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Stato e Comuni non conoscono il patrimonio. Parola della Corte dei Conti (che sul fisco bacchetta l’Agenzia delle Entrate)

Che cosa ha evidenziato sul patrimonio immobiliare il procuratore generale della Corte dei conti, Alberto Avoli, nel giudizio sul rendiconto generale dello stato per l'esercizio 2018.

 

“La tematica della gestione del patrimonio pubblico va ben oltre l’ambito dello Stato ed involge anche le amministrazioni territoriali. Molti Comuni, anche i maggiori, non hanno la contezza del loro patrimonio, non riuscendo quindi a metterlo a reddito, anzi favorendo ogni sorta di occupazioni abusive e di rivendicazione di diritti”. E’ uno dei passaggi contenuti nella Requisitoria del procuratore generale della Corte dei conti Alberto Avoli nel giudizio sul rendiconto generale dello stato per l’esercizio 2018.

IL NODO DEGLI ENTI PUBBLICI

“Non di rado – aggiunge Avoli – gli Enti pubblici – ed anche lo Stato – ignorano la persistenza di usi civici pubblici sui loro territori, usi civici della più disparata natura, idonei pero’ non di rado ad una forte valorizzazione economica, ben lontana dai tradizionali diritti di pascolo o legnatico, ad esempio, nel campo turistico e ambientale (come è noto, i territori soggetti ad uso civico sono sottoposti dalla legge a tutela ambientale)”.

LA QUESTIONE DEI SERVIZI

“Proprio nel settore della gestione del patrimonio pubblico – conclude il procuratore generale della Corte dei conti – si concretizzano, dunque, evidenti necessità che finiscono per interagire sui bilanci dello Stato e degli Enti territoriali, sulla gestione dei servizi e soprattutto sulla loro qualità”.

DOSSIER FISCO

Crollano accertamenti e controlli, fanno notare anche i magistrati contabili facendo le pulci di fatto all’attività dell’Agenzia delle Entrate. Lo certifica la Corte dei Conti nel giudizio di parificazione sul Rendiconto 2018: pesano i ripetuti condoni. “Esaminando più direttamente l’attività di accertamento sostanziale svolta dall’Agenzia delle Entrate – ha relazionato il presidente di coordinamento delle Sezioni riunite in sede di controllo Ermanno Granelli – il dato di consuntivo 2018 (introiti per 5,6 miliardi) si caratterizza per una notevole flessione rispetto agli anni precedenti (-23,8%). Si accompagna quella nel numero di controlli posti in essere e delle maggiori imposte accertate. L’aspettativa di future sanatorie, le criticità in cui versa l’Amministrazione, le difficoltà esistenti nella riscossione dei crediti pubblici incidono negativamente sul corretto funzionamento del sistema, il quale, è bene sottolinearlo, continua a fondarsi sul principio dell’adempimento spontaneo degli obblighi fiscali”, ha dichiarato.

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