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Tim, ecco come Cassa depositi e prestiti voterà il 29 marzo su Elliott e Vivendi

Come si muoverà la Cassa depositi e prestiti in Tim. Fatti, numeri, indiscrezioni e scenari

 

Ultimi fuochi d’artificio prima dell’assemblea di Tim del 29 marzo, convocata su richiesta di Vivendi per silurare i consiglieri espressione di Elliott e cercare di ribaltare l’egemonia del cda ora controllato dal fondo americano.

Tra i fuochi, c’è quello in particolare messo in atto dalla Cassa depositi e prestiti, azionista in crescita di Tim.

La Cdp (controllata dal Tesoro) è già arrivata a sfiorare il 10% del capitale dell’ex Telecom Italia, quindi bruciando le tappe rispetto alla tempistica che era trapelata dalla Cassa giorni fa.

Venerdì 15 marzo Cdp ha comunicato alla Sec di aver acquistato altre azioni e di detenere il 9,8% del capitale della prima compagnia telefonica italiana.

Il rafforzamento della quota della Cassa guidata dall’amministratore delegato, Fabrizio Palermo, è stato realizzato con acquisti in Borsa spalmati su tutte le sedute della settimana, a prezzi compresi tra 0,5209 e 0,5566 euro: “Complessivamente, per l’intero pacchetto, Cdp ha speso – incluse le commissioni di brokeraggio – 1,054 miliardi a fronte di 1,49 miliardi di azioni, per un prezzo di carico di 0,70 euro, più elevato rispetto alle ultime quotazioni di Borsa che venerdì si sono fermate appena sotto i 54 centesimi”, ha scritto oggi il Sole 24 Ore.

Cassa depositi e prestiti, dunque, assume sempre di più un ruolo da ago della bilancia (da pacificatore?) all’interno del complesso azionariato del gruppo tlc.

In gioco c’è il riequilibrio del board nella prossima assemblea, con la conferma di Luigi Gubitosi nel ruolo di amministratore delegato (pur essendo espressione di Elliott, Vivendi non lo ha “sfiduciato” a differenza degli altri consiglieri indicati dal fondo Usa) mentre resta incerta la presidenza della compagnia: è considerato non più tanto saldo, infatti, Fulvio Conti.

Anche perché vista la posizione azionaria di Cdp in Tim, ci si attende che la Cassa possa e voglia esprimere consiglieri di amministrazioni nel board di Tim, se non indicare proprio il presidente.

Ma come voterà il prossimo 29 marzo Cdp nel corso dell’assemblea di Tim? Nonostante alcune indiscrezioni non smentite di giorni fa, secondo cui la Cdp era orientata a non schierarsi, dunque non votando a favore della richiesta di Vivendi ma neppure in appoggio a Elliott, oggi il Sole 24 Ore scrive: “Tutto fa presumere che Cdp voterà contro la richiesta di revoca di cinque consiglieri in quota Elliott avanzata da Vivendi”. E già La Stampa il 5 marzo aveva anticipato che Cdp voterà in senso pro Elliott in assemblea.

Una mossa che sarebbe considerata ostile da parte di Vivendi.

“E’ probabile che si vada in quella direzione anticipata dal Sole, ma è ancora prematura la certezza delle decisioni di Cdp”, dice un addetto ai lavori.

Si vedrà.

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