvedimento di chiusura -, nella cartellonistica pubblicitaria, nei volantini, negli spot televisivi, nella documentazione contrattuale, etc. sono idonee ad indurre in errore il consumatore e a fargli effettuare una scelta commerciale non consapevole”. Inoltre, dal 2022 e fino ad oggi la società ha attuato una condotta commerciale aggressiva condizionando indebitamente i consumatori nella fase di recesso dal contratto: per esempio non accogliendo o accogliendo in ritardo le istanze di recesso, proseguendo le fatturazioni nei mesi successi alla cessazione del rapporto contrattuale, non disinstallando gli impianti di allarme.

La terza pratica commerciale – a partire dal 2019 – riguarda invece l’avvio della prestazione del servizio durante il periodo di esercizio del diritto di ripensamento senza richiesta espressa del consumatore. Infine, dal 2019 e fino al 30 ottobre 2023 Verisure non ha esplicitato chiaramente, nelle condizioni contrattuali, che il foro competente – cui rivolgersi in caso di controversie con la società – coincideva con quello di residenza del consumatore. Nello specifico, per le quattro pratiche, Verisure Italy è stata sanzionata rispettivamente per 1 milione e 200 mila euro, 2 milioni e 500 mila euro, 500 mila euro e 50 mila euro.

Va evidenziato che l’Antitrust, durante l’istruttoria, ha notato che la società “ha mostrato, tra l’altro, di concentrare la sua attenzione soprattutto sui clienti che hanno pubblicato recensioni negative sulle piattaforme di opinioni o sui social network, attivandosi per risolvere in maniera tempestiva i loro problemi connessi al recesso”.

IL PARERE DELL’AGCOM

Durante il procedimento istruttorio l’Agcm ha chiesto anche il parere dell’Autorità di Garanzia per le Comunicazioni. “Allo stato della documentazione in atti, nel caso di specie – si legge nel documento -, Internet, i cartelloni pubblicitari, gli spot televisivi sono strumenti di comunicazione idonei a influenzare significativamente la realizzazione della pratica commerciale rispetto alla quale è richiesto parere a questa Autorità”.

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