Skip to content

commercio mondiale

Tutti i dossier del commercio mondiale

4 scenari sull'economia mondiale. L'analisi di Tom Cooney, International Policy Advisor di Capital Group 

Il mondo si trova a un bivio geopolitico. Gli Stati Uniti, uno dei principali pilastri dell’ordine globale, hanno iniziato a interrogarsi sulle ipotesi alla base di questo sistema. Sebbene l’ordine globale abbia iniziato a disfarsi dopo la crisi finanziaria del 2008, le successive amministrazioni statunitensi – inclusa quella del Presidente Biden – hanno cercato di mantenere lo scenario esistente attraverso alleanze tradizionali. Questo percorso ha subito una brusca deviazione con l’inizio del secondo mandato del Presidente Trump. Nel giro di qualche settimana, la sua amministrazione ha evidenziato una svolta decisiva, basata sul riequilibrio dell’impegno per la difesa e la revisione dei sistemi commerciali e finanziari.

Questa svolta strategica sembra destinata ad avere conseguenze durature, indipendentemente dalle future trasformazioni politiche negli Stati Uniti. Rinunciando agli strumenti di soft power, gli USA potrebbero affidarsi maggiormente alle altre potenze per avvicinarsi ai loro obiettivi. Anche la Cina e la Russia, che per molto tempo hanno espresso il proprio disappunto verso l’ordine liberale guidato dall’Occidente, utilizzano i loro mercati e le forze armate per indirizzare le dinamiche globali a proprio favore. Se da un lato molte nazioni europee continuano a sostenere i diritti umani e i valori democratici, l’assenza di una leadership statunitense coerente rende più difficile presentare questi ideali come globalmente coesivi.

UN QUADRO DI RIFERIMENTO PER UN FUTURO INCERTO

L’ordine globale si sta frammentando intorno a due assi principali: il potere economico e quello militare. Sul fronte economico, il mondo potrebbe propendere per negoziazioni tattiche o per un isolamento consolidato. In un contesto negoziale, i dazi sono usati come leva ma rimangono gestibili, i flussi di capitale restano solidi e le catene di fornitura globali si adattano attraverso il friendshoring. Per contro, un mondo che si isola è caratterizzato dal fallimento dei negoziati, da dazi permanenti, blocchi commerciali di ritorsione, gravi interruzioni dei movimenti di merci e capitali e una maggiore minaccia allo status del dollaro come valuta di riserva globale.

Da un punto di vista militare, lo spettro va da alleanze di lunga data e deterrenti strategici a dimostrazioni di influenza più assertive. In scenari di cooperazione globale – come il contesto internazionale che ha in gran parte caratterizzato i sei-sette decenni precedenti – alleanze come l’Organizzazione del Trattato del Nord Atlantico (Nato) restano stabili, i conflitti vengono risolti attraverso l’impegno multilaterale e la diplomazia assume un ruolo centrale nell’attenuazione delle tensioni. In questo contesto, i leader potrebbero adottare un approccio più moderato alle rivendicazioni e agli interessi internazionali. Parallelamente, gli Stati Uniti potrebbero sostenere gli sforzi per promuovere la de-escalation e il dialogo.

In uno scenario meno collaborativo, tuttavia, le grandi potenze potrebbero cercare di affermare i propri interessi con mezzi più diretti – con la possibile occupazione di aree strategiche, l’intensificazione di dispute regionali e un maggior rischio di proliferazione delle armi. In un mondo come questo, l’efficacia delle istituzioni multilaterali come le Nazioni Unite potrebbe essere messa in discussione, rievocando precedenti storici in cui le strutture di governo globali faticavano a mantenere la propria influenza.

Queste dinamiche si combinano a formare quattro diversi esiti geopolitici, ciascuno dei quali ha implicazioni profonde per la stabilità globale, l’integrazione economica e le norme che disciplinano l’impegno internazionale.

Battaglia commerciale: lo scenario della battaglia commerciale è caratterizzato da dazi elevati, restrizioni all’esportazione di tecnologia e altre misure protezionistiche che accelererebbero l’isolamento economico e lo spostamento delle filiere. Gli Stati Uniti collaborano con altri paesi per limitare i rischi e diversificare le loro economie. Grandi potenze come gli Stati Uniti e la Cina si scontrano sul piano tecnologico e commerciale.

Grandi accordi: in questo scenario, la diplomazia prevale e le alleanze sopravvivono. Mini accordi commerciali potrebbero soddisfare il Presidente Trump, con moderati aumenti dei dazi. Gli Stati Uniti si riavvicinano alla Nato/all’Europa, e le tensioni tra Usa e Cina sono gestibili. Questo è lo scenario più clemente e in genere è positivo per i mercati azionari e l’economia.

Grandi potenze: le grandi potenze riconoscono le sfere d’influenza regionali ed evitano il conflitto reciproco. Le minacce commerciali si attenuano e resta solo una divisione ordinata dei poteri. Sarebbe un po’ come tornare all’epoca degli imperi, in cui le grandi potenze coloniali dividevano il mondo in sfere d’influenza, vincolate a patti reciproci di non aggressione.

Nazionalismo assertivo: questo scenario si contrappone a quello più clemente ed è caratterizzato da una guerra commerciale globale e da un maggiore utilizzo dei poteri forti per gestire gli aspetti di sicurezza, con il potenziale rischio di scontri militari tra le grandi potenze. Prevedibilmente, questo avrebbe effetti negativi sui mercati e sulle economie.

INVESTIRE IN UN MONDO CHE CAMBIA

Le implicazioni macroeconomiche riflettono quattro diversi scenari, definiti dalle dinamiche geopolitiche ed economiche. La prospettiva più inclemente, il Nazionalismo assertivo, implica l’assenza di crescita, tassi di interesse vicini a zero, un forte deficit fiscale e un dollaro più debole, mentre le valute concorrenti e l’oro guadagnano terreno.

Lo scenario della Battaglia commerciale potrebbe creare condizioni che preludono a un contesto di stagflazione. L’aumento dei dazi potrebbe contribuire a pressioni inflazionistiche, spingendo la Federal Reserve ad aumentare i tassi di interesse nonostante la crescita modesta, la disoccupazione elevata e il forte deficit fiscale.

Nello scenario del Ritorno delle grandi potenze, i governi gestiscono ingenti deficit fiscali e tollerano un’inflazione elevata, dando la priorità all’influenza geopolitica e al controllo regionale. Nonostante queste pressioni, la crescita globale rimane relativamente resiliente, sostenuta da un commercio a blocchi e da investimenti strategici.

Lo scenario dei Grandi accordi prevede un contesto globale più stabile, in cui la diplomazia prevale, la crescita resta relativamente solida, l’inflazione rimane moderata e il dollaro mantiene la sua forza.

 

Torna su