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Stati Uniti e farmaci oncologici fanno brindare AstraZeneca

Nel secondo trimestre, AstraZeneca ha registrato ricavi per 14,5 miliardi di dollari (+12%), grazie soprattutto alle vendite negli Stati Uniti (dove investirà 50 miliardi di dollari), e ai suoi farmaci oncologici. Fatti, numeri e commenti

 

Ricavi e utili in crescita per AstraZeneca nel secondo trimestre del 2025, grazie alla forte domanda negli Stati Uniti e alle vendite dei farmaci oncologici. L’azienda conferma gli obiettivi annuali e annuncia investimenti per 50 miliardi di dollari nel mercato americano, mentre si prepara a possibili dazi sui prodotti farmaceutici.

UN SECONDO TRIMESTRE IN CRESCITA

AstraZeneca ha registrato risultati superiori alle aspettative nel secondo trimestre del 2025. I ricavi del gruppo infatti sono cresciuti del 12%, raggiungendo 14,5 miliardi di dollari, rispetto ai 14,15 miliardi attesi dagli analisti. L’EBT è salito a 3,1 miliardi di dollari, rispetto ai 2,4 miliardi dello stesso periodo dell’anno precedente.

L’utile per azione core si è attestato a 2,17 dollari, in linea con le previsioni di consenso riportate da Bloomberg. Nelle prime contrattazioni alla Borsa di Londra, il titolo ha guadagnato circa l’1%, portando la performance da inizio anno a un +4%.

LA SPINTA DAL MERCATO STATUNITENSE

Il mercato statunitense ha rappresentato un elemento trainante per i risultati trimestrali. Le vendite negli Usa, secondo il Financial Times, sono aumentate del 14% su base annua e costituiscono oggi il 44% del fatturato complessivo.

Per non scontentare nessuno, oltre agli investimenti in Cina, AstraZeneca ha confermato un piano da 50 miliardi di dollari negli Stati Uniti entro il 2030, finalizzato sia alla produzione che a ricerca e sviluppo. L’iniziativa è legata alla strategia di localizzazione industriale in risposta alla politica commerciale dell’amministrazione Trump, che sta valutando nuovi dazi sui farmaci importati nell’ambito dell’indagine “Sezione 232”.

“Entrando nella nostra prossima fase di crescita – ha spiegato l’amministratore delegato Pascal Soriot -, ci siamo impegnati a investire 50 miliardi di dollari per continuare a crescere negli Stati Uniti, il che include il più grande investimento produttivo nella storia di AstraZeneca, previsto in Virginia. Questo investimento epocale riflette non solo l’importanza dell’America, ma anche la nostra fiducia nei nostri farmaci innovativi per trasformare la salute globale e alimentare l’ambizione di AstraZeneca di raggiungere un fatturato di 80 miliardi di dollari entro il 2030″.

A seguito dell’accordo tra Stati Uniti e Unione europea, è già stato definito un dazio del 15% sui prodotti farmaceutici provenienti dall’Ue.

LA CRESCITA DELL’ONCOLOGIA

La divisione oncologica, afferma Reuters, si è confermata centrale nella strategia di crescita dell’azienda. Le vendite di farmaci per il cancro hanno raggiunto 6,3 miliardi di dollari, con una crescita del 18% a cambi costanti rispetto all’anno precedente. I principali contributori sono stati i farmaci Tagrisso, Imfinzi, Lynparza, Calquence e Truqap, tutti con performance superiori alle stime, stando agli analisti di Jefferies.

“Il nostro forte slancio nella crescita del fatturato è proseguito per tutta la prima metà dell’anno e i risultati della nostra ampia e diversificata pipeline sono stati eccellenti, con 12 risultati positivi per studi clinici di Fase III, tra cui baxdrostat, gefurulimab e Tagrisso, solo nelle ultime settimane”, ha precisato Soriot.

AstraZeneca ha tuttavia posticipato alla prima metà del 2026 i risultati di uno studio clinico su Datroway, un potenziale farmaco oncologico ad alto impatto commerciale, inizialmente attesi nei prossimi mesi. Il rinvio è dovuto alla necessità di raccogliere ulteriori dati sull’andamento della malattia nei pazienti.

IL PARERE DEGLI ANALISTI

Per gli analisti di Jefferies, le vendite dei farmaci oncologici hanno superato le aspettative, mentre il comparto cardiovascolare ha mostrato segnali di debolezza, in particolare con il farmaco Brilinta, penalizzato dalla crescente concorrenza dei generici.

Secondo Bloomberg, il margine lordo dell’azienda è stato influenzato da adeguamenti nei prezzi legati, tra l’altro, al programma Medicare Part D negli Stati Uniti e, nonostante i solidi fondamentali, le azioni AstraZeneca hanno sottoperformato rispetto ad altri concorrenti europei come Novartis AG nel 2025.

OBIETTIVI A LUNGO TERMINE

In seguito ai risultati del secondo trimestre, AstraZeneca ha confermato le previsioni annuali per ricavi e utile operativo core e ha annunciato un aumento del dividendo intermedio del 3%. Il gruppo, secondo quanto dichiarato da Soriot, punta a raggiungere 80 miliardi di dollari di ricavi annuali entro il 2030.

Oltre all’oncologia, l’azienda sta rafforzando la propria pipeline nelle malattie cardiovascolari e sta investendo nello sviluppo di nuovi trattamenti per la perdita di peso. Come riportato da Bloomberg, pur non essendo stata tra i primi attori nel settore dell’obesità, AstraZeneca sta anche lavorando a soluzioni che potrebbero rappresentare una nuova generazione di farmaci.

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