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industria sport italia

Tutti gli affari di Decathlon, Technogym e non solo. Report Mediobanca

Supera gli 11,7 miliardi di euro il fatturato delle principali aziende italiane che producono abbigliamento e attrezzature sportive. Tra i protagonisti HTI, Decathlon Italia, Technogym e Favero Electronics. Nell'Ue, il nostro paese è l'unico con una bilancia commerciale positiva nel settore: 644 milioni di euro nel 2023, che sale a 848 milioni nei rapporti con i Paesi extra-Ue. Tutti i dettagli del rapporto Mediobanca

 

Per la prima volta, l’Area Studi Mediobanca ha pubblicato un report interamente dedicato all’industria dello Sport&Outdoor, fornendo un quadro dettagliato sul settore a livello globale, europeo e italiano. Il focus sull’Italia restituisce l’immagine di un comparto solido, competitivo e capace di trainare l’economia grazie a una forte vocazione manifatturiera, a investimenti in innovazione e a un’ampia proiezione internazionale.

ITALIA LEADER NELL’EXPORT EUROPEO

Secondo i dati forniti dal report, nel panorama europeo, l’Italia si distingue come unico Paese con una bilancia commerciale positiva nel settore: 644 milioni di euro nel 2023, grazie a esportazioni per 3,3 miliardi e importazioni per 2,7.

Ancora più rilevante il saldo positivo con i Paesi extra-Ue, che ammonta a 848 milioni di euro, posizionando l’Italia davanti a Polonia (411 mln) e Finlandia (93 mln).

Il nostro Paese controlla un quinto delle esportazioni extraeuropee dell’intera Unione, primeggiando in segmenti come calzature sportive, articoli per ginnastica e atletica, attrezzature da sci e pattini, fucili da tiro, abbigliamento da acqua. Il primato italiano è ancor più significativo se si considera che, nel complesso, l’Ue registra una bilancia commerciale negativa sia interna che extra-Ue.

LE AZIENDE ITALIANE DIETRO AL SUCCESSO

Le 82 maggiori aziende italiane del settore – tutte con almeno 19 milioni di euro di fatturato, afferma l’Area Studi Mediobanca – hanno generato nel 2023 un giro d’affari aggregato pari a 11,7 miliardi di euro, con un valore aggiunto pari allo 0,15% del Pil e quasi 51.000 dipendenti. Tra queste, HTI-High Technology Industries, Decathlon Italia, Technogym, Cisalfa Sport e Tecnica Group.

Mentre la classifica cambia se si guarda alla redditività: al primo posto c’è Favero Electronics, con un ebit margin del 43,8%, seguita da Union Binding Company e Colnago, eccellenza storica del ciclismo italiano. Altre aziende simbolo del settore sono Givi, Arena Italia, Garlando e BasicNet, che confermano come la specializzazione, l’innovazione e la qualità siano elementi chiave per distinguersi sul mercato globale.

I SETTORI CHE VANNO PER LA MAGGIORE

A trainare il comparto sono i produttori del segmento “Mountain attitude”, seguiti da distributori generalisti e imprese attive nei comparti Multisport, Cycling e Motorsport. Spicca la prevalenza di imprese a controllo italiano (75% del fatturato), una quota molto più alta rispetto a quella della moda, dove la presenza straniera è più marcata.

DOVE SI PRODUCE

Il Nord Est, in particolare il Veneto, rappresenta il cuore produttivo del settore: da solo, il distretto dello Sportsystem di Montebelluna e Asolo realizza il 36% del fatturato industriale del comparto. Il Nord Ovest segue con il 38% dei ricavi, mentre il Centro e il Sud restano marginali. Questo radicamento territoriale, unito alla prevalenza di una produzione interna (88,1% del fatturato deriva da imprese con produzione in-house), distingue nettamente lo Sport&Outdoor dal fashion mass-market, spesso più delocalizzato.

PREVISIONI E SFIDE

Per l’Area Studi Mediobanca, il 2025 si prospetta con cauto ottimismo: il settore italiano prevede una crescita del 3%, con il superamento della soglia dei 12 miliardi di euro. Tuttavia, le sfide non mancano: il 72,7% delle aziende è preoccupato dall’instabilità geopolitica e il 63,6% teme la concorrenza sui prezzi.

In risposta, si punta su tecnologia, sviluppo di nuovi prodotti e alleanze con università e istituzioni. L’innovazione è centrale anche in ottica Esg, con il 72,7% delle imprese che sta sviluppando prodotti sostenibili, oltre il 60% utilizza energie rinnovabili e due terzi hanno già avviato strategie per la neutralità carbonica.

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