La guerra che incendia i confini a est dell’Europa e il perdurante affanno dell’economia tedesca non freneranno la crescita che, nell’anno in corso, interesserà le economie della maggior parte dei paesi dell’Europa centrale, orientale e sudorientale.
L’istituto viennese di studi economici internazionali (Wiener Institut für Internationale Wirtschaftsvergleiche, Wiiw), probabilmente il principale think tank economico per l’Europa centro-orientale, conferma nelle sue previsioni estive le stime ottimistiche per l’intera regione. In particolare, i paesi dell’area che appartengono all’Unione europea si stanno dimostrando robusti di fronte alla crisi economica in corso in Germania e, sebbene permangano rischi importanti, la situazione nel complesso si sta schiarendo.
Il Summer Forecast del Wiiw ha monitorato l’evoluzione in 23 paesi dell’Europa centrale, orientale e sudorientale. “Il principale motore della crescita è il forte aumento dei salari reali, che stimola i consumi privati, anche se viene risparmiata una parte non trascurabile del reddito disponibile aggiuntivo”, ha affermato Vasily Astrov, economista dell’istituto austriaco e autore principale delle previsioni estive. La situazione del settore industriale, specialmente nei paesi membri dell’Ue che dipendono fortemente dall’andamento di Berlino, resta difficile e “questo limita le prospettive di crescita di tutti quei paesi che fanno parte del cluster industriale attorno alla Germania”, ha spiegato ancora Astrov.
In dettaglio, per il 2024 il Wiiw prevede per i membri Ue della regione una crescita media del 2,6%, destinata a salire al 3% nel 2025. Ciò significa che quest’anno molto probabilmente supereranno significativamente la media dei paesi dell’area dell’euro, che sarà quasi stagnante (0,6%); e l’anno prossimo crescerà quasi al doppio della velocità dell’area euro (la cui crescita è stimata all’1,6%).
La Slovenia e gli stati del più o meno vivo gruppo Visegrad (Polonia, Repubblica Ceca, Slovacchia e Ungheria) cresceranno in media dello stesso 2,6% quest’anno e del 3,1% nel 2025. La Polonia è il leader in termini di crescita tra i membri dell’Ue centro-orientale, sia in questo anno (+3,3%) che nel prossimo (+3,6%), confermando il suo ruolo di leadership e candidandosi – anche dal punto di vista economico – a rappresentare un terminale affidabile lungo l’asse centrale Parigi-Berlino-Varsavia. Un consolidamento anche sul piano economico del cosiddetto triangolo di Weimar, aspetto da tenere in forte considerazione anche sul piano più strettamente geopolitico.
Anche i paesi membri dell’Europa sudorientale – Romania e Croazia – registreranno una forte crescita nel 2024, quasi pari a quella polacca (+3%). in questi due paesi l’economia sarà sostenuta soprattutto dagli afflussi di fondi dal NextGenerationEU e, nel caso della Croazia, dal fiorente turismo.
Numeri buoni anche più a sud. Le sei economie dei Balcani occidentali (Serbia, Albania, Macedonia del Nord, Montenegro, Bosnia-Erzegovina e Kosovo) quest’anno si espanderanno in media del 3,2%, mentre la Turchia crescerà del 3,4%.
La ripresa nell’Ucraina devastata dalla guerra dovrebbe invece indebolirsi, con una crescita nel 2014 del 2,7%. Si tratta di una revisione al ribasso di 0,5 punti percentuali rispetto alle previsioni di primavera, fa notare l’istituto di Vienna: la distruzione delle infrastrutture energetiche ucraine da parte degli attacchi aerei russi peserà pesantemente sull’economia, quest’anno e il prossimo.
Il deficit di bilancio previsto per l’Ucraina nel 2024 è pari al 18% del pil e la maggior parte dovrà essere coperto da aiuti finanziari esteri. Le prospettive economiche per l’Ucraina sono dunque offuscate: anche se secondo le stime ufficiali l’economia del paese è cresciuta di un solido 4,5% nel primo trimestre – soprattutto grazie alla riapertura della rotta di esportazione attraverso il Mar Nero – la sistematica distruzione delle sue forniture energetiche da parte della Russia sta ora portando a regolari tagli di energia a livello nazionale. “Metà delle infrastrutture energetiche dell’Ucraina sono già state distrutte dagli attacchi missilistici russi, e la distruzione continua”, ha spiegato Olga Pindyuk, esperta ucraina del Wiiw, “senza elettricità l’economia farà fatica a riprendersi e questo rende ancora più importante un adeguato approvvigionamento di missili di difesa aerea occidentali”.
Per l’aggressore, la Russia, il Wiiw registra al contrario una revisione al rialzo di 0,4 punti percentuali. Il paese, sempre più orientato verso un’economia di guerra, dovrebbe quindi crescere quest’anno del 3,2%, quasi allo stesso ritmo del 2023 quando la crescita fu del 3,6%. L’economia russa è in forte espansione, ma opera sempre più ai limiti delle sue capacità, scrive il think tank austriaco.
L’intero complesso delle previsioni estive poggia sulla fragilità della situazione politica internazionale, il cui sviluppo ha e avrà riflessi enormi sull’area centro-est europea. Le questioni geopolitiche pongono i maggiori rischi per le previsioni. Il primo focus è inevitabilmente sugli Stati Uniti, dove all’incertezza Trump si va ora sommando quella legata al suo nuovo concorrente, l’attuale vice presidente Kamala Harris. “Una vittoria di Donald Trump alle elezioni presidenziali americane di novembre potrebbe intensificare la guerra commerciale tra Stati Uniti e Cina, e forse anche avviarne una con l’Ue”, sottolinea sempre Astrov, “e ciò colpirebbe in maniera particolarmente dura le piccole economie aperte dell’Europa centro-orientale. Inoltre, la fiducia degli investitori nella regione potrebbe anche erodersi se Trump mettesse in discussione la garanzia di sicurezza statunitense per l’Europa”. Al contrario è ipotizzabile che Harris voglia mantenere la piattaforma programmatica di Joe Biden, almeno per quel che riguarda l’economia: questo darebbe alle economie europee maggiori certezze, ma poche illusioni su una politica America First con sorriso invece che con il grugno. Come è stata in fondo quella di Biden.