Il moderato Giovanni Tria ha sfoderato gli artigli, bacchettando l’opposizione Pd.
E’ stato per certi versi un ministro dell’Economia a sorpresa quello quello che ha parlato oggi in Aula al Senato. Ecco i passaggi salienti del suo intervento a Palazzo Madama.
ECCO COME TRIA HA CRITICATO I GOVERNI A GUIDA PD
Tria ha bacchettato lo scorso governo, il quale avrebbe agito “prescindendo dal realismo”. Il ministro del Tesoro ha ad esempio parlato dei tanti bonus dei governi a guida Pd, e di Matteo Renzi in primis anche se non lo ha menzionato, che hanno generato “un onere che continua a pesare sul nostro bilancio”, aggiungendo che “non è nostra intenzione parlare di responsabilità del passato”, ma “non accettiamo che qualcuno venga a farci la morale sulla politica di crescita”.
DOSSIER PROCEDURA DI INFRAZIONE UE
Ma il cuore dell’intervento del titolare del dicastero di via Venti Settembre è stata l’annunciata procedura di infrazione da parte della Commissione di Bruxelles.
MEGLIO NON VIOLARE LE REGOLE EUROPEE
La violazione delle regole europee avrebbe “effetti negativi sulla crescita e sulla politica espansiva, facendo aumentare il costo di finanziamento del debito”, ha detto il ministro dell’Economia Giovanni Tria, spiegando che per questo “stiamo valutando se si possano trovare gli spazi finanziari per migliorare l’equilibrio tra crescita e consolidamento dei conti, senza rinunciare alle priorità”.
ECCO LA BACCHETTATA DEL MINISTRO DELL’ECONOMIA
“L’Italia ha beneficiato della politica espansiva del Quantitative easing (Qe)” della Banca centrale europea, che “ha portato a un risparmio per 35 miliardi”. Questo beneficio, però, “non si è riflesso in una discesa del debito e, solo parzialmente, sulla spesa per interesse”, ed “è stato assorbito per la stagione dei tanti bonus”, ha sibilato il ministro dell’Economia intervenendo stamane in Aula al Senato.
LE CONCLUSIONI DI TRIA
“Dal 2014 abbiamo invece avuto un aumento della spesa corrente per assorbire questo beneficio e finanziarie la stagione dei tanti bonus con oneri che continuano a pesare sul nostro bilancio. Continua la caduta investimenti della p.a, ed è costantemente diminuita la capacità di progettazione. Tutto questo ha portato l’Italia a una situazione di consolidato ritardo della crescita che non ha consentito di ridurre il peso debito pubblico sulla nostra economia”, ha concluso Tria.