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Mps

Tutti i subbugli politici su Mps e Unicredit

Che cosa si scrive e si dice sul dossier Mps. Fatti, numeri, indiscrezioni, commenti e tensioni politiche (con la Lega critica verso il Mef)

Bufera su Mps, o meglio sul Tesoro, tra Piazza Affari, palazzi della politica e governo (con la Lega critica verso il ministero dell’Economia).

Ecco tutti i dettagli e le novità.

CHE COSA E’ SUCCESSO A MPS IN BORSA

Mps arranca a Piazza Affari dove cede il 2,5%, a 1,1 euro, dopo aver recuperato un po’ di terreno dal minimo (-3,1%) toccato poco prima delle 12. Il titolo risente delle indiscrezioni relative a un aumento di capitale fino a 3 miliardi di euro che il Tesoro potrebbe appoggiare allo scopo di agevolare le nozze con Unicredit, disposta a rilevare il Monte solo a patto di preservare la sua forza patrimoniale.

DA DOVE NASCE L’EFFETTO BORSA PER MPS

L’indiscrezione, che non è stata commentata da nessuno dei protagonisti e su cui non risultano richieste di chiarimento della Consob, contribuisce – sottolinea Radiocor – all’incertezza che circonda Siena in questa fase di trattativa tra il Tesoro e Unicredit. Mps, che in occasione della semestrale ha ridotto la stima sulla carenza di capitale al giugno 2022 sotto il mezzo miliardo di euro, ha presentato alla Bce un capital plan che prevede un aumento fino a 2,5 miliardi, giudicato dalla banca “coerente” con lo shortfall emerso dallo stress test, che ha testato la resistenza del Monte in un ipotetico scenario avverso. Dall’annuncio delle trattative tra il Tesoro e Unicredit, lo scorso 29 luglio, Mps ha accumulato un calo del 2,5% mentre la banca guidata da Andrea Orcel è in rialzo del 2,1%.

IL PUNTO DEL SOLE 24 SU MPS

Oggi i quotidiani hanno parlato di una ipotesi di aumento di capitale fino a 3 miliardi per Mps che dovrà effettuare l’azionista Tesoro. La due diligence di Unicredit su Mps è ancora in corso, il perimetro degli asset che potenzialmente potrebbero essere ceduti non è stato definito, ma intanto già tiene banco il toto aumento di capitale che la banca senese dovrà fare affinché il pretendente accetti le nozze. A fine luglio gli stress test avevano fornito una quantificazione delle carenze di capitale necessarie per rispettare i requisiti prudenziali: 2,5 miliardi. Ma stando ai rumors non smentiti rilanciati ieri dalle agenzie di stampa – ha scritto oggi il Sole 24 Ore – quella somma è destinata ad essere più che altro un punto di partenza.

CHE COSA HA SCRITTO BLOOMBERG SU MPS

L’agenzia Bloomberg ieri ha affermato che la dimensione dell’aumento, da realizzare prima della cessione o eventuale merger con il perimetro di asset che interessa a Unicredit, potrebbe raggiungere i 3 miliardi. “La stessa agenzia, però, non specificava le motivazioni che sarebbero alla base dell’incremento del valore della ricapitalizzazione, ammettendo peraltro che questo sarà condizionato all’andamento delle due diligence, alla definizione del perimetro degli asset e ai valori di concambio. E ancora: aggiungeva che il valore di 3 miliardi poteva riusaltare inferiore se poi si tiene conto delle Dta di 2,2 miliardi (crediti fiscali) di cui beneficerebbe Unicredit in caso di consolidamento sulla base di quanto previsto dal decreto Sostegni Bis. Dunque, viene da chiedersi, di cosa stiamo parlando?”, ha chiosato il quotidiano di Confindustria.

LE CRITICHE DELLA LEGA SUL MEF PER IL DOSSIER MPS

La Lega è in prima fila nel criticare indiscrezioni e politica del Mef sulla vendita di Mps. “Mentre e’ in corso la due diligence su Banca MPS, si rincorrono voci giornalistiche che ne anticipano i risultati. Una vicenda di questa entita’ e di questa delicatezza andrebbe gestita in modo piu’ serio”. Così in una nota il senatore Alberto Bagnai, responsabile economico della Lega che aggiunge: ‘Se una voce autorevole come il Sole 24 Ore si chiede di cosa stiamo parlando, viene naturale porsi la stessa domanda nelle sedi parlamentari. In particolare, non e’ chiaro da dove emerga la cifra di tre miliardi ventilata per una ipotetica ricapitalizzazione dell’istituto, si suppone a spese dell’azionista e quindi sostanzialmente del contribuente. Duole dover sottolineare’, conclude Bagnai, ‘che sarebbe improprio aggiungere ad una vicenda gia’ seriamente compromessa da anni di cattiva politica del Pd anche profili di manipolazione del mercato’.

Ma è addirittura il capo della Lega a criticare di fatto il governo sul dossier Mps. “Dopo i risultati positivi dei primi sei mesi di quest’anno (attivo di 200 milioni) risulta ancora piu’ incomprensibile l’ipotesi di svendere Mps a UniCredit, a spese dei contribuenti italiani, licenziando migliaia di lavoratori toscani e chiudendo centinaia di sportelli della banca piu’ antica del mondo. Addirittura la Bce chiede lo stop all’uso autonomo del marchio Mps, a meno che non venga affiancato a quello di Unicredit. Incredibile. A Siena il Pd ha gia’ fatto troppi danni: giu’ le mani dalla storia, dai risparmi e dal lavoro dei senesi. Appuntamento alle elezioni del 3 ottobre prossimo”, ha messo nero su bianco in una nota il leader della Lega Matteo Salvini.

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