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Tria svela gli altarini della Germania e di Bruxelles su bail-in e politica sociale

Che cosa ha detto oggi il ministro dell’Economia, Giovanni Tria, rispondendo alle domande della Commissione Finanze del Senato

Tutte le pressioni improvvide di Berlino e Bruxelles.

E’ stato anche questo il tema affrontato dal ministro dell’Economia, Giovanni Tria, rispondendo alle domande della Commissione Finanze del Senato.

Una sortita a sorpresa, secondo coloro che ritengono il titolare del Tesoro un fan senza se e senza ma dell’attuale Unione europea.

Ecco quello che ha detto il ministro dell’Economia, che invece da tempo come economista sottolinea limiti e imperfezioni della direzione di marcia intrapresa dai palazzi europei.

Al momento dell’introduzione del bail-in in Italia «erano tutti contrari. Il ministro di allora era Saccomanni che fu praticamente ricattato dal ministro delle Finanze tedesco» con la minaccia che se l’Italia non avesse accettato il nuovo sistema «si sarebbe diffusa la notizia che il nostro sistema bancario era prossimo al fallimento», ha sibilato Tria.

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«Non vedo la possibilità che in tempi brevi possa essere abolito», ha aggiunto. Tria ha spiegato di aver letto alcune dichiarazioni dell’ex ministro dell’Economia al riguardo e di condividere sul bail-in «l’opinione di Patuelli», il presidente dell’Abi che ha definito la norma desueta, chiedendone l’abrogazione. «Condivido il fatto che dovrebbe essere abolito», ha sottolineato il ministro, ma «non prevedo che in tempi brevi possa essere abolito o che ci sia una convergenza tale che si possa arrivare, almeno per ora e non so se in futuro, all’abolizione», ha precisato. «Credo che quando è stato introdotto in Italia – ha proseguito – fossero quasi tutti contrari, anche la Banca d’Italia in modo discreto si oppose».

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Altro tema e altra staffilata da parte del titolare del Tesoro verso impostazione e regole dell’Unione europea: “C’è una situazione che puo’ portare alla disgregazione dell’Europa, ma io penso che bisogna rafforzarla”. Lo ha detto il ministro dell’Economia, Giovanni Tria, nel corso di una comunicazione in Commissione Finanze del Senato. Tria ha spiegato che “la rete di protezione sociale” necessaria per arginare le conseguenze della globalizzazione e’ un problema di cui l’Europa non si occupa e che “viene lasciato alle politiche nazionali”, ma “e’ chiaro che in questo modo si creano gli scontri e le incompatibilita’ sui bilanci nazionali”.

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