La Federal Reserve decide di abbassare il target range dei Fed Funds rate di 25bp, portandolo dunque a 4% – 4.25%, la decisione non è stata unanime, ma Miran ha votato per un taglio più aggressivo da 50bp. Miran è recentemente stato invitato da Trump a unirsi al FOMC ad interim e, nel frattempo, mantiene il suo lavoro come consigliere economico alla Casa Bianca.
La decisione di riprendere il ciclo dei tagli è stata trainata dal fatto che ora sono aumentati sensibilmente i rischi relativi al mandato di massima occupazione. Powell dice che, se prima l’attenzione era maggiore sul mandato di stabilità dei prezzi, ora i rischi sono più bilanciati e questo ha portato alla decisione di abbassare i tassi di riferimento e muoversi verso il tasso neutrale. Powell definisce questo taglio come un “insurance cut”. I rischi relativi alla massima occupazione sono ora più chiaramente orientati verso un ribasso, mentre i rischi sull’inflazione rimangono al rialzo.
I RISCHI AL RIALZO SULL’OCCUPAZIONE
Powell nell’assesment sulla situazione economica sottolinea che, alla luce degli ultimi dati, i rischi al rialzo sul tasso di disoccupazione sono aumentati. Il mercato del lavoro si trova in una situazione di equilibrio “curiosa”, è evidente un rallentamento della domanda di lavoratori, questo tuttavia è accompagnato anche da un calo dell’offerta di lavoro, per questo per il momento il tasso di disoccupazione rimanga piuttosto contenuto. Powell, tuttavia, durante la conferenza stampa ha affermato anche che la domanda di lavoratori ha rallentato ed è scesa sotto il livello di breakeven. Questo, sostanzialmente, aumenta i rischi relativi al mandato di massima occupazione.
Nonostante ciò, nelle proiezioni macroeconomiche, il livello mediano del tasso di disoccupazione rimane pari al 4.5% per quest’anno (leggermente più alto del dato di agosto pari al 4.3%) ed è rivisto marginalmente al ribasso per i prossimi due anni. Penso che il messaggio che il FOMC vuole trasmettere è che i rischi relativi al mandato di massima occupazione siano aumentati, ma ancora non materializzati, e questa azione di politica monetaria sia volta a evitare che si materializzino.
L’IMPATTO DEI DAZI SUI PREZZI AL CONSUMO
Per quanto riguarda invece il mandato di stabilità dei prezzi, Powell sottolinea che dagli ultimi dati è evidente ci sia stato un impatto sui prezzi al consumo derivante dalle tariffe, ma che è anche chiaro che tale impatto sia più ridotto e più lento di quanto non si aspettassero. Powell dice che le evidenze a loro disposizione mostrano che per il momento le tariffe non sono pagate dagli esportatori, ma piuttosto dalle aziende che cercano di scaricarne il costo sui consumatori, ma questo processo si sta mostrando più lento delle attese. Il caso base è che il passaggio sui prezzi al consumo delle tariffe rappresenti un aggiustamento dei prezzi una tantum, ma ancora è presto per dirlo con certezza. Le proiezioni di inflazione per il 2026 ed il 2027 sono state marginalmente riviste al rialzo.
LE PRIOIEZIONI SUL LIVELLO DEI TASSI DELLA FED
Dai DOTS, proiezioni sul livello dei tassi di politica monetaria dei membri del FOMC, emerge una certa divisione di fronte a una situazione in cui sicuramente non è univoco bilanciare i due mandati della Fed. Per quest’anno uno dei 19 membri (di cui 12 votanti e 7 no) vede 150bp di tagli appropriati, un membro avrebbe tenuto i tassi fermi anche al meeting di oggi, mentre la maggior sta in mezzo ai due e la mediana indica altri 50bp totali di tagli quest’anno, oltre al taglio di oggi. Per il 2026 e il 2027 la mediana dei DOTS rimane orientata verso un taglio da 25bp ciascun anno, come le previsioni di giugno.