La Svizzera questo fine settimana si confermerà ancora una volta la sede diplomatica per eccellenza nel continente europeo. Le autorità economiche di Cina e Stati Uniti, infatti, si incontreranno a Ginevra per una prima discussione con l’obiettivo di allentare la guerra commerciale.
I COLLOQUI TRA USA E CINA SUI DAZI
Per Pechino ci sarà il vicepremier (ed economista) He Lifeng, il cosiddetto zar del commercio cinese. Mentre per Washington saranno presenti sia il segretario al Tesoro, Scott Bessent, sia il capo negoziatore commerciale, Jamieson Greer. Sarà un primo round di negoziati per testare la fiducia reciproca e per capire le rispettive priorità. Per Bessent si tratterà comunque di un primo passo per una de-escalation. Ma la Cina ha già fatto intendere di essere più concentrata sui fatti, sulle azioni concrete della controparte americana rispetto alle molte, e in certi casi confusionarie, affermazioni provenienti dall’amministrazione di Donald Trump.
L’intenzione, comunque, è quella di distendere gli animi e trovare una via d’uscita per entrambe le parti dopo mesi di rialzi dei dazi e dichiarazioni aggressive. Non è certo se un primo segnale sarà un abbassamento dei dazi reciproci. Tuttavia, quel che sembra sicuro è che servirà diverso tempo e molti colloqui per trovare una quadra.
LE MOSSE E GLI STIMOLI ALL’ECONOMIA DELLA CINA
Consapevole che i tempi saranno lunghi, Pechino si è mossa per sostenere l’economia sulla base del quadro attuale. Il governatore della Banca Popolare Cinese, Pan Gongsheng, in una conferenza stampa ha annunciato, infatti, diverse misure. Obiettivo: sostenere l’economia del paese durante il periodo delle trattative. Come il taglio dei tassi di interesse e una forte iniezione di liquidità. A partire dall’8 maggio, infatti, Pechino taglia il tasso di riferimento repo a sette giorni di 10 punti base, all’1,4%. E gli altri tassi di interesse caleranno in linea con quest’ultimo. Inoltre, dal 15 maggio sarà ridotta di 50 punti base la quantità di liquidità che le banche devono tenere come riserva, cioè il coefficiente di riserva obbligatoria (RRR). Il livello medio, quindi, scenderà dal 6,6% al 6,2%, ma soprattutto – secondo Pan – la mossa servirà a liberare liquidità per un trilione di yuan, una cifra di circa 138 miliardi di dollari.
Le autorità cinesi, inoltre, hanno in programma di prendere iniziative per aiutare sia alcune società quotate in borsa in difficoltà a causa dei dazi sia diverse aziende esportatrici, per far sì che possano espandere i loro mercati. Nella girandola di stimoli pensati da Pechino c’è anche il rafforzamento – con 60 miliardi di yuan, cioè 8,3 miliardi di dollari – di un progetto per consentire alle compagnie assicurative di investire nei mercati azionari, riporta Reuters. Mentre la banca centrale creerà degli strumenti di prestiti a basso costo per comprare obbligazioni legate al settore tecnologico, agricolo e delle piccole imprese.
I DATI CINESI E LA MANIFATTURA IN DIFFICOLTÀ
Sono stimoli che dimostrano alcune crepe e alcune difficoltà dell’economia cinese a causa della guerra commerciale in corso. A cui però Pechino vuole rimediare senza prestare il fianco a Washington. Qualche contraccolpo per Pechino è già emerso negli scorsi giorni, quando è stato confermato un calo nel manifatturiero per il mese di aprile. La contrazione più veloce degli ultimi 16 mesi. I dazi hanno portato, oltre alla cancellazione di vari ordini da esportare, anche la riduzione di alcune produzioni e la messa in congedo di lavoratori, ricorda infatti il Financial Times.
In tutto ciò, non è così semplice sapere quale sia il reale stato dell’economia cinese. Le autorità di Pechino da tempo hanno smesso di rendere note diverse statistiche finanziarie o dati economici, come gli investimenti esteri o gli indicatori della disoccupazione. Il tutto senza neanche fornire una spiegazione per tale scelta, ha ricordato il Wall Street Journal pochi giorni fa. E oggi, con il paese che oltre al pesante debito e la crisi del mercato immobiliare deve fronteggiare anche la guerra commerciale, conoscere come e dove sta andando economicamente la Cina sarebbe cruciale.